Previsto un confronto con rappresentanti delle Istituzioni sullo stato delle cure nelle Regioni meridionali. Con l’obiettivo di eliminare le disuguaglianze geografiche
Catanzaro, 5 marzo 2008 – Parte dalla Calabria l’input per gestire al meglio le tossicità che possono derivare dall’impiego dei nuovi farmaci biologici per la cura del cancro. A confronto oncologi medici e specialisti di settore (cardiologi, dermatologi, medici legali ecc..), un approccio multidisciplinare con l’obiettivo di mettere il paziente al centro dell’attenzione. “Farmaci biologici e nuovi chemioterapici: come si sono modificate le tossicità correlate alla terapia” è il titolo del convegno interregionale ‘AIOM Sud e Isole’ che si svolge a Catanzaro il 7 e 8 marzo al Palazzo della Provincia – Casa delle Culture, dove si riuniranno circa 200 esperti. L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ancora una volta è in prima linea nell’aggiornamento scientifico degli oncologi del Sud e nel porre sotto i riflettori la qualità dell’assistenza oncologica ai cittadini del Mezzogiorno. “Le nuove terapie basate sui farmaci biologici si sono rivelate efficaci nella cura di molti tumori. Ma sono anche emerse nuove tossicità diverse da quelle legate alla ‘tradizionale’ chemioterapia, di fronte alle quali spesso l’oncologo medico non è preparato. – spiega il dott. Stefano Molica, Direttore della struttura complessa di Oncologia Medica dell’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, che, insieme al dott. Gianfranco Filippelli, Direttore del reparto di Oncologia Medica del P.O. di Paola, presiede il Convegno calabrese-. E non esistono linee guida di riferimento per gestire questi eventi che influenzano negativamente la qualità di vita del paziente. Da qui la decisione di dedicare il nostro meeting all’approfondimento di questo tema”. Non solo. È anche prevista una tavola rotonda che coinvolgerà medici e importanti figure politico-istituzionali con la specifica finalità di favorire un dibattito sullo stato delle strutture oncologiche nel Sud Italia, anche alla luce dei dati del libro bianco AIOM. Interverranno, tra gli altri, Vincenzo Spaziante, assessore alla Sanità della Regione Calabria, e Agazio Loiero, Presidente della giunta regionale.“Il livello dell’assistenza oncologia nel Meridione è decisamente migliorato – continua il dott. Molica -. In particolare in Calabria abbiamo adottato un approccio basato sulla condivisione, un meccanismo a rete che ha favorito un fenomeno singolare, quello dell’emigrazione di ritorno: pazienti che in precedenza si sono recati in altre Regioni ritornano in Calabria mossi dal credito che ci stiamo guadagnando”. Ovviamente restano aperte ancora molte questioni: il problema delle criticità nelle Regioni meridionali è sempre attuale e va affrontato a viso aperto e con maggiore urgenza nel campo dell’assistenza sanitaria oncologica in cui il cittadino rischia di sentirsi più solo e indifeso. “Come ha ricordato Livia Turco all’ultimo Congresso Nazionale AIOM di Palermo – conclude il dott. Molica – è importante eliminare ogni disuguaglianza geografica nell’opportunità di cura per i pazienti con cancro”. Va comunque rilevato che i progressi negli ultimi anni ci sono stati e sono documentati. Dal III censimento nazionale, pubblicato nel Libro Bianco dell’AIOM nel 2006 e condotto sulla stragrande maggioranza delle strutture italiane di oncologia medica, è emerso un dato su tutti: se nel 2001 nemmeno 1 struttura su 10 poteva contare su un’apparecchiatura diagnostica d’eccellenza dedicata ai malti oncologici, oggi il 50% ce l’ha. La Tac è più capillarmente presente al Sud e Isole che non nel resto del Paese e ciò porta benefici immediati nel percorso assistenziale dei pazienti, una volta (parliamo del 2001) costretti a viaggiare anche all’interno delle nostre Regioni, solo per eseguire una semplice Tac. Inoltre la risonanza magnetica è presente in 7 centri su 10 così come accade nelle strutture del Centro e di poco inferiore alle 8 su 10 del Nord.