|  | | | Anno I – Numero 8 – 2 luglio 2020 |
| | | Comitato scientifico editoriale: Giordano Beretta, Saverio Cinieri, Massimo Di Maio, Antonio Russo | Editore: Intermedia – Direttore Responsabile: Mauro Boldrini – Reg. Trib. di Brescia n.35/2001 del 2/7/2001 |
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| L’indagine su 165 oncologi del nostro Paese pubblicata su JCO – Oncology Practice “COSÌ IL COVID-19 HA CAMBIATO LA GESTIONE DEL CARCINOMA MAMMARIO IN ITALIA”
di Matteo Lambertini Oncologo Medico e Ricercatore Universitario presso l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino – Università di Genova
| Passata la fase acuta della pandemia da COVID-19, che ha sconvolto l’organizzazione degli ospedali italiani con il rischio concreto di ripercussioni sulla qualità dell’assistenza sanitaria offerta a cittadini e pazienti, arrivano i primi dati italiani che riportano quale sia l’impatto dell’emergenza legata all’infezione da SARS-CoV-2 in campo oncologico. Una survey coordinata dagli oncologi dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova (Francesca Poggio, Marco Tagliamento, Lucia Del Mastro e Matteo Lambertini), promossa con il contributo di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) e del suo segretario Massimo Di Maio, e del GIM (Gruppo Italiano Mammella), ha indagato quale sia stato l’impatto del COVID-19 sulla pratica clinica e sull’attività di ricerca degli oncologi italiani in riferimento alla gestione del carcinoma mammario. I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista dell’ASCO (American Society of Clinical Oncology) JCO (Journal of Clinical Oncology) Oncology Practice. L’oncologia è stato uno dei settori che ha destato particolare attenzione al momento dello scoppio dell’emergenza sanitaria da COVID-19 nel nostro Paese, per due motivi principali. Accanto alla necessità di garantire la continuità delle cure oncologiche ai pazienti già in trattamento e ai pazienti che hanno ricevuto una nuova diagnosi oncologica o hanno intrapreso un percorso diagnostico durante la fase di pandemia, si è imposta infatti l’urgenza di garantire che questo avvenisse nel contesto più sicuro possibile, riducendo al minimo il rischio di infezione da SARS-CoV-2 per pazienti, familiari e operatori sanitari. I primi dati derivati da casistiche cinesi riportavano infatti come i pazienti con comorbidità, tra cui i pazienti oncologici, risultassero più a rischio di complicanze severe in caso di infezione da SARS-CoV-2 ..continua a leggere
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LE REGIONI COVID: UNITARIETÀ NELLE STRATEGIE PER GARANTIRE LA CONTINUITÀ DI CURA E ASSISTENZA. L’ARMA VINCENTE DEL VENETO
di Giuseppe Azzarello Coordinatore AIOM Veneto e Direttore UOC Oncologia – Ematologia Oncologica, AULSS 3 Serenissima – Regione Veneto, Distretto Mirano – Dolo (Venezia) | | La pandemia COVID 19 ha colpito in maniera significativa la Regione Veneto, imponendo un grande sforzo a livello di tutte le istituzioni per il contenimento della stessa e la riorganizzazione dell’assistenza sanitaria. È noto il plauso che il Sistema Sanitario Regionale, in tutte le sue articolazioni, ha ricevuto per le modalità messe in atto e i risultati ottenuti in termini assistenziali e scientifici, già ampiamente analizzati e discussi da tutti i principali media. Anche per l’Oncologia Medica Veneta, la sfida imposta dalla pandemia è stata raccolta e affrontata avendo come denominatore la unitarietà di tutte le principali componenti coinvolte: istituzioni, realtà sanitarie territoriali, rete oncologica, società scientifiche. All’inizio eravamo tutti consapevoli di essere di fronte a una patologia “nuova” con tutto ciò che questo comporta: poche conoscenze di base, imprevedibilità della sua evoluzione, mancanza di linee guida comportamentali e cliniche basate sull’evidenza. Sin dai primi di marzo, quando ancora l’insicurezza sulle azioni da intraprendere era evidente nelle Oncologie, ci siamo sentiti in dovere di emanare un comunicato congiunto Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM Veneto), Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO Veneto) e Rete Oncologica Veneta, abbozzando alcune strategie che erano in attiva discussione all’interno delle Rete e delle Società Scientifiche. Subito dopo sono state formalizzate le raccomandazioni AIOM e di altre Società, che la Rete Oncologica ha contestualizzato e trasmesso alla Regione per la loro piena applicazione …continua a leggere
Per vedere l’intervista sul canale YouTube di AIOM clicca qui. |
I PAZIENTI | OMS | LO STUDIO | IL TAVOLO TECNICO DEL MINISTERO INCONTRA LE ASSOCIAZIONI
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha istituito il Tavolo Tecnico per affrontare tutti gli aspetti tecnico-scientifici riguardanti la gestione dei pazienti oncologici, oncoematologici e cardiologici nella fase 2 della pandemia. I componenti del Tavolo Tecnico sono Francesco Cognetti (Presidente di Fondazione Insieme contro il Cancro e coordinatore del Tavolo Tecnico), Franco Locatelli (Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, membro del Comitato tecnico scientifico della Protezione Civile e delegato del Ministro della Salute), Giordano Beretta (Presidente Associazione Italiana di Oncologia Medica), Paolo Corradini (Presidente Società Italiana di Ematologia), Fabio Ciceri (Presidente Gruppo Italiano per il trapianto di midollo osseo Università “Vita-salute” San Raffaele di Milano), Ciro Indolfi (Presidente Società Italiana di Cardiologia) e Francesco Romeo (Presidente Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus). .. continua a leggere
| “STUDI SU VACCINI VELOCI MA GARANTIRANNO SICUREZZA”
“L’accelerazione dello sviluppo dei candidati vaccini anti Covid-19 è stata possibile perché i passaggi sono stati resi più efficienti, ma saranno comunque estremamente sicuri e ben gestiti. Ci sono molti progetti in corso e nessuno ‘taglierà’ alcun passaggio: ci sono cose che si possono fare per ridurre i tempi, ma la sicurezza rimane un imperativo”. Lo ha affermato Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitarie dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in conferenza stampa a Ginevra. “C’è una collaborazione senza precedenti nel mondo – ha proseguito Ryan – e l’impegno sarà anche quello di procedere su trial di efficacia più estesi possibile, per poter osservare anche il più raro degli effetti collaterali, che nei gruppi di studio più ristretti non si possono notare. Ci stiamo assicurando che sia così…continua a leggere
| “COMPLICAZIONI CEREBRALI NEI CASI COVID PIÙ GRAVI”
Scienziati britannici hanno condotto una ricerca su alcuni dei casi più gravi di coronavirus in 153 ospedali della Gran Bretagna, che mostrano una serie di complicanze a livello neurologico che potrebbero essere legate alla malattia. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista The Lancet. Tuttavia, avvertono i ricercatori, non è possibile trarre conclusioni sulla percentuale totale di pazienti COVID-19 che probabilmente saranno interessati da questi danni, anche se l’obiettivo è stabilire i meccanismi con cui sviluppare possibili cure. Benedict Michael, dell’Università di Liverpool, e autore dello studio, ha sottolineato che fino ad ora le associazioni tra infezione Covid-19 e possibili danni di questo tipo sono state limitate ai risultati estratti dagli studi di un massimo di dieci pazienti. “È importante notare che si concentra su casi che sono abbastanza gravi da richiedere il ricovero in ospedale”, ha detto Michael …continua a leggere
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