Firenze, 8 aprile 2008 – I medici di famiglia italiani danno la loro piena disponibilità ad essere più coinvolti in ogni strategia diretta ad affrontare il problema della crescita della cronicità di molte malattie, prime fra tutte quelle tumorali e cardiovascolari, aumento che fa lievitare la spesa per cure e riabilitazione. “In Italia si vive mediamente 2 anni in più della media Ocse – afferma Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) – quasi 80 anni rispetto a 78, e nel 2010 l’Istat ha stimato che gli ultrasessantancinquenni italiani saranno più di 12 milioni. Il miglioramento di molte terapie incide anch’esso nell’allungamento della vita media, aumentando però il problema della gestione delle malattie dell’anziano e dell’anziano fragile. Dobbiamo essere più attrezzati per affrontare questa sfida ma soprattutto per assicurare servizi sanitari e sociali degni di un sistema sanitario fiore all’occhiello dell’Italia. Bisogna insistere sulla forte integrazione dei servizi sanitari e di quelli sociali. In particolare il nostro Paese ha bisogno di servizi residenziali e territoriali finora non sufficientemente sviluppati o rimasti sulla carta in molte realtà locali, oltre che di fondi ancora insufficienti. L’Assistenza domiciliare integrata (Adi), per esempio, ancora non decolla in tutte le realtà. Il medico di medicina generale può giocare un ruolo fondamentale: sia nel coinvolgimento nell’Adi che nell’aumentare l’adesione ai programmi di screening tumorali o l’aderenza ai trattamenti anti-infarto e in generale promuovendo tra i propri assistiti la cultura della prevenzione sia primaria che secondaria”.
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