mercoledì, 29 novembre 2023
Medinews
23 Marzo 2004

TUMORI, AD IMPERIA 850 NUOVI MALATI ALL’ANNO. PIÙ ATTENZIONE DI MEDICI E SPECIALISTI ALLA ‘FATIGUE’

Il numero dei casi di tumore è stazionario da due anni, ma non per questo si deve abbassare la guardia. Tra i più diffusi quello della mammella, del colon e del polmone che si attestano su un’incidenza simile alla media nazionale; elevata anche la diffusione dei tumori urologici della prostata e della vescica che presentano un’incidenza molto alta nei lavoratori dei vivai e nei floricoltori. “Nella nostra provincia – spiega il dr. Domenico Guarneri dell’Unità Operativa di Oncologia Medica della Asl 1 – lavorare nelle serre è un’attività molto diffusa, ma non sempre gli addetti utilizzano pesticidi e fertilizzanti con mascherine e accorgimenti protettivi. Il Registro Tumori regionale non rileva queste variazioni locali e non risulta che, al momento, abbia svolto studi particolari sull’argomento, ma il dato è un campanello d’allarme”. Il livello delle cure in città ha però raggiunto negli ultimi anni standard qualitativi elevati e oggi l’85% dei casi di tumore della provincia viene curato alla divisione di oncologia medica diretto dalla prof.ssa Elisabetta Campora. I pazienti, quindi, non sono più costretti a recarsi in Francia, a Nizza, oppure a Milano, Torino, Genova. “Grazie a questi risultati – aggiunge il dr. Guarneri – abbiamo la possibilità di dedicarci sempre di più alla qualità di vita dei nostri pazienti con la collaborazione del medico di famiglia, figura fondamentale per il malato dimesso dall’ospedale. E proprio per questo abbiamo deciso di tenere anche nel nostro territorio un convegno di aggiornamento sulla ‘Fatigue’, una malattia nella malattia che colpisce oltre il 90% dei malati di tumore”.

L’iniziativa dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) è nazionale ed ha coinvolto finora oltre 30 città italiane. Si tratta di un corso di aggiornamento per medici di medicina generale, accreditato ECM, studiato e realizzato per loro da colleghi appositamente formati e da oncologi medici. L’incontro per la città di Imperia è in programma domani dalle 19 alle 23 all’Ordine dei Medici, in via Cascione 7. In cattedra, oltre al dr. Guarneri dell’AIOM anche il dr. Giovanni Amoretti, medico di famiglia della SIMG.
“Il filo conduttore – precisa il dr. Guarneri – sarà la lotta alla ‘fatigue’, un mix di stanchezza, estrema debolezza, mancanza di energia, che affligge oltre il 90% dei malati con tumore sottoposti a chemio e radioterapia. Uno dei pregi di questa iniziativa è proprio questo: mentre del dolore se ne parla sempre di più e si cominciano a vedere i primi risultati, su questa ‘malattia nella malattia’ che interferisce moltissimo nella vita del paziente, condizionandolo anche nelle cure e costringendolo a limitare i cicli di chemioterapia e quindi la loro efficacia siamo ancora molto indietro: rimane sottostimata dai medici e sconosciuta dagli stessi pazienti, che la credono una conseguenza inevitabile del cancro. Solo il 38% di chi ne soffre ne parla con il proprio medico, meno di una persona su due, e solo il 9% viene sottoposto a trattamenti specifici.
“Ben venga questa iniziativa – afferma il dr. Amoretti – che prevede un maggior coinvolgimento del medico di famiglia nella cura e nella gestione del paziente oncologico. Ciò è in perfetta sintonia con la preferenza espressa nell’ultimo decennio dai pazienti a curarsi, per quanto possibile, al proprio domicilio supportati dai servizi territoriali e dall’affetto dei familiari. A rafforzare questa tendenza intervengono evidenze di economia sanitaria che incentivano la gestione territoriale del paziente in quanto espressamente meno costosa rispetto a quella ospedaliera. Questo corso vuole presentare ai Medici di Medicina Generale il problema ‘fatigue’ come un fenomeno multidimensionale che riduce i livelli di energia, le capacità mentali e lo stato psicologico dei pazienti oncologici, facendo acquisire le conoscenze necessarie per riconoscerlo e per far sì che non venga trascurato nell’ambito dei piani di trattamento. Questo aspetto del percorso assistenziale, più ancora che per altri settori della medicina, comporta infatti lo sviluppo di una sensibilità dei medici anche verso le manifestazioni non strettamente cliniche delle malattie, facendo crescere la voglia di dedicare del tempo ad approfondire tematiche impegnative, sia sul piano scientifico, sia su quello relazionale nel rapporto medico-paziente”.
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