Bari, 17 dicembre 2015 – Puglia: abuso di alcol per 1 nonno su 3. E sovrappeso, sedentarietà e fumo completano il quadro: percentuali elevate, ma vicine alla media nazionale. Il prof. Vito Lorusso (Direttore di Oncologia Medica all’Istituto Oncologico di Bari): “Negli anziani il rischio di cancro è maggiore che in altre fasce d’età. È importante intervenire con programmi di informazione adeguati”.
In Puglia, il tumore della prostata colpisce ogni anno circa 1.460 persone (35.200 le nuove diagnosi nel 2015 in tutta Italia). È la prima neoplasia tra gli uomini di età superiore ai 65 anni, ma 8 cittadini su 10 non sanno che si può prevenire o comunque convivere con questa malattia attraverso la conduzione di sani stili di vita. Il 46,5% degli anziani pugliesi è in sovrappeso, più del 12% obeso. Uno su quattro non fa esercizio fisico sufficiente, il 47% beve alcol oltre le dosi consigliati e il 26,6% degli over65 continua a fumare anche in età avanzata. Per ribadire l’importanza della prevenzione a tutte le età, approda a Bari la dodicesima tappa del tour “Prostata: contro il tumore vince chi gioca d’anticipo” promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM). Un vero e proprio tour in 23 città, che porta gli oncologi a parlare esclusivamente agli anziani di lotta alle neoplasie nei centri ricreativi per la terza età. L’iniziativa è realizzata grazie al contributo incondizionato di Janssen, farmaceutica di Johnson & Johnson. L’incontro si svolgerà oggi in serata, alle ore 18, presso l’ACSI Puglia (Associazione Centri Sportivi Italiani) di Bari (via Colajanni, 26). “Il fatto che il 79% degli anziani ritenga che modificare le proprie abitudini sbagliate arrivati alla terza età non serve a molto è preoccupante – sottolinea il dott. Vito Lorusso, Direttore Unità Operativa di Oncologia Medica all’Istituto Tumori Giovanni Paolo II di Bari –. È invece ampiamente dimostrata l’azione protettiva e antitumorale della dieta mediterranea e di una regolare attività fisica, in grado di contrastare i principali processi degenerativi legati all’invecchiamento, prevenire i disturbi cardiovascolari e metabolici e diminuire anche il rischio oncologico. Basti pensare che smettere di fumare in età avanzata, come confermano recenti studi, riduce il rischio di invalidità e mortalità fino al 34%”. Il tour si focalizza soprattutto sui tumori della terza età, per spiegare che il cancro si deve prevenire, ma anche che quando colpisce può essere vinto e si può tornare ad una vita normale. L’obiettivo? Intercettare una fascia della popolazione per la quale non esistono finora programmi adeguati di informazione.“Correggere le proprie abitudini presenta enormi vantaggi anche se in un’età matura – aggiunge il dott. Lorusso – Negli anziani, il rischio di cancro è 40 volte più alto rispetto alle persone di 20-40 anni e 4 volte maggiore rispetto a quelle di 45-65 anni. Stili di vita sani, non solo hanno effetti preventivi, ma quando si è colpiti dalla malattia, aiutano a rispondere meglio alle terapie e ad abbassare il rischio di recidiva”. “Non solo, un secondo problema su cui dobbiamo informare questa fascia della popolazione – prosegue l’esperto – riguarda il momento della diagnosi. La maggior parte dei tumori nella terza età sono scoperti in fase avanzata. E spesso non tutti questi pazienti accedono ai trattamenti più innovativi”. Tra i temi che verranno trattati nel dibattito, anche la gestione del tumore alla prostata, il più frequente tra gli uomini di età superiore ai 65 anni. “Si tratta di una malattia subdola, perché possono passare anni prima della comparsa di sintomi significativi – spiega l’oncologo – Tuttavia, grazie a una maggior attenzione al proprio stile di vita e a nuovi trattamenti, questo tumore può essere gestito bene, anche in età molto avanzata. Nove pazienti su dieci, infatti, superano o convivono con la malattia con una buona qualità di vita. A differenza di altri tumori, per quello prostatico non esistono ancora programmi di screening efficaci come la mammografia e il sangue occulto nelle feci. Per questo è importante informare sulla malattia. Diffonderemo negli incontri anche un opuscolo che consente ai malati e ai loro familiari di conoscere la patologia, capire cos’è, come si diagnostica e come si tratta e che, inoltre, fornisce consigli pratici su come gestire il forte impatto che la neoplasia ha nella quotidianità della persona”.
“La nostra azienda è orgogliosa di scendere in campo al fianco degli oncologi in un progetto così importante – afferma il dott. Massimo Scaccabarozzi, Managing Director di Janssen, che rende possibile il progetto –. Le campagne focalizzate sulla prevenzione e sulla creazione di cultura sui tumori rappresentano la nuova frontiera nella collaborazione tra società scientifiche e aziende farmaceutiche. Il nostro scopo non è solo fornire ai pazienti le migliori terapie possibili, ma contribuire a far sì che cultura, conoscenza e prevenzione possano continuare a diventare un’arma in più a disposizione per la sconfitta di un male, che conoscendolo meglio, può in primis essere evitato e poi, quando purtroppo dovesse presentarsi, essere curato nel miglior modo possibile”.