- Con un follow-up aggiuntivo di 5,6 mesi e il 78% dei pazienti che hanno completato il trattamento sperimentale con ribociclib, l’aggiornamento dell’analisi mostra un beneficio sostenuto di sopravvivenza libera da malattia invasiva (iDFS) e stabilità negli endpoint secondari, tra cui la sopravvivenza globale1,2
- Il beneficio di iDFS rimane costante nei principali sottogruppi di pazienti; nei pazienti con tumore di stadio II e III ribociclib ha ridotto il rischio del 30% e del 24%, rispettivamente1,2
- Profilo di sicurezza in linea con i risultati riportati precedentemente e qualità di vita preservata nei pazienti trattati con ribociclib rispetto alla sola terapia endocrina (ET)1,2,3
- Il rischio di recidiva resta un problema a breve e lungo termine; una donna su otto trattata con la sola ET nello studio NATALEE rischia di sviluppare malattia invasiva a 3 anni1,2
- Novartis ha presentato le richieste a EMA e invierà gli ultimi dati a FDA entro la fine dell’anno
Milano, 11 dicembre 2023 — L’aggiunta della terapia mirata con ribociclib allo standard di cura costituito dalla ormonoterapia riduce del 25% il rischio di recidiva nel tumore della mammella in stadio precoce. Lo dimostrano i risultati positivi dell’analisi aggiornata di sopravvivenza libera da malattia invasiva (iDFS) dello studio registrativo di Fase III NATALEE, con un follow-up mediano di 33,3 mesi dopo il completamento del trattamento con ribociclib da parte del 78% dei pazienti. I risultati rafforzano la riduzione del 25% (HR=0,749; 95% CI: 0,628-0,892; p=0,0006) del rischio di recidiva, già riscontrata alla precedente analisi ad interim nei pazienti con tumore della mammella in fase iniziale (EBC) in stadio II e III, positivo per i recettori ormonali e negativo per il recettore 2 del fattore umano di crescita epidermica (HR+/HER2-) trattati con ribociclib adiuvante più un inibitore dell’aromatasi non steroideo come terapia endocrina (ET) standard rispetto alla sola ET1,2. I dati più recenti di questa analisi sono stati presentati al congresso 2023 San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS).
“Nel 2022, in Italia, sono stati stimati 55.700 nuovi casi di carcinoma della mammella, il più frequente in tutta la popolazione – spiega Michelino De Laurentiis, Direttore del Dipartimento di Oncologia Senologica e Toraco-Polmonare, Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli -. Circa il 70% delle donne presenta un carcinoma mammario con recettori ormonali positivi e HER2 negativo. I risultati aggiornati dello studio NATALEE consolidano e rafforzano il dato sulla riduzione del 25% del rischio di recidiva con ribociclib, evidenziato da precedenti analisi. Si aprono pertanto nuove prospettive per le pazienti con tumore mammario in fase precoce ormonosensibile, perché viene dimostatata l’importanza del trattamento adiuvante aggiuntivo con ribociclib in un’ampia popolazione di pazienti, cioè con rischio di recidiva da moderato ad alto. Ricordiamo infatti che la malattia si ripresenta in un terzo dei casi inizialmente in stadio II e nella metà di quelli esorditi in stadio III. Ribociclib ha ridotto il rischio di recidiva del 30% nei pazienti con tumore di stadio II e del 24% in quelli di stadio III. Ci auguriamo che la disponibilità della terapia avvenga quanto prima, perché potremo offrire un’opportunità terapeutica efficace e ben tollerata a una grande platea di persone”.
“Da medici, sappiamo che le pazienti con tumore della mammella in fase iniziale HR+/HER2- sono a rischio di recidiva per decenni, nonostante la terapia endocrina adiuvante. Inoltre, il rischio reale osservato nelle pazienti trattate con la sola terapia endocrina, comprese quelle con malattia con linfonodi negativi, evidenzia la necessità di opzioni terapeutiche efficaci e tollerabili che possano aiutare a mantenere le pazienti libere dal tumore nel breve e lungo termine”, afferma Gabriel N. Hortobagyi, MD, FACP, Professor of Breast Medical Oncology alla The University of Texas MD Anderson Cancer Center. “I risultati aggiornati di NATALEE rafforzano il potenziale di ribociclib di contribuire a rispondere a queste esigenze per una più ampia popolazione a rischio, senza ulteriori ripercussioni sulla qualità di vita dei pazienti, rispetto alla sola terapia endocrina”.
Anche i dati di ribociclib negli endpoint secondari di efficacia sono rimasti coerenti con quanto osservato per l’endpoint primario. Con meno del 4% degli eventi in entrambi i bracci dello studio i risultati di sopravvivenza globale (OS) continueranno ad evolvere nel lungo periodo1,2.
Il profilo di sicurezza di ribociclib al dosaggio di 400 mg è rimasto consistente con i risultati precedentemente riportati, con eventi avversi generalmente di basso grado – a parte le anomalie di laboratorio. Gli eventi avversi (AEs) riportati più frequentemente di particolare interesse (grado ≥ 3) sono neutropenia (44,3%), AEs epatici (es, transaminiasi elevate) (8,6%), prolungamento dell’intervallo QT (1,0%)1,2. Non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza1,2.
“L’analisi finale di iDFS dello studio NATALEE rappresenta una pietra miliare significativa, che si aggiunge alle solide evidenze a sostegno di ribociclib come potenziale nuovo trattamento adiuvante per un’ampia popolazione clinicamente comune e identificabile di pazienti con tumore della mammella in fase iniziale in stadio II e III HR+/HER2-,” dichiara Paola Coco, CSO & Medical Affairs Head, Novartis Italia. “Stiamo richiedendo alle autorità regolatorie l’approvazione di ribociclib nel tumore della mammella in fase iniziale, aspirando ad aiutare sempre più donne a non ricorrere in recidive”.
Novartis ha presentato i dati dello studio NATALEE alla European Medicines Agency e prevede di completare la richiesta alla Food and Drug Administration americana entro la fine dell’anno.