|  | | | Anno II – Numero 44 – 8 aprile 2021 |
| | | Comitato scientifico editoriale: Giordano Beretta, Saverio Cinieri, Massimo Di Maio, Antonio Russo | Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini – Reg. Trib. di Brescia n.35/2001 del 2/7/2001 |
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| Pubblicato il Rapporto sintetico di monitoraggio 2020
IV INDAGINE AGENAS SULLO STATO DI ATTUAZIONE DELLE RETI ONCOLOGICHE REGIONALI
Giordano Beretta, Presidente Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM): “Le Reti possono essere una garanzia di uguale accesso alle cure, di appropriatezza e razionalizzazione dei servizi. E devono avere caratteristiche fondamentali, condivise da tutti, come i centri di accesso periferici, che sono un requisito essenziale” | AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) ha presentato lo scorso 30 marzo il “Rapporto sintetico di monitoraggio delle reti oncologiche regionali 2020”, che descrive sinteticamente i risultati della Quarta Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti Oncologiche Regionali (R.O.R.), condotta utilizzando una Griglia di rilevazione e valutazione della funzionalità quali-quantitativa e dello stato di implementazione della rete oncologica, disponibile on-line sul sito istituzionale di AGENAS e compilata dalle singole Regioni e Province Autonome nel corso del secondo semestre 2020. La Griglia è stata condivisa con i Tavoli tecnici delle reti oncologiche regionali, istituiti ai sensi delle previsioni del D.M. 70/2015 e contiene 142 item suddivisi in quattro Aree tematiche: struttura di base, meccanismi operativi, processi sociali, risultati. Durante il convegno, sono state illustrate le esperienze delle reti oncologiche regionali del Veneto e della Toscana.
I numeri del rapporto: 8 Regioni prevedono la seconda opinione Ecco i dati principali: 17 Regioni/Province autonome su 21 hanno formalizzato l’esistenza di un organismo di governo della rete (Gruppo di coordinamento, coordinamento, consiglio) e 15 hanno individuato il Coordinatore. Dodici hanno definito i punti di accesso dei pazienti alle reti: in Toscana, ad esempio, dove la ROR è ormai consolidata, sono presenti 21 “porte di accesso”. Otto Regioni, inoltre, prevedono il diritto del paziente a una seconda opinione come prestazione gratuita all’interno della rete stessa, individuando anche una figura professionale di riferimento. Solo per 11 esiste un sito web. Per quanto riguarda i Registri Tumori Regionali, solo una Regione non l’ha ancora attivato. “Superare la frammentarietà del percorso di cura e il disorientamento del paziente – ha sottolineato Enrico Coscioni, Presidente di AGENAS, nel corso della presentazione dell’indagine – sono gli obiettivi che dobbiamo porci attraverso lo sviluppo delle reti oncologiche, ormai presenti su tutto il territorio nazionale, grazie soprattutto alla preziosa collaborazione tra tutti gli attori coinvolti a vario titolo nelle reti. L’attività di analisi, che l’Agenzia sta portando avanti attraverso l’osservatorio sulle reti, può contribuire notevolmente a rafforzare e rendere omogenea la diffusione di un modello di assistenza integrato e multidisciplinare che metta in relazione i diversi setting assistenziali”.
