lunedì, 25 settembre 2023
Medinews
7 Marzo 2005

INFARTO: DONNE PIU’ A RISCHIO PER UNA MUTAZIONE GENETICA

Roma – Una mutazione genetica aumenta il rischio di infarto soprattutto nelle donne.
E’ il risultato di una ricerca, pubblicata su ‘Nature Genetics’, condotta dal dott. Massimiliano Ria, un ricercatore italiano che lavora al Karolinska Institute di Stoccolma.
Lo studio internazionale, in collaborazione con Xiaosong Wang del Jackson Laboratory di Bar Harbor (Usa) e con altri colleghi della Tohoku University di Sendai (Giappone), ha messo in evidenzia come la variante del gene Tnfsf4 possa causare problemi cardiaci perché favorisce l’aterosclerosi.
Inizialmente la variante e’ stata identificata nei topi, ma in seguito e’ stata isolata una mutazione simile anche in pazienti che avevano subito un infarto cardiaco.
“La scoperta – spiega il ricercatore Ria – apre nuovi orizzonti anche in campo terapeutico, perchè i farmaci che inibiscano il funzionamento di questo gene potrebbero rivelarsi efficaci per combattere l’aterosclerosi e prevenire gli infarti ”.
Gli esperimenti eseguiti sui topi hanno messo in evidenzia che gli 11 geni di quest’area potevano facilitare o inibire la formazione di placche nelle arterie quando gli animali seguivano una dieta ricca di grassi.
Modificati alcuni di questi geni, i dati hanno rivelato che, iperattivando o ‘spegnendo’ il gene Tnfsf4, l’aterosclerosi poteva essere, rispettivamente, indotta o prevenuta.
“Con un altro studio – continua il ricercatore –sono stati confrontati due diversi gruppi di pazienti che avevano subito un infarto con persone sane di controllo. Secondo le analisi, una particolare variante del gene Tnfsf4 aumentava significativamente il rischio di aterosclerosi e di infarto”.
L’effetto di questa variante e’ risultato più marcato nelle donne, e poiché anche nei topi i rischi associati alla mutazione che iperattivava il Tnsf4 erano più evidenti nelle femmine, i ricercatori suggeriscono che esista un’interazione tra questo gene e altri fattori legati al sesso.
Giuliano D’Ambrosio
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