To examine the relation of carcinoembryonic antigen (CEA) response with tumor response and survival in patients with (K)RAS wild-type mCRC receiving first-line chemotherapy in the FIRE-3 trial comparing FOLFIRI plus cetuximab versus FOLFIRI plus bevacizumab. CEA response assessed as the percentage of CEA decrease from baseline to nadir was evaluated for its association with tumor response and survival. ROC analysis revealed an optimal cut-off value of 75% using the maximum of sensitivity and specificity for CEA response to discriminate CEA responders from … (leggi tutto)
L’analisi pubblicata su Annals of Oncology, basata sui dati dello studio FIRE-3, propone la valutazione della riduzione del CEA come marcatore surrogato (e relativamente precoce) dell’efficacia della chemioterapia di prima linea per i pazienti con carcinoma del colon-retto avanzato. Come noto, lo studio confrontava la combinazione di FOLFIRI + cetuximab rispetto alla combinazione di FOLFIRI + bevacizumab. Gli autori prendevano in considerazione la massima riduzione del CEA (nadir), che poteva avvenire a un tempo variabile rispetto all’inizio del trattamento. Hanno anche provato a identificare il cut-off ottimale. Le analisi evidenziano che, nel braccio assegnato al cetuximab in combinazione alla chemioterapia, i pazienti che presentavano una risposta in termini di riduzione del valore di CEA avevano una prognosi migliore in termini di sopravvivenza libera da progressione e di sopravvivenza globale. Peraltro, al di là dell’interessante descrizione dell’associazione tra riduzione del CEA e prognosi, rimane da determinare l’effettiva utilità clinica di tale riscontro.