Roma, 2 giugno 2009 – “Necessario massimizzare l’efficacia terapeutica e minimizzare rischi, invasività e reiterazione”. Successo dipende da età della partner e qualità sperma
Personalizzazione del “piano terapeutico” per ogni paziente e coppia, definizione individualizzata del numero ottimale di embrioni necessario a ottenere la gravidanza, più qualità che quantità mediante limitazione della crioconservazione embrionale al minimo indispensabile e, nel caso la coppia richieda la conoscenza dello stato di salute dell’embrione, possibilità di diagnosi genetica preimpianto con proibizione di esami a finalità eugenetica. Sono i punti essenziali del documento che tutte le Società Italiane della Medicina della Riproduzione hanno sottoscritto, a chiusura del loro primo congresso unificato che si è svolto a Riccione dal 28 al 30 maggio, per esprimere una posizione unitaria dopo la sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge 40 riguardante la Fecondazione assistita. La sentenza consente oggi di rendere la Legge 40 più appropriata a cogliere le esigenze delle coppie infertili e le indicazioni della letteratura scientifica internazionale. Ed è essenziale che tutti gli operatori del settore e le società scientifiche abbiano concordato un documento, che rappresenta una sintesi condivisa, identificando un percorso nuovo, nell’interesse della salute della donna. Il documento sottoscritto risponde alla necessità di offrire alle coppie, ed in particolare alle donne, il massimo dell’efficacia terapeutica e il minimo dei rischi per la propria salute fisica e psichica, limitando l’invasività e la reiterazione degli atti terapeutici. Il documento di consenso è stato firmato dalla Dr.ssa Claudia Livi (CECOS Italia), dal Prof. Vincenzo Gentile (Società italiana Andrologia – SIA), dal Dr. Guido Ragni (Società Italiana della Riproduzione – SidR), dal Dr. Paolo Giovanni Artini (Società Italiana Embriologia Riproduzione Ricerca – SIERR), dal Dr. Carlo Bulletti (Società Italiana Fertilità Sterilità -Medicina Riproduzione – SIFES-MR) e dal Dr. Mauro Costa (Società Italiana Ospedaliera Sterilità – SIOS).Nel documento si afferma inoltre che i fattori che più influiscono sul risultato della fecondazione sono età della donna, qualità del liquido seminale, precedenti fallimenti e tipo di risposta dell’ovaio. Inoltre si sottolinea come in tutto il mondo le linee guida identifichino come priorità la personalizzazione e modulazione delle terapie, che tendono a limitare i parti multipli, senza compromettere l’efficacia della tecnica. Questo si può ottenere soltanto trasferendo in utero un numero limitato di embrioni, riducendo anche la quantità di embrioni crioconservati. La tutela della salute dei nascituri passa anche attraverso la limitazione delle gravidanze multiple, principale causa di morbilità e mortalità materna e feto-neonatale. L’introduzione di queste misure può consentire un notevole contenimento della spesa sanitaria, rappresentata per la maggior parte proprio dall’assistenza ai prematuri da gravidanza multipla nonché dalla reiterazione dei trattamenti per molteplici cicli.