COMUNICATO STAMPA

TUMORE DEL POLMONE METASTATICO: PEMBROLIZUMAB IN COMBINAZIONE CON LA CHEMIOTERAPIA MIGLIORA LA SOPRAVVIVENZA A LUNGO TERMINE
UN PAZIENTE SU 5 È VIVO A 5 ANNI

Tasso di sopravvivenza globale a cinque anni del 19,4% e 18,4% con pembrolizumab più chemioterapia negli studi KEYNOTE-189 e KEYNOTE-407

Nel tumore del polmone non a piccole cellule metastatico i regimi a base di pembrolizumab in prima linea hanno mostrato un beneficio di sopravvivenza a cinque anni in quattro studi  

RAHWAY, N.J., 11 settembre 2022 – La sopravvivenza a lungo termine diventa realtà per i pazienti colpiti da tumore del polmone metastatico, una delle neoplasie più difficili da trattare. Un risultato ottenuto grazie alla combinazione di pembrolizumab, molecola immunoterapica anti PD-1 di MSD, con la chemioterapia, che ha evidenziato, nel trattamento di prima linea del tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) metastatico, un beneficio in sopravvivenza e risposte durature in due analisi esplorative a 5 anni di studi di fase III.

Nei pazienti con NSCLC non squamoso metastatico, i dati dello studio KEYNOTE-189 hanno mostrato che pembrolizumab più pemetrexed e chemioterapia a base di platino (cisplatino o carboplatino) ha raggiunto un tasso di sopravvivenza globale (OS) a cinque anni del 19,4% rispetto al 11,3% con la sola chemioterapia. La combinazione pembrolizumab-pemetrexed-chemioterapia a base di platino ha ridotto il rischio di morte del 40% (HR=0,60 [95% CI, 0,50-0,72]). A cinque anni, pembrolizumab più pemetrexed e cisplatino o carboplatino ha più che raddoppiato la sopravvivenza globale mediana rispetto alla sola chemioterapia (22 mesi rispetto a 10,6 mesi).

Nei pazienti con NSCLC squamoso metastatico, i risultati dello studio KEYNOTE-407 hanno mostrato un tasso di sopravvivenza globale a cinque anni del 18,4% con pembrolizumab più carboplatino-paclitaxel o nab-paclitaxel rispetto al 9,7% con la sola chemioterapia. Pembrolizumab più carboplatino-paclitaxel o nab-paclitaxel ha ridotto il rischio di morte del 29% (HR=0,71 [95% CI, 0,59-0,85]) rispetto alla sola chemioterapia. La sopravvivenza globale mediana era di 17,2 mesi nel gruppo con pembrolizumab e chemioterapia rispetto a 11,6 mesi nel gruppo con chemioterapia.

“Prima di questi studi fondamentali, il tumore del polmone aveva un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 10%, uno dei più bassi tra tutti i tumori – dichiara Marina C. Garassino, professore di medicina, University of Chicago, Hematology/Oncology, e investigatore principale dello studio KEYNOTE-189 -. Questi risultati mostrano miglioramenti significativi nella sopravvivenza a cinque anni dei pazienti trattati con pembrolizumab più chemioterapia e confermano il ruolo importante di questi regimi a base di pembrolizumab come standard di cura nel tumore del polmone non a piccole cellule metastatico”.

Ogni anno, in Italia, sono stimate circa 41mila nuove diagnosi di tumore del polmone. L’85% dei casi è costituito dalla forma non a piccole cellule, di cui il 25% è ad istologia squamosa.

“Nello studio KEYNOTE-407, che ha riguardato proprio i pazienti a istologia squamosa – afferma Silvia Novello, Ordinario di Oncologia Medica all’Università degli Studi di Torino e Responsabile Oncologia Polmonare all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano -, pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale a cinque anni, raddoppiandola rispetto alla sola chemioterapia, con un’importante riduzione del rischio di morte. Il trattamento immunochemioterapico si conferma così un caposaldo della terapia di prima linea del carcinoma polmonare”.

I risultati di KEYNOTE-189 (abstract #973MO) e KEYNOTE-407 (abstract #974MO) saranno presentati nel corso di una mini sessione orale al Congresso 2022 della Società Europea di Oncologia Medica (European Society for Medical Oncology, ESMO). I dati di sopravvivenza a cinque anni di KEYNOTE-024, che ha analizzato pembrolizumab in monoterapia rispetto alla chemioterapia per il trattamento di prima linea dei pazienti con NSCLC metastatico con espressione di PD-L1 (tumor proportion score [TPS] ≥50%), sono stati presentati a ESMO 2020. I dati di sopravvivenza a cinque anni di KEYNOTE-042, che ha valutato pembrolizumab in monoterapia rispetto alla chemioterapia a base di platino per il trattamento di prima linea dei pazienti con NSCLC metastatico con espressione di PD-L1 (TPS ≥1%), sono stati presentati al congresso della SITC 2021.

Come annunciato, i dati relativi a 16 tipi diversi di tumore saranno presentati al Congresso ESMO 2022 dall’ampio portafoglio oncologico e dalla pipeline investigativa di MSD.

