TUMORI: TERAPIE A RISCHIO SE NON SI CURA L’ANEMIA
E proprio il trattamento dell’anziano ha subito una vera e propria ‘rivoluzione copernicana’ e “oggi – afferma Monfardini – trattiamo pazienti ultranovantenni con un certo successo”. Per questo il prossimo appuntamento per gli esperti è fissato per il 21 e 22 novembre a Roma al congresso dell’oncologia in età geriatrica. Si parlerà dei risultati di farmaci antitumorali che sembrano, alla luce delle nostre più recenti acquisizioni, più tollerati e quindi più indicati nei pazienti anziani”. Il congresso servirà per individuare quali molecole risultano meglio tollerate e meno tossiche soprattutto a livello cardiaco: “il nostro impegno futuro – spiega ancora Monfardini – sarà quello di mettere a punto la terapia più indicata e ‘su misura’ per l’anziano, rispettando la sua condizione, le malattie correlate e le politerapie a cui spesso è sottoposto. Si verificherà se i pazienti anziani possono essere trattati secondo i più moderni approcci offerti oggi dalla chemioterapia”. Per la prima volta saranno anche presi in considerazione gli aspetti etici e legali legati alle modalità di richiesta del ‘consenso informato’ con le modalità tecniche più opportune. “Talvolta – sottolinea l’oncologo – si dimenticano vari aspetti solo apparentemente marginali come verificare se l’anziano ha un udito sufficiente a percepire esattamente quello che gli viene comunicato oppure utilizzare moduli con una grafica idonea e caratteri più grandi sul documento con cui concorda l’inizio della chemioterapia”. Piccoli accorgimenti che gli esperti ritengono oggi indispensabili per la migliore riuscita delle cure. Tenendo conto del fatto che oltre il 60% dei tumori si verifica negli ultrasessantenni, il 45% in persone oltre i 70 anni e che il dato è destinato ad aumentare nei prossimi anni.