10 Luglio 2013
ACCESSO AI FARMACI ANTITUMORALI IN PAESI A MEDIO E BASSO REDDITO
Grandi cambiamenti sono stati realizzati nel controllo dei tumori durante gli ultimi cinquant’anni. Tuttavia, per i pazienti residenti in Paesi a medio e basso reddito, molti di questi avanzamenti sono nulla se non una aspirazione e una speranza per il futuro. La sfida maggiore che affrontiamo in questo momento in oncologia è come riconciliare i piccoli, crescenti e significativi miglioramenti nella gestione dei tumori con i costi esponenzialmente sempre più elevati dei nuovi trattamenti. Nel frattempo le economie emergenti cercano di affrontare questo importante aspetto di accesso ai trattamenti antitumorali. In questa revisione, i ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine di Singapore hanno esaminato come i Paesi a medio e basso reddito utilizzino farmaci generici e biosimilari, allargando la partecipazione agli studi clinici, implementando schemi universali di assistenza sanitaria a risorse comuni e utilizzando schemi obbligatori dei brevetti o incrementando la partecipazione di molteplici investitori pubblici-privati per favorire l’accesso dei cittadini ai farmaci antitumorali. Qualsiasi programma veramente efficace richiederà il coinvolgimento di molti investitori, tra cui governi, industrie e società civile, per promuovere l’accesso ai farmaci. Soltanto con la creazione di un’ampia entità per combattere il cancro, supportata per esempio da un fondo globale, come l’alleanza GAVI e l’International Finance Facility for Immunization, si riusciranno a migliorare le cure contro il cancro nei Paesi a medio e basso reddito e a ridurre gli elevati tassi di mortalità in queste aree geografiche.