Anno II – Numero 32 –  14 gennaio 2021
Comitato scientifico editoriale: Giordano Beretta, Saverio Cinieri, Massimo Di Maio, Antonio Russo
Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini – Reg. Trib. di Brescia n.35/2001 del 2/7/2001

Accolto ai massimi livelli istituzionali il documento proposto dalla Federazione di oncologi, cardiologi e ematologi

COVID: LE RACCOMANDAZIONI DI FOCE, GOVERNO E AGENAS PER TUTELARE I CITTADINI CON TUMORI E MALATTIE DEL CUORE

Il testo è indirizzato alle Regioni per proteggere 11 milioni di persone con grandi patologie. Il Presidente Cognetti: “Va rivisto il modello di assistenza, dal potenziamento degli ospedali e della medicina del territorio alla ripresa degli screening”. L’immunizzazione sia subito prevista per i malati oncologici ed ematologici in trattamento attivo e cardiologici gravi

Il Tavolo Tecnico, istituito fra FOCE (Federazione degli oncologi, cardiologi e ematologi), il Governo e Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), ha stilato il Documento di indirizzo e di raccomandazioni per garantire ai pazienti più fragili la continuità di cura in emergenza Covid. Si tratta di linee guida ufficiali, che impegnano le Regioni nella tutela di 11 milioni di persone con tumori e malattie del cuore, presentate il 7 gennaio in una conferenza stampa virtuale. FOCE, inoltre, ha richiesto al Ministro della Salute, Roberto Speranza, e al Commissario Straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, che venga assegnata priorità assoluta (T1a) nella vaccinazione anti Covid a 392.600 pazienti con malattie oncologiche, cardiologiche e ematologiche (230.000 con tumori solidi e del sangue in trattamento attivo e 162.600 con scompenso cardiaco in classi avanzate, con trapianto di cuore e con post-shock cardiogeno), inserendoli nella stessa categoria degli operatori sanitari. A seguire, vi sono circa 3 milioni e 820mila (3.817.400) cittadini precedentemente colpiti da queste grandi malattie che, come richiesto da FOCE, dovranno essere vaccinati nella fase immediatamente successiva del programma di immunizzazione (T2a) e, in ogni caso, prima delle persone di età compresa fra 60 e 69 anni non affette da patologie.

“L’attuale fase epidemica richiede un profondo cambiamento organizzativo dell’offerta assistenziale da parte dei servizi sanitari delle Regioni – ha affermato il Presidente FOCE, Francesco Cognetti -. I punti chiave del Documento di indirizzo e di raccomandazioni sono dieci. Innanzitutto, viene prevista la completa separazione dei percorsi fra pazienti Covid e non Covid, includendo in questa distinzione anche il personale dedicato e i relativi servizi ospedalieri. Deve essere mantenuta la piena operatività delle attività di degenza ordinaria, day hospital e ambulatoriali delle strutture di oncologia medica, di chirurgia oncologica e di ogni altro ambito clinico-assistenziale, come quelle di oncoematologia, di trapianto di midollo e di cardiologia, incluse le terapie intensive cardiologiche. Vanno stabiliti standard per il fabbisogno di personale per adeguarlo alle nuove modalità organizzative e, laddove vi sia un’effettiva carenza, è necessario reclutare medici specialisti.continua a leggere



La lettera su Jama Oncology

IL RISCHIO COVID NON GIUSTIFICA IL RITARDO NEI TRATTAMENTI ANTI-TUMORALI

Secondo una lettera di ricerca pubblicata su Jama Oncology, non bisognerebbe rimandare i trattamenti anti-tumorali attivi per evitare il contagio da Sars-CoV-2. “Le interazioni tra cancro e suscettibilità al Covid-19 sono poco conosciute. I primi rapporti suggerivano un rischio più elevato di Covid-19 nei pazienti con cancro non selezionati in modo specifico in relazione alla terapia antitumorale, ma mancano dati sulla trasmissione della malattia tra i pazienti sottoposti a trattamento anti-tumorale” spiega Carlo Aschele, Direttore Oncologica dell’Ospedale Sant’Andrea di La Spezia, primo firmatario della lettera.

Per calcolare il tasso di infezione da Sars-CoV-2 tra i pazienti sottoposti a questo tipo di trattamento, sono stati raccolti i dati sulle persone gestite presso 118 Unità di Oncologia Medica affiliate al Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri (CIPOMO). Il numero di persone affette da Covid-19 in tale popolazione è stato quindi confrontato con i dati della popolazione italiana generale nello stesso periodo di tempo. L’analisi dei dati ha mostrato che, su 59.989 pazienti che hanno ricevuto un trattamento anti-tumorale tra il 15 gennaio 2020 e il 4 maggio 2020, 406 persone (con un’età media di 68 anni) hanno sviluppato Covid-19, confermato tramite test Pcr… continua a leggere


JOURNAL OF THE AMERICAN COLLEGE OF SURGEONSOMS LO STUDIO

USA, IN CALO L’ADESIONE ALLO SCREENING DEL CANCRO DEL POLMONE DURANTE LA PANDEMIA

L’attuale aumento dei casi di infezione da COVID-19 rappresenta una sfida per gli operatori sanitari e per le Istituzioni nell’erogazione delle cure ai pazienti infetti e per la necessità di stare al passo con terapie tempestive e talvolta critiche per i pazienti con cancro, malattie cardiologiche e altre gravi patologie, che potrebbero portare a complicazioni e/o morte anticipata, se interrotte. Analizzando il modo in cui le cure differite abbiano peggiorato i risultati nei pazienti con cancro del polmone quando la pandemia COVID-19 è esplosa per la prima volta nella primavera del 2020, i ricercatori dell’Università di Cincinnati hanno identificato un contesto operativo che può aiutare le persone in gravi condizioni di salute a mantenere gli appuntamenti di controllo durante l’attuale ondata del virus. Lo studio è stato selezionato per il programma 2020 della Southern Surgical Association e pubblicato come “articolo in corso di stampa” sul sito web del Journal of the American College of Surgeons prima della stampacontinua a leggere




“BENE VACCINI MA PRECUZIONI NECESSARIE A LUNGO” 

I progressi sui vaccini anti Covid alimentano le speranze di una fine della pandemia, ma non saranno sufficienti a debellarla senza mantenere alta la guardia delle precauzioni: distanziamento, disinfettanti e mascherine dovranno perciò accompagnarci ancora per molti mesi. Lo ha detto il direttore delle emergenze dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Mike Ryan, durante una sessione di ‘domande e risposte’ sui social, insieme al capo dell’area tecnica Maria Van Kerkhove. “Durante le feste la gente si è incontrata, ha viaggiato e i contagi sono aumentati, specialmente in alcuni Paesi. L’approvazione dei vaccini e l’avvio della somministrazione sono una buona notizia – è stato detto – ma la battaglia non è vinta. Dobbiamo assicurarci che la produzione dei vaccini aumenti e arrivi anche nelle aree più remote del pianeta, e agire responsabilmente continuando ad usare tutte le precauzioni”
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COVID, IMMUNITA’ DURA ALMENO 8 MESI

Ricercatori australiani della Monash University hanno rivelato – per la prima volta – che le persone infettate da Covid-19 hanno una memoria immunitaria protettiva rispetto alla reinfezione che resiste per almeno otto mesi. La ricerca, pubblicata su ‘Science Immunology’, è la prova più forte in favore del fatto che i vaccini contro Sars-CoV-2 funzioneranno per lunghi periodi. In precedenza, molti studi avevano dimostrato che la prima ‘ondata’ di anticorpi contro il coronavirus…
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AIFA

NO ALL’IDROSSICLOROCHINA, “MANCANZA DI EFFICACIA, NON E’ RACCOMANDATA NE’ A CASA NE’ IN OSPEDALE”
 
“Alla luce delle evidenze che si sono progressivamente accumulate nell’uso terapeutico su pazienti ricoverati e che dimostrano la completa mancanza di efficacia a fronte di un aumento di eventi avversi, seppur non gravi, AIFA non raccomanda l’utilizzo dell’idrossiclorochina nei pazienti con COVID-19  continua a leggere



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