mercoledì, 29 novembre 2023
Medinews
8 Luglio 2009

CLANDESTINI LONTANI DA SANITÀ PUBBLICA PER RISCHIO DENUNCIA

Roma, 3 luglio – La preoccupazione degli immigrati non regolari cresce per la possibilità di essere segnalati come clandestini. E li tiene lontani dai Pronto Soccorso e ambulatori pubblici nazionali. Nelle ultime tre settimane, infatti, è stata osservata una riduzione del 35 percento degli immigrati che si presentano in ospedale per cure mediche, con picchi che hanno raggiunto il 75 percento al San Paolo di Milano. Questo emerge da un’indagine condotta dal Gruppo EveryOne nei principali ospedali della capitale (San Gallicano, Policlinico Umberto I, San Camillo Forlanini, Policlinico Tor Vergata, ospedale Grassi di Ostia) e di Milano (Niguarda, Policlinico, San Paolo, San Carlo). Dati allarmanti che seguono l’approvazione del Ddl sicurezza al Senato che introduce il reato di clandestinità. Norma che di fatto pone i medici, nella posizione di pubblici ufficiali, di segnalare i clandestini. “Ci giungono notizie drammatiche – denunciano in una nota Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell’organizzazione per i diritti umani Gruppo EveryOne – relativamente al numero di immigrati che nelle ultime settimane non sono ricorsi alle cure mediche in ospedale nonostante le gravi condizioni di salute. I nostri attivisti hanno ricevuto segnalazioni di vere e proprie tragedie umanitarie, proprio in virtù della fobia da reato di clandestinità”. “Nel nostro Paese, come negli altri Paese dell’Ue – osservano i responsabili dell’organizzazione – sono presenti anche migranti provenienti da Congo, Rwanda, Sudan e altri Stati africani colpiti dal micidiale virus dell’Ebola. Dopo l’approvazione del decreto, vivranno nascosti in luoghi inaccessibili e in condizioni igieniche tragiche. Basterebbe un solo caso di contagio da parte del virus Ebola o di altra febbre emorragica letale per provocare un’epidemia assolutamente incontrollabile. Una volta esplosa, a causa del panico e della paura da parte dei migranti di collaborare con le autorità sanitarie e le istituzioni pubbliche italiane, la popolazione italiana – concludono i co-presidenti di EveryOne – potrebbe venire falcidiata in pochi mesi”.


SIEnews – Numero 13 – 9 luglio 2009
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