Pembrolizumab è la prima immunoterapia che dimostra un beneficio di sopravvivenza sostenuto a cinque anni, sia in combinazione con chemioterapia che in monoterapia, per il trattamento di prima linea del NSCLC. Oltre al NSCLC, i dati di sopravvivenza a cinque anni di pembrolizumab sono stati presentati in altri tre tipi di tumore, incluso il tumore della vescica (KEYNOTE-045), il tumore testa-collo (KEYNOTE-048) e il melanoma (KEYNOTE-054). 

Dati a cinque anni di un’analisi esplorativa dello studio KEYNOTE-189 nel NSCLC non squamoso metastatico (abstract #973MO)

KEYNOTE-189 (ClinicalTrials.gov, NCT02578680) è uno studio randomizzato di Fase 3, per la valutazione di pembrolizumab più pemetrexed e cisplatino o carboplatino per il trattamento di prima linea dei pazienti con NSCLC non squamoso metastatico senza aberrazioni tumorali genomiche EGFR o ALK rispetto a pemetrexed e la sola chemioterapia al platino. I risultati presentati a ESMO comprendono un’analisi esplorativa dei risultati di efficacia e sicurezza al follow-up di cinque anni e ulteriori analisi nei pazienti che hanno completato 35 cicli (circa due anni) di trattamento con pembrolizumab.

Con un follow-up mediano di 64,6 mesi (intervallo 60,1-72.4), pembrolizumab più pemetrexed e cisplatino o carboplatino ha continuato a mostrare un miglioramento della OS e della sopravvivenza libera da progressione (PFS). Il beneficio di OS è stato riscontrato nonostante un tasso di crossover effettivo del 57,3% (n=118/206) da chemioterapia a successiva terapia anti-PD-1/PD-L1. La combinazione pembrolizumab-pemetrexed-chemioterapia al platino ha ridotto il rischio di progressione di malattia o morte della metà (HR=0,50 [95% CI, 0,42-0,60]) rispetto alla sola chemioterapia, con una PFS mediana di 9,0 mesi versus 4,9 mesi e un tasso di PFS a cinque anni del 7,5% versus 0,6%. Il tasso di risposta obiettiva (ORR) era del 48,3% per i pazienti trattati con pembrolizumab più pemetrexed e cisplatino o carboplatino rispetto al 19,9% per quelli trattati con la sola chemioterapia, con una durata della risposta (DOR) mediana di 12,7 mesi (intervallo, 1,1+ – 68,3+) rispetto a 7,1 mesi (intervallo, 2,4–31,5), rispettivamente.

Dei pazienti che avevano completato circa due anni di trattamento (35 cicli) con pembrolizumab più pemetrexed e cisplatino o carboplatino (n=57/405), il 71,9% era vivo a cinque anni dopo la randomizzazione, con un ORR dell’86,0% (con otto risposte complete e 41 risposte parziali). Di questi pazienti, il 40,4% era vivo senza progressione di malattia o successiva terapia.

Dati a cinque anni dell’analisi esplorativa dello studio KEYNOTE-407 nel NSCLC squamoso metastatico (abstract #974MO)

KEYNOTE-407 (ClinicalTrials.gov, NCT02775435) è uno studio di Fase 3 randomizzato, in doppio cieco, controllato da placebo, per la valutazione di pembrolizumab più carboplatino-paclitaxel o nab-paclitaxel per il trattamento di prima linea dei pazienti con NSCLC squamoso metastatico versus carboplatino-paclitaxel o nab-paclitaxel da soli. I risultati presentati a ESMO comprendono un’analisi esplorativa dei risultati di efficacia e sicurezza al follow-up di cinque anni e ulteriori analisi in pazienti che avevano completato 35 cicli (circa due anni) di trattamento con pembrolizumab.

Con un follow-up mediano di 56,9 mesi (intervallo, 49,9 – 66,2), pembrolizumab più carboplatino-paclitaxel o nab-paclitaxel ha continuato a mostrare un miglioramento di OS e PFS. Il beneficio di OS è stato osservato nonostante un tasso di crossover effettivo del 50,9% (n=143/281) da chemioterapia alla successiva terapia anti-PD-1/PD-L1. Pembrolizumab più carboplatino-paclitaxel o nab-paclitaxel ha ridotto il rischio di progressione di malattia o morte del 38% (HR=0,62 [95% CI, 0,52-0,74]) rispetto alla sola chemioterapia, con una PFS mediana di 8,0 mesi rispetto a 5,1 mesi e un tasso di PFS a cinque anni del 10,8% rispetto a 3,5%. ORR era del 62,2% per il braccio di combinazione con pembrolizumab rispetto al 38,8% per il braccio con chemioterapia.

Dei pazienti che avevano completato due anni (35 cicli) di trattamento con pembrolizumab più carboplatino-paclitaxel o nab-paclitaxel (n=55/278), il 69,5% era vivo a cinque anni, con un ORR del 90,9% (con nove risposte complete e 41 risposte parziali). Di questi pazienti, il 43,6% era vivo senza progressione di malattia o successiva terapia.

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