The effects of chemotherapy dose intensity on patient outcomes in advanced cancer are not well understood. We studied the association between chemotherapy relative dose intensity (RDI) and overall survival (OS) among patients with advanced breast or ovarian cancer. This retrospective cohort study included adults with advanced breast or ovarian cancer who received first-line myelosuppressive chemotherapy (January 2007 to December 2010) in US Oncology … (leggi tutto)
Lo studio analizza retrospettivamente 874 pazienti con carcinoma della mammella e 170 pazienti con carcinoma ovarico alla prima linea di trattamento chemioterapico e correla una riduzione di dose >15% o un rinvio della chemioterapia >7 gg alla prognosi. Mentre per le pazienti con carcinoma della mammella non appare esserci alcuna correlazione tra l’intensità di dose e la prognosi, essendo altri i fattori che impattano sulla prognosi (lo stato di tumori triplo negativi e lo scarso
performance status), per il tumore ovarico le riduzioni di dose >15% e le istologie chemio-resistenti (i tumori diversi dal sieroso di alto grado) impattano sulla sopravvivenza delle pazienti. Lo studio è molto interessante e peraltro riporta un dato che in letteratura medica ha avuto segnalazioni contrastanti in passato. L’impatto sulla prognosi del mancato mantenimento dell’intensità di dose nel trattamento di prima linea del tumore ovarico, quando cioè l’aspettativa di cura è alta per un 30-40% delle pazienti, è una informazione che il clinico deve conoscere e gestire di conseguenza.