Il prof. Crinò, direttore dell’ Oncologia perugina: “Nel complesso la mortalità si è ridotta ma preoccupa l’incidenza di questo carcinoma nell’Alta Valle del Tevere, comunque in calo”
Perugia, 11 aprile 2008 – “Il quadro è positivo: nella nostra Regione i morti per cancro sono in costante calo dalla fine degli anni ’80, meno 1% ogni anno” . Il prof. Lucio Crinò, Direttore dell’Oncologia Medica di Perugia, non ha dubbi: “È una fotografia che premia la buona ricerca e la buona assistenza umbra. In particolare, il Dipartimento di Oncoematologia di Perugia da molti anni svolge una importante attività di ricerca clinica in campo ematologico ed oncologico, riconosciuta a livello internazionale, e la diffusa campagna di screening avviata su tutto il territorio regionale contribuirà presto a rendere questi risultati ancora più soddisfacenti”. I dati, che arrivano dal Registro Tumori umbro, vengono resi noti oggi nell’ambito XVI Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, in corso fino a domani proprio a Perugia. “Un riconoscimento alla nostra Regione da parte di tutta la comunità scientifica italiana – spiega il prof. Crinò -. Preoccupa ancora però soprattutto il cancro dello stomaco, che da noi è più frequente rispetto alla media nazionale, in particolare nella zona nord dell’Umbria. Per fortuna, incidenza e mortalità sono in diminuzione del 3% circa ogni anno e la sopravvivenza per questa neoplasia è tra le più elevate in Italia (circa 35% a 5 anni in entrambi i sessi), così come per il cancro al polmone (sopravvivenza relativa a 5 anni pari al 14% nei maschi e al 18% nelle femmine). Risultati incoraggianti ma comunque non soddisfacenti: servono nuovi progressi terapeutici”. Trasferire il più velocemente possibile le scoperte della ricerca biomolecolare nella pratica clinica è proprio l’obiettivo del Congresso, che vede riuniti oltre 300 esperti nazionali.Ogni anno in Umbria si registrano circa 5000 nuovi casi di tumore: il più frequente nei maschi è il cancro della prostata (con 1222 casi nel 2003-2004, pari al 21% di tutti i tumori maligni, esclusi quelli della pelle), seguito dal grosso intestino (926 casi pari al 16% del totale) e dal polmone (755 casi pari al 13% del totale). Nelle donne, invece, il cancro più frequente è quello alla mammella (1274 casi nel biennio 2003-2004 pari al 28% di tutti i tumori maligni, esclusi i tumori della pelle). Al secondo posto si trovano i tumori del grosso intestino (731 casi pari al 16% del totale) seguiti dal cancro gastrico (324 casi pari al 7.3%). “Il miglioramento delle terapie ha senza dubbio contribuito al controllo della mortalità – continua il prof. Crinò -: un caso emblematico è quello della mammella che può essere in larga misura attribuito al progresso della chemioterapia e del trattamento ormonale. Questi risultati sono ancora più notevoli se pensiamo che la riduzione della mortalità si è ottenuta a fronte di una incidenza crescente, determinata dall’aumento di alcuni fattori di rischio (ad esempio la riduzione del numero di parti e lo spostamento in età più avanzata della nascita del primo figlio). Ma ci attendiamo risultati ancora più soddisfacenti dalla diffusione della diagnosi precoce. Recentemente infatti anche in Umbria sono stati introdotti nuovi screening per il cancro della mammella e del colon retto. L’effetto benefico di questi interventi non si è ancora manifestato perché per “vederlo” sono necessari alcuni anni dall’introduzione, ma senza dubbio possiamo attenderci nel prossimo futuro un’ulteriore riduzione della mortalità. Per questo- conclude Crinò – ci auguriamo che i cittadini aderiscano in massa: se riusciremo ad avere una elevata partecipazione allo screening, a creare una stretta collaborazione tra la diagnosi iniziale e il successivo percorso di trattamento, e a sorvegliare in dettaglio il corretto funzionamento, potremo ottenere il massimo beneficio da questi interventi complessi e “importanti” anche dal punto di vista economico”.