Cuneo, 14 novembre 2018 – La dott.ssa Patrizia Racca: “Crescono le chances di guarigione anche grazie a farmaci sempre più efficaci e mirati. In Regione attive 16 Breast Unit che garantiscono un’assistenza multidisciplinare a oltre 55mila pazienti. Ancora troppo lunghi i tempi di attesa per avere i risultati dei test genetici”
Cresce il numero di donne piemontesi colpite da tumore del seno. In Regione, quest’anