Tra i polimorfismi (SNP) considerati, quello del gene VEGF-A (fattore di crescita vascolare endoteliale A) è rilevato più frequentemente nel tumore che nella cirrosi e può indicare una predisposizione al suo sviluppo. La ciclo-ossigenasi 2 (COX-2), il VEGF-A e il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa) sono mediatori dell’infiammazione e dell’angiogenesi. Sono stati tutti evidenziati in tessuti cirrotici e di carcinoma epatico ed è stata proposta un’associazione tra questi SNP e il carcinoma epatico. Le varianti alleliche influenzano l’attività trascrizionale di questi geni e di conseguenza anche i livelli dei prodotti proteici. La via del VEGF-A è un potenziale target terapeutico nel carcinoma epatico e vari agenti anti-angiogenici sono stati utilizzati in studi clinici in quest’area. Ricercatori dell’Università di Palermo hanno valutato la frequenza di SNP dei geni COX-2, TNF-alfa e VEGF-A in pazienti con carcinoma epatico, comparandola con quella dei pazienti con cirrosi epatica e di un gruppo di controllo. Lo scopo dello studio pubblicato sulla rivista OMICS, Journal of Integrative Biology (
leggi abstract originale), era quello di verificare la correlazione tra le varianti alleliche e il rischio di sviluppare carcinoma epatico. Lo studio ha coinvolto 96 pazienti con epatocarcinoma, 79 con cirrosi e 162 controlli sani. Gli SNP sono stati valutati con il metodo del polimorfismo del frammento di restrizione (RFLP-PCR), quelli analizzati erano: -1195 G>A del gene COX-2, -308 G>A del gene TNF-alfa e +936 C>T del gene VEGF-A. I test del Chi-quadro e di Fisher sono stati usati per l’analisi statistica. I risultati confermano che i portatori con allele C nel gene VEGF-A sono più frequenti nel carcinoma epatico che nella cirrosi (p = 0.039); ciò suggerisce che questo SNP potrebbe predisporre allo sviluppo del tumore.