TUMORE DEL RENE: “EFFICACE LA COMBINAZIONE NIVOLUMAB E IPILIMUMAB IL 70% DEI PAZIENTI CON MALATTIA METASTATICA È VIVO A DUE ANNI”
Sono stati osservati meno eventi avversi di grado 3/4 correlati al trattamento nel braccio con nivolumab 3 mg/kg e ipilimumab 1 mg/kg (38,3%) che in quello con nivolumab 1 mg/kg e ipilimumab 3 mg/kg (61,7%).
Questi risultati saranno presentati al Congresso ESMO (European Society for Medical Oncology) 2016 durante una sessione poster domenica 9 ottobre (Abstract #1062P).
“Rimane un significativo bisogno insoddisfatto di opzioni terapeutiche che offrano risposte continuative e che aumentino la sopravvivenza dei pazienti con carcinoma a cellule renali, la più comune forma di tumore del rene”, ha affermato Asim Amin del Levine Cancer Institute, Carolinas HealthCare System. “I risultati dello studio CheckMate -016 sono incoraggianti e stimolano il proseguimento degli studi, perché mostrano che, a un follow-up di quasi 2 anni, ciascun braccio di combinazione con nivolumab e ipilimumab presentava una risposta ancora in atto nel 40% dei pazienti”.
Quasi un terzo delle diagnosi di carcinoma a cellule renali (RCC) avviene quando la malattia è già metastatizzata o si è diffusa ad altre parti del corpo. Allo stadio IV, i tassi di sopravvivenza sono bassi, con circa il 12% dei pazienti con tumore avanzato del rene ancora vivi dopo 5 anni.
“I risultati di CheckMate -016 presentati al Congresso ESMO quest’anno confermano il nostro approccio di studiare la combinazione di due nostri farmaci immuno-oncologici, nivolumab e ipilimumab, per migliorare gli outcome dei pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico”, ha dichiarato Vicky Goodman, Development lead, Melanoma and Genitourinary Cancers, Bristol-Myers Squibb. “Il nostro programma di fase III con la combinazione di nivolumab e ipilimumab nel trattamento di prima linea del carcinoma a cellule renali metastatico è in corso e speriamo di confermare questi risultati iniziali man mano che proseguiremo la ricerca”.