lternano fasi in cui rifiutano il cibo a periodi in cui mangiano troppo, con gravi conseguenze per l’organismo. L’informazione strumento per combattere il fenomeno
Genova, 28 aprile – Ben il 5% degli adolescenti italiani – circa 100.000 ragazzi dai 15 ai 18 anni – ha un rapporto conflittuale con il cibo. Più colpite le giovani donne con numeri da vera e propria emergenza sociale. A Genova e in tutta la Liguria questo triste primato femminile è ancora più accentuato: il 98% dei casi anoressia e bulimia nervosa interessa le ragazze, contro una percentuale nazionale del 95%. “Il fenomeno purtroppo è ben noto – afferma la dott. Gianna Schelotto, psicologa e psicoterapeuta a Genova, tra le maggiori esperte nazionali del problema -. Ma fortunatamente, pur rimanendo un problema molto serio, dagli anni ’90 ad oggi si assiste ad una stasi del numero di pazienti anoressiche, mentre aumentano i casi di bulimia, in precedenza sottostimata.” La corretta conoscenza di questi disturbi è sicuramente un modo per frenarne la diffusione. “Le campagne d’informazione hanno avuto un ruolo decisivo nel far conoscere queste malattie – continua la dr. Schelotto – se ne è parlato molto e questo ha determinato una minore spinta a rincorrere a canoni di magrezza estrema. Il modello femminile si è un po’ arrotondato, normalizzato. L’anoressica è diventata una malata grave, non un esempio da imitare”. Di questi argomenti si parlerà nel corso della conferenza dell’Osservatorio Nazionale per la salute della Donna (O.N.Da), in programma per il 2 maggio a Genova alle ore 17 al Teatro della Gioventù. L’incontro genovese, aperto dall’assessore provinciale Maria Cristina Castellani, è parte di un ciclo di incontri promossi dall’Osservatorio O.N.Da (www.ondaosservatorio.it) con l’obiettivo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, la classe medica e le istituzioni locali sui fattori di rischio legati alla salute femminile.“Molti studi – afferma Francesca Merzagora, presidente nazionale dell’Osservatorio – dimostrano quanto le donne siano svantaggiate rispetto agli uomini nella tutela della loro salute e quanto sia importante promuovere una consapevolezza sociale e individuale sui fattori di rischio legati alla salute femminile. O.N.Da ha l’obiettivo di promuovere una cultura della salute di genere considerando le ‘naturali differenze’ dell’universo femminile”. In questa ottica si colloca anche la conferenza genovese, terzo incontro di una quindicina organizzati da O.N.Da in molte città italiane, con l’obiettivo di affrontare le diverse problematiche riguardanti la salute delle donne. Nel caso dei disturbi alimentari, sostengono gli esperti, vanno evidenziati i sintomi, sottolineata l’importanza della diagnosi precoce per offrire gli strumenti per accompagnare in modo sereno e propositivo chi è colpito da disordini alimentari su base psichica. “Interventi e libri sull’argomento hanno avuto un effetto di informazione soprattutto sulle famiglie – spiega la Schelotto – Ci sono maggiori elementi per capire e ci si muove prima. Ora abbiamo dati in più per analizzare i comportamenti e i rischi: la fascia d’età di donne colpite da anoressia è quella delle giovanissime, mentre la bulimia – oggi in aumento – riguarda soprattutto le donne dai 30 ai 40 anni. E di bulimia – un tempo vissuta come un peccato solitario – nessuno ne parlava, perché non c’era la percezione della malattia: anche in questo caso la grande informazione ha fatto sì che queste donne ora si rivolgano al medico con più frequenza. L’informazione è sempre una cosa molto utile, molto importante perché consente di intervenire sulla propria vita e su quella degli altri.” Per partecipare all’incontro, aperto alla popolazione, è preferibile registrarsi in anticipo per motivi organizzativi, compilando la scheda predisposta da O.N.Da: la si può richiedere con e-mail a info@ondaosservatorio.it e rispedirla allo stesso indirizzo elettronico, oppure con un fax allo 02-290047299. Altre informazioni anche telefonando allo 02-29015286.