venerdì, 2 giugno 2023
Medinews
26 Aprile 2006

ANOMALI GENETICHE ALLA NASCITA: E’ IL TERZO SESSO? SCIENZIATI A CONFRONTO SUI “NE’ MASCHI NE’ FEMMINE”

Ogni anno in Italia ne nascono 150. Che fare? Intervenire subito con la chirurgia o attendere la maturità della persona per una decisione consapevole? Si cercano linee guida condivise

Roma, 24 aprile. Qualcuno lo definisce terzo sesso. Una parte della classe medica americana sposa la tesi secondo cui chi soffre di mancata differenziazione sessuale alla nascita debba essere lasciato in una sorta di limbo medico-legale permettendo così agli interessati di decidere autonomamente a che sesso appartenere una volta raggiunta la maturità sessuale. Anche in Italia si pone il problema: sono 150 i bambini che ogni anno, alla nascita, non possono essere definiti maschi oppure femmine, con conseguenze mediche e psicologiche devastanti. “Si tratta di un tema complesso e socialmente rilevante – afferma il prof. Giacinto Marrocco, chirurgo pediatra al San Camillo-Forlanini di Roma -. La proposta di istituire un third sex nasce dalla volontà di risolvere i numerosi problemi che affliggono le famiglie e gli individui che soffrono di pseudoermafroditismo. La legge impone loro di scegliere il sesso del bambino prima di lasciare l’ospedale. Si corre così il rischio di sbagliare, con conseguenze devastanti per l’individuo”.
Da Lunedì 24 a mercoledì 26 aprile l’Hilton di Roma ospiterà l’International Meeting on Anomalies of Sex Differentiation, il primo convegno del genere mai realizzato in Italia. “Si è già parlato del problema – spiega Marrocco, presidente del simposio – ma è la prima volta che si parla del tema in tutti i suoi aspetti: dalla definizione biologica-genetica del sesso alla chirurgia, dagli aspetti psicologici-psichiatrici fino agli atteggiamenti più consoni da adottare nei confronti degli adolescenti”.
L’obiettivo del convegno è chiaro e ambizioso: definire per la prima volta linee guida omogenee verso un argomento che trova spesso impreparati culturalmente, soprattutto nei Paesi mediterranei. “Il problema più pesante per noi – insiste Marrocco – è attribuire il sesso ad individui che non sono in grado di esprimere personalmente la loro futura identità di genere. E’ quindi meglio attendere che possano esprimere la loro identità di genere ed adeguare i genitali alla loro scelta futura, come suggeriscono gli scienziati americani oppure decidere per loro oggi, con un elevato rischio di errore?”.
Per tre giorni i massimi esperti mondiali discuteranno di queste scelte certamente non facili. “L’attenzione della comunità scientifica mondiale sarà rivolta a Roma – conclude Marrocco – speriamo che questo convegno serva per dare una visione globale e omogenea, aiutando così genitori e bambini in questo difficilissimo percorso”.
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