martedì, 3 dicembre 2024
Medinews
16 Ottobre 2008

DIABETE, AL VIA IL PRIMO PROGETTO PIEMONTESE

Il dott. Uberti: “È un protocollo di gestione integrata capillarmente diffuso a tutto il territorio piemontese per superare le difficoltà nel trattamento della malattia”

Torino, 16 ottobre 2008 – In Piemonte il 6% della popolazione è iscritto al registro regionale del diabete ma si stima che i diabetici siano almeno l’8 percento, ben più della media nazionale che si assesta sul 6%. “Si tratta di pazienti troppo spesso gestiti senza un vero coordinamento tra diabetologo e medico di famiglia, che conseguentemente mancano di una integrazione tra diabete e altre patologie presenti – spiega Marzio Uberti, presidente della sezione Piemonte della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) -. Proprio per questo, primi in Italia, ci siamo attivati e entro pochi giorni verrà siglato un protocollo di gestione integrata del paziente diabetico esteso a tutto il territorio regionale, che prevede la collaborazione tra medici di medicina generale e diabetologi. Saremo un punto di riferimento dal punto di vista nazionale. È importante che le persone con questa patologia tornino a essere seguite dal medico di famiglia, che può essere il vero punto di riferimento in grado di integrare le diverse terapie necessarie per trattare una malattia complessa come il diabete”. E proprio “Medicina Generale: medicina delle complessità. Modelli integrati di assistenza al paziente tra ospedale e territorio” è il titolo del 2° Congresso Regionale SIMG Piemonte, che si terrà venerdì e sabato a Torino, con la partecipazione di 200 esperti e di Eleonora Artesio, Assessore regionale alla Sanità. “Nella prima giornata – continua il dott. Uberti – tre sessioni sono dedicate al problema della gestione di situazioni cliniche che richiedono una stretta collaborazione tra le varie figure operanti all’interno del Servizio Sanitario Nazionale: oltre al diabete, si parla di patologie respiratorie e osteoarticolari. Un altro tema particolare che viene affrontato è la farmacovigilanza. Sabato le relazioni si occuperanno di politica della professione: verranno approfonditi gli aspetti antropologici, filosofici e psico-sociologici insiti nel concetto di complessità e come questi aspetti si declinino nel setting della Medicina Generale”. Sono passati 8 anni dall’ultimo congresso regionale SIMG a Torino. “Il Congresso – spiega Uberti – è l’occasione per riflettere sull’intreccio di componenti scientifiche, relazionali, politiche ed economiche che caratterizzano la gestione della salute dei cittadini. Abbiamo scelto un approccio integrato che analizza l’operato del medico di medicina generale all’interno del Servizio Sanitario Nazionale e gli strumenti per il miglioramento della qualità del suo intervento”. “La nostra attività – conclude Uberti – si dibatte tra linee guida, clinical governance, normative, controlli, informazione sanitaria della popolazione e obiettivi di contenimento della spesa sanitaria. In questo contesto abbiamo deciso di ragionare sugli strumenti che abbiamo a disposizione per svolgere al meglio il compito che ci compete”.
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