Dal modello Hub&Spoke al PDTA Diversi i modelli organizzativi e di gestione adottati: i più diffusi sono quello Hub&Spoke (in Valle d’Aosta, Trento e Bolzano, Veneto, Umbria, Puglia, Calabria e Sicilia) e il Comprehensive Cancer Care Network (in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana e Sardegna). Molte Regioni presentano modelli misti. Sul fronte della presa in carico del paziente, tutte prevedono l’attivazione di una équipe multidisciplinare e di un percorso integrato. I PDTA (percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali definiti per ciascuna patologia), protocolli, linee guida e criteri sono ormai definiti nella maggior parte delle Regioni. Solo 5 non li prevedono formalmente (a livello regionale): Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Sardegna, Molise e Basilicata…continua a leggere
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Il sondaggio
ESITAZIONE NEI CONFRONTI DELLA VACCINAZIONE ANTI-COVID TRA I PAZIENTI CON TUMORI EMATOLOGICI
| Un sondaggio tra più di 6.500 pazienti americani con tumori del sangue e tra i sopravvissuti ha rivelato che solo la metà molto probabilmente si sottoporrà al vaccino contro il COVID-19, mentre uno su tre probabilmente non lo farà o non ne è sicuro. Il sondaggio nazionale è il risultato della collaborazione tra la Leukemia & Lymphoma Society (LLS), la Boston University Questrom School of Business e The Behaviouralist, una società di consulenza di ricerca con sede a Londra. I pazienti con tumori del sangue presentano un rischio grave di infezione da COVID-19. Alcuni studi preliminari suggeriscono che circa la metà dei pazienti con tumori ematologici ricoverati in ospedale con COVID-19 muoiono a causa del virus. “Questi risultati sono preoccupanti, a dir poco”, ha affermato Gwen Nichols, Chief Medical Officer di LLS. “Sappiamo che i pazienti oncologici – e i pazienti con tumori ematologici, in particolare – sono suscettibili agli effetti peggiori di questo virus. Tutti noi nella comunità medica dobbiamo aiutare i pazienti a capire l’importanza di vaccinarsi”. “In molte comunità si sta offrendo ai pazienti con tumori ematologici l’accesso preferenziale alle forniture limitate dei vaccini, ma questo non significa che i pazienti siano disponibili ad essere vaccinati”, ha dichiarato la dott.ssa Rena Conti, Dean’s Research Scholar e Associate Professor alla Boston University Questrom School of Business. “Abbiamo necessità sia di forniture adeguate che di una forte richiesta di vaccinazioni per mantenere al sicuro questa popolazione vulnerabile”…continua a leggere
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CURE DOMICILIARI | LO STUDIO | COVAX | L’OSPEDALE A CASA DEL PAZIENTE ONCOLOGICO: AL VIA IL PROGETTO PILOTA ONCOHOME
È affetto da tumore solido, con malattia in fase avanzata o metastatica e riceve una terapia orale. Ecco il paziente che può beneficiare di OncoHome, il progetto pilota sviluppato dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT) insieme all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano (HSR) e all’ASST di Cremona e col patrocinio di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). “Oggi è prioritario garantire ai pazienti oncologici le terapie necessarie, com’è sempre stato, ma al contempo, adottare tutte le misure indispensabili per proteggerli da COVID-19” – commenta Marco Votta, Presidente Istituto Nazionale dei Tumori di Milano –. “OncoHome è la giusta strategia per portare l’ospedale a casa dei malati, garantendo tutta l’assistenza di cui necessitano attraverso le visite a domicilio, ma anche per offrire parole di conforto e una vicinanza fisica che, ora più che mai, sono fondamentali per chi vive…continua a leggere
LA RICERCA
CALO DEL 60% DEGLI STUDI CLINICI SUL CANCRO, MA LA TENDENZA PUÒ CAMBIARE
La pandemia causata dal COVID-19 ha provocato una diminuzione del 60% nell’avvio di nuovi studi clinici sulle terapie anticancro rispetto agli anni precedenti, secondo i risultati pubblicati recentemente su JAMA Network Open.1 Tuttavia l’autore principale, Elizabeth B. Lamont, ha rivelato che ci sono evidenze che indicano che la ricerca clinica sta recuperando. “I risultati preliminari suggeriscono una ripresa nell’avvio degli studi o, di fatto, nell’arruolamento e nel lancio degli studi clinici”, ha dichiarato Lamont, oncologo e senior medical officer di Acorn AI di Medidata, un’azienda di analisi digitale con sede a New York, in un’intervista a OncLive®. “Riteniamo che sia il risultato di un adattamento molto agile da parte dell’industria di ricerca…continua a leggere
| COVID: IN PAZIENTI CON MASSA MUSCOLARE RIDOTTA LA MALATTIA È PIÙ GRAVE
Una ridotta massa muscolare nell’anziano, o sarcopenia, è collegata a maggiori complicanze in diverse malattie, tra cui quelle oncologiche. E questa associazione sfavorevole si verifica anche nei pazienti affetti da Covid-19. A metterlo in evidenza uno studio pubblicato sulla rivista “Radiology”, che ha coinvolto quattro ospedali e tre università italiane, coordinato dall’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e dall’Irccs Policlinico San Donato milanese. Nello studio sono stati inclusi 552 pazienti di cui 364 uomini, con età media di 65 anni, ricoverati nei reparti ordinari o in terapia intensiva, nel corso della prima ondata pandemica, dei quali sono state ottenute informazioni relative allo stato della muscolatura paravertebrale ottenute tramite TAC toracica, eseguita all’ingresso in ospedale per verificare la presenza di polmonite. L’analisi ha preso in esame età, sesso, indice di massa corporea, estensione della polmonite, stato muscolare, eventuali malattie concomitanti broncopolmonari, cardiovascolari, neurologiche e oncologiche, diabete, insufficienza renale. È stata osservata una forte associazione tra la ridotta massa muscolare del paziente e l’insorgenza di complicanze da Covid, legate al ricovero in terapia intensiva o al decesso. “Le Tac toraciche eseguite sui pazienti ci hanno dato la possibilità di avere accesso a una fonte preziosa di informazioni relative allo stato dei muscoli paravertebrali – ha spiegato Luca Maria Sconfienza, responsabile dell’Unità operativa di Radiologia diagnostica e interventistica all’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi -. Questo ci ha permesso di validare la nostra ipotesi, ovvero che la ridotta massa muscolare sia un fattore rilevante da considerare nei pazienti Covid, come già accade per altre...continua a leggere | DA GAVI ALLIANCE UNA RISERVA DI DOSI DI VACCINO PER I GRUPPI AD ALTO RISCHIO IN CONTESTI UMANITARI
Una riserva COVAX per garantire accesso ai vaccini Covid-19 alle popolazioni ad alto rischio in contesti umanitari e consentire un rilascio di emergenza di dosi nel caso di gravi focolai. Il volume della riserva raggiungerà il 5% delle dosi totali ottenute tramite il COVAX, avendo così a disposizione fino a 100 milioni di dosi di vaccino entro la fine del 2021. Il via libera arriva dal consiglio di amministrazione di Gavi, la Vaccine Alliance, cooperazione di soggetti pubblici e privati con lo scopo di migliorare l’accesso all’immunizzazione per la popolazione in Paesi poveri. “Sebbene i governi nazionali siano i responsabili ultimi nel fornire l’accesso ai vaccini Covid-19 a tutti i gruppi ad alto rischio all’interno del rispettivo territorio – si legge in una nota – la riserva COVAX sarà disponibile per l’uso laddove vi siano inevitabili lacune nella copertura, ad esempio in caso di fallimento dello Stato e conflitto…continua a leggere
OMS
NUOVO STUDIO OMS-CINA ESCLUDE FUGA DEL VIRUS DAL LABORATORIO
Il coronavirus sarebbe stato trasmesso all’uomo dai pipistrelli, attraverso un altro animale. È questa la conclusione di uno studio congiunto OMS-Cina, secondo il quale una fuga dal laboratorio è un’ipotesi ‘estremamente improbabile’. I risultati, inizialmente riportati da Associated Press, corrispondono a ciò che gli esperti avevano evidenziato in occasione di una visita tra gennaio e febbraio a Wuhan, dove sono stati rilevati i primi casi di infezione da virus SARS-CoV-2 sull’uomo, a fine 2019. Tre laboratori a Wuhan che lavorano con i coronavirus avrebbero avuto, secondo gli esperti, livelli di sicurezza “ben gestiti” e di alta qualità e non vi erano state segnalazioni di malattie respiratorie compatibili con il COVID-19 tra il personale. Inoltre, sempre secondo…continua a leggere |
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