TERZO RAPPORTO SULLA SORVEGLIANZA DEI VACCINI COVID-19
L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato il terzo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini COVID-19. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 marzo 2021 per i tre vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso. Nel periodo considerato sono pervenute 46.237 segnalazioni su un totale di 9.068.349 dosi somministrate di cui il 92,7% sono riferite a eventi non gravi, che si risolvono completamente, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Le segnalazioni gravi corrispondono al 7,1% del totale, con un tasso di 36 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate…continua a leggere
OMS
“CAPACITÀ PRODUTTIVA DI VACCINI INSUFFICIENTE”
“La pandemia ha dimostrato che la capacità di produzione globale non è sufficiente per fornire vaccini e altri prodotti sanitari essenziali in modo rapido ed equo dove sono più necessari. Investire in una capacità produttiva nazionale sostenibile e sicura è fondamentale per garantire programmi di immunizzazione essenziali e costruire sistemi sanitari forti e resilienti contro le inevitabili emergenze sanitarie del futuro. L’OMS è pronta a fornire supporto tecnico immediato per assistere i Paesi nella valutazione della fattibilità di una produzione locale e nell’accesso alla tecnologia e al know-how”. Lo ha detto il DG dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus, chiudendo il consueto aggiornamento su Covid-19 nel mondo…continua a leggere | ATTIVITÀ FISICA RIDUCE RISCHIO DI RICOVERO, TERAPIA INTENSIVA E MORTE PER COVID-19
Secondo uno studio pubblicato sul “British Journal of Sports Medicine”, l’attività fisica regolare fornisce una forte protezione dal ricovero in ospedale, dalla necessità di terapia intensiva e dalla morte a causa di COVID-19. Anche fare esercizio in modo non regolare ha ridotto comunque le probabilità di gravi esiti da COVID-19 rispetto a persone che non erano attive. “Questo è un campanello d’allarme per l’importanza di stili di vita sani e soprattutto dell’attività fisica”, afferma Robert Sallis, del Kaiser Permanente Fontana Medical Center, primo autore dello studio. Per valutare l’effetto dell’esercizio sugli esiti di COVID-19, i ricercatori hanno identificato 48.440 adulti che avevano ricevuto una diagnosi di COVID-19 dal 1° gennaio al 21 ottobre 2020, e ai quali erano stati richiesti, in occasione di visite ambulatoriali, dati su quanti giorni alla settimana dedicassero a esercizi da moderati a intensi e, in media, quanti minuti durasse l’esercizio fisico a quel livello. I pazienti in questo studio avevano un’età media di 47 anni, includevano il 61,9% di donne e rispettavano la diversa composizione etnica della popolazione della California meridionale. Della coorte totale, il 6,4% era costantemente attivo e il 14,4% era costantemente inattivo, mentre i rimanenti individui rientravano nella categoria attiva in modo irregolare. Tra i pazienti che hanno sviluppato COVID-19, l’8,6% è stato ricoverato, il 2,4% è stato ricoverato in terapia intensiva e l’1,6% è deceduto….continua a leggere | DRAGHI: “PANDEMIA CI IMPONE DI ESSERE MEGLIO PREPARATI PER IL FUTURO. ORA RISTRUTTURARE SISTEMI SANITARI NAZIONALI”
“L’attuale pandemia ci impone di essere meglio preparati per il futuro. Dobbiamo sostenere la ricerca, rafforzare le catene di approvvigionamento e ristrutturare i sistemi sanitari nazionali. Dobbiamo rafforzare il coordinamento e la cooperazione globali. Il nostro lavoro deve iniziare ora, poiché non sappiamo per quanto tempo durerà questa pandemia o quando ci colpirà la prossima”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, in un videomessaggio in vista del Global Health Summit del prossimo 21 maggio a Roma, partecipando con la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen ai lavori del webinar di ascolto con i rappresentanti della società civile. “La pandemia Covid – ha ricordato Draghi – ha causato più di tre milioni…continua a leggere
LANCET PSYCHIATRY
UN SOPRAVVISSUTO AL COVID SU TRE HA DISTURBI NEUROLOGICI O MENTALI
In uno studio condotto su oltre 230.000 pazienti, per la maggior parte statunitensi, uno su tre sopravvissuto al COVID-19 ha ricevuto diagnosi di un disturbo mentale o psichiatrico entro sei mesi. I casi di ictus, demenza e altre patologie neurologiche post-COVID erano più rari, hanno sottolineato i ricercatori, ma erano comunque significativi, soprattutto in chi aveva avuto una forma grave della malattia. “I nostri risultati indicano che le patologie mentali e i disturbi psichiatrici sono più comuni dopo il COVID-19 che dopo l’influenza o altre infezioni respiratorie”, osserva Maxime Taquet, psichiatra presso l’Università di Oxford, che ha co-condotto…continua a leggere
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