Somatic mutations and copy number variation in the ERBB family are frequent in urothelial carcinoma (UC) and may represent viable therapeutic targets. We studied whether afatinib (an oral, irreversible inhibitor of the ErbB family) has activity in UC and if specific ERBB molecular alterations are associated with clinical response. In this phase II trial, patients with metastatic platinum-refractory UC received afatinib 40 mg/day continuously until progression or … (leggi tutto)
Il carcinoma dell’urotelio in fase avanzata e refrattario a chemioterapia contenente platino presenta al momento prognosi molto sfavorevole e limitate opzioni di trattamento. La speranza di vita in questa fase di malattia rimane di pochi mesi e la vinflunina o il taxolo rimangono gli unici agenti disponibili ma con efficacia molti limitata. Evidenze preliminari autorizzano a guardare con fiducia al possibile ruolo degli anti PD-1 e PD-L1, in particolare atezolizumab, pembrolizumab e durvalumab. Questo studio di fase 2 ha testato in una popolazione esigua di 23 pazienti, tutti platino resistenti, l’efficacia di afatinib. L’obiettivo primario era la PFS a 3 mesi che è stata registrata nel 21,7%. Il dato più interessante dello studio è stato però la correlazione tra amplificazione di HER2 e/o mutazione somatica di ERBB3 e l’efficacia terapeutica. Nei pazienti presentanti tali alterazioni la PFS era nettamente migliore e raggiungeva una significatività statistica rispetto a quelli senza alterazioni.Questo studio rafforza il convincimento che la famiglia ErbB possa giocare un ruolo non trascurabile nel carcinoma dell’urotelio e potrebbe aprire interessanti prospettive terapeutiche.