Despite the acknowledged sex-related dimorphism in immune system response, little is known about the effect of patients’ sex on the efficacy of immune checkpoint inhibitors as cancer treatments. We did a systematic review and meta-analysis to assess the heterogeneity of immune checkpoint inhibitor efficacy between men and women. We systematically searched PubMed, MEDLINE, Embase, and Scopus, from database inception to Nov 30, 2017, for randomised controlled … (leggi tutto)
Lo studio recentemente pubblicato (revisione sistematica della letteratura con metanalisi dei dati) indaga l’esistenza di differenze biologiche tra maschi e femmine in relazione alla risposta immunitaria, che includono cause genetiche, ormonali, ambientali e inerenti la composizione del microbiota.Lo studio si propone quindi di valutare la differenza in outcome al trattamento con immunoterapia, misurata come differenza riguardo hazard ratio (HR) in sopravvivenza globale.
L’HR pooled per sopravvivenza globale è risultato 0,72 con IC 95% 0,65-0,79 nei pazienti maschi (trattati vs controlli), mentre è risultato pari a 0,86 con IC 95% 0,79-0,93 nelle pazienti di sesso femminile; la differenza in efficacia era statisticamente significativa a favore del sesso maschile (p = 0,0019), in modo indipendente dalla patologia considerata, dalla linea di trattamento per malattia avanzata e dal farmaco specifico considerato.
La prima implicazione per la pratica clinica è che nel valutare il rapporto beneficio/rischio dell’utilizzo di un immunoterapico, il sesso dovrebbe essere tenuto in considerazione per la stima dell’efficacia relativa. Le prospettive per la ricerca sono ancora di maggiore interesse e spaziano dalla correzione per sesso dei risultati (in efficacia e tossicità) degli studi alla specifica valutazione del microbioma.