Firenze, 16 febbraio 2009 – In sette giorni sono aumentate del 50% le richieste di indagini diagnostiche
L’Australiana sta rallentando la sua corsa. Il numero degli italiani colpiti dall’influenza nell’ultima settimana è infatti in netto calo: 310.000 rispetto al mezzo milione della precedente rilevazione, con un’incidenza pari a 6,2 casi per mille abitanti (sette giorni fa era di 7,7 per mille). Anche altri indicatori che fortemente si correlano alla patologia sono in diminuzione: le visite domiciliari sono infatti diminuite del 10%, così come ricoveri ospedalieri correlati a patologie influenzali e i giorni di malattia prescritti. È invece rimasto sostanzialmente invariato il numero delle persone con malattie respiratorie acute: sono 315.000, pari a 6,3 casi ogni mille abitanti. Anche la percentuale di pazienti trattati con antibiotici è stabile (uno su tre); ma, in una settimana, si è registrato un incremento del 50% nella richiesta di indagini diagnostiche. Sono i risultati dell’ultimo rapporto settimanale di ‘Health Search’/‘Italia, come stai?’, il progetto della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) che ha l’obiettivo di monitorare lo stato di salute del Paese. “L’influenza – spiega Claudio Cricelli, presidente della SIMG – si sta spostando verso Est e i primi Paesi in cui si era registrata la maggiore incidenza, Portogallo e Regno Unito, sono in fase calante. L’Italia, che si trova in una posizione geografica intermedia, inizia a segnalare una diminuzione dei casi. Alla luce dei dati finora disponibili possiamo affermare che l’incidenza della epidemia ‘Australiana’ si attesta a un livello intermedio tra quella registrata nella stagione record 2004-2005 e quella del 2005-2006, che si è collocata ai minimi storici. Desidero inoltre sottolineare la sostanziale capacità del sistema di rilevazione di valutare l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale e di prevedere sia l’andamento dei carichi di lavoro dei vari comparti (Cure Primarie e Ospedali) che delle possibili complicanze della epidemia influenzale rispetto alle quali redigeremo un apposito rapporto a conclusione del ciclo epidemico. Questi dati sono utili ai fini della programmazione del comparto ospedaliero del Servizio sanitario nazionale oltre che alla organizzazione delle cure in medicina generale.”Per approfondimenti: www.italiacomestai.it