giovedì, 3 ottobre 2024
Medinews
2 Dicembre 2004

TUMORE AL SENO, UNA GUERRA CHE SI PUO’ VINCERE A MODENA UN CONVEGNO PER PARLARE CON LE DONNE

Modena – In Italia otto donne su dieci sopravvivono ad un tumore al seno. Anzi, integrando prevenzione, nuove tecniche chirurgiche, radioterapia e farmaci ‘intelligenti’ – almeno per le lesioni più piccole di un centimetro – una paziente può risolvere il suo problema nel 99,5% dei casi e con non più di 2 giorni di ricovero. Quasi come per un’appendicite. “Dati questi impensabili solamente 20 anni fa, quando le guarigioni non superavano il 40% e anche la vittoria sulla malattia lasciava comunque segni indelebili nel corpo delle donne – afferma il prof. Pierfranco Conte, direttore del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia – Oggi il 90% conserva il seno e grazie alla tecnica del ‘linfonodo sentinella’ il 70% mantiene intatta anche l’ascella. La donna operata ha cioè una qualità della vita del tutto paragonabile ad una sana, né va incontro a discriminazioni sotto il profilo estetico”. Tutto bene, dunque? “Certo che no – sostiene Conte – guai ad accontentarsi. In base ai dati di tutti i registri tumori, nel nostro Paese ogni anno il carcinoma della mammella colpisce ancora oltre 28.000 donne e causa 11.000 decessi (a Modena nel 2002 sono stati diagnosticati 556 tumori mammari, che rappresentano il 30,8% di tutte le neoplasie della donna, e 151 decessi, il 18,6% delle morti). Rimane la prima causa di morte nella fascia d’età tra i 35 e i 44 anni e in molte zone rappresenta un quarto circa di tutti i tumori di cui soffrono le donne. I progressi scientifici sono fondamentali ma non bastano: devono essere percepiti e conosciuti dalle dirette interessate, così come deve essere continuamente sostenuta la cultura della prevenzione, in modo da anticipare il più possibile la scoperta di un’eventuale neoplasia”.
L’imperativo categorico degli esperti è dunque: parlare alle donne. Un compito che l’AIOM ha deciso di assumersi in prima persona organizzando dieci incontri pubblici, in altrettante città italiane, in cui oltre agli oncologi sono coinvolti i medici di famiglia e le associazioni di volontariato, con l’obiettivo di “far crescere la consapevolezza della malattia, instaurare un dialogo e una collaborazione più stretti tra tutti gli attori chiamati a curare il cancro”. La quinta tappa di questo tour (la prima è stata il 29 maggio scorso a Ragusa, la seconda il 29 giugno a Genova, la terza il 15 luglio a Sora, in provincia di Frosinone, la quarta il 12 novembre a Bergamo) si tiene sabato prossimo a Modena. Nella sala conferenze dell’Hotel Real Fini (via Emilia Est 441), dalle 9.30 alle 12, è in programma una mattinata di studi aperta alla popolazione dal titolo “Il tumore al seno, una guerra vinta?”. Al convegno, coordinato dal prof. Conte, interverranno anche il sindaco della città, Giorgio Pighi, il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Giuseppe Torelli; Giorgio Mazzi, direttore sanitario dell’AUSL di Modena; Gianni Natalini, primario della chirurgia 3 del Policlinico; Giorgio De Santis, primario della chirurgia plastica e ricostruttiva sempre del Policlinico; Antonio Frassoldati, responsabile del Modulo di oncologia senologica del Policlinico; Ennio Gallo, responsabile dello Screening mammografico della Provincia di Modena; Ghassan Daya, medico di medicina generale; Gianni Pieroni, direttore sanitario dell’Azienda Policlinico di Modena; Catia Ghinelli del servizio Psicosociale del Policlinico e i rappresentanti delle Associazioni di volontariato; Cesto di Ciliege, Lega italiana per la Lotta contro i tumori, Amo e Angolo Carpi.
“Quello a cui abbiamo assistito nell’arco di pochi decenni – spiega il direttore dell’Oncologia del Policlinico modenese – è un progresso enorme, frutto del lavoro della ricerca clinica e di base e di una vera e propria rivoluzione in ambito terapeutico. L’esplosione delle conoscenze nel campo della biologia tumorale ha messo a disposizione dei ricercatori una serie di tecniche sempre più sofisticate per studiare i geni, i loro prodotti proteici, i vari aspetti del ciclo cellulare. Questo ci ha permesso di tracciare quella che si può definire la ‘carta d’identità’ del tumore e di capire che non tutte le neoplasie sono uguali. L’identificazione di alcuni marcatori tumorali specifici offre infatti all’oncologo la possibilità di fare una prognosi più accurata e di scegliere una terapia specifica. Per fare un esempio concreto, le donne con tumore al seno in fase metastatica hanno la possibilità di sottoporsi ad un test, in grado di localizzare precocemente la presenza o meno di un recettore specifico, denominato HER2, e conseguentemente usufruire dell’unica terapia potenzialmente curativa. I tumori HER2 positivi – il 25% circa dei carcinomi alla mammella – rispondono al trattamento con un anticorpo monoclonale, che non è invece efficace nei tumori che non presentano questa alterazione”.
La possibilità di un’integrazione tra la ricerca e la clinica, tra il laboratorio e il reparto, è l’altro fondamentale tassello per trasferire direttamente al paziente le acquisizioni degli studi.
“La ricerca traslazionale – prosegue Conte – ci offre l’opportunità di studiare tutti i nuovi farmaci e mettere a punto terapie personalizzate. L’identificazione di molecole che interagiscono con un difetto specifico ha radicalmente cambiato l’approccio alla farmacologia antineoplastica, passato da una farmacologia basata sulla malattia ad una terapia guidata sul difetto molecolare. Questi concetti sono alla base di quella che viene definita target therapy, l’utilizzo cioè di farmaci che agiscono su recettori cellulari specifici. L’azione “target” del farmaco non solo influenza positivamente il risultato terapeutico, come è stato dimostrato in studi clinici randomizzati, ma essendo selettiva, risparmia le cellule sane dell’organismo, con un miglioramento quindi del profilo di tollerabilità del trattamento, a tutto vantaggio del paziente e della sua qualità di vita”.
“Il convegno di sabato – conclude – sarà interattivo, con il pubblico invitato a far domande ogni qualvolta lo ritiene necessario e servirà per approfondire alcune grandi tematiche riguardanti il carcinoma mammario: cos’è, i principali fattori di rischio, la prevenzione, le terapie farmacologiche, la realtà delle associazioni a Modena, l’esperienza del tumore vissuta dalle pazienti e dai loro famigliari”.
Al pubblico presente verrà distribuito materiale informativo prodotto dall’ufficio stampa AIOM.
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