La prof.ssa Paola Queirolo, responsabile scientifico di ‘Mela Talk’: “E’ giunto il momento di dare voce ai pazienti alle prese un tumore ancora grave, per il 20% dei malati, ma che si può sconfiggere”
Meldola (FC), 30 ottobre 2018 – Sempre più italiani sono colpiti dal melanoma, uno dei più temuti tumori della pelle. E questo avviene anche in Emilia Romagna dove per il 2018 sono attesi 1.300 nuovi casi. Il tumore si presenta in forma grave ancora per il 20% dei malati. Grazie alle nuove cure è possibile riuscire a sconfiggere la malattia ed giunto quindi il momento di dare voce ai pazienti e ai loro caregiver. E’ quanto è emerso durante la seconda tappa di “Mela Talk” che si è svolta recentemente a Meldola. Il progetto, realizzato con il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb, prevede un ciclo di incontri su tutto il territorio nazionale. “Il nostro obiettivo è offrire un reale supporto a chi deve affrontare la diagnosi di una neoplasia così pericolosa – afferma la prof.ssa Paola Queirolo, responsabile scientifico di ‘Mela Talk’ e responsabile del DMT (Disease Management Team) Melanoma e Tumori cutanei dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova -. Ogni nuovo paziente deve intraprendere, infatti, un percorso terapeutico importante e saper rispondere a numerose sfide quotidiane. Nei nostri incontri vogliamo favorire il dialogo aperto e costruttivo con gli specialisti che compongono il team di cura, oncologi, dermatologi, nutrizionisti e psico-oncologi. Una vittoria contro il cancro passa anche dall’ascolto delle paure e dei dubbi, dall’emergere delle criticità ma soprattutto dal fornire informazioni chiare ed esaustive in tema di diagnosi e cura”.La seconda tappa del “Mela Talk” si è tenuta presso l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T). “Abbiamo parlato anche di prevenzione primaria e secondaria che rimangono un’arma fondamentale nelle nostre mani – conclude la prof.ssa Queirolo -. Quest’anno in tutta la Penisola i nuovi casi di melanoma saranno 13.700. Tutti noi dobbiamo prestare quindi la massima attenzione al cambiamento nella forma, dimensione o colore di un neo. Rappresenta un segnale d’allarme che non deve essere sottovalutato. In passato vi era scarsa consapevolezza tra i cittadini sui rischi legati all’esposizione indiscriminata al sole. Oggi, grazie anche alle campagne di sensibilizzazione, non è più così. Inoltre grazie a nuove strategie terapeutiche come l’immunoterapia possiamo ottenere grandi risultati anche nella fase avanzata della malattia. Ma molta strada resta ancora da percorre soprattutto per quanto riguarda le conoscenze dei più giovani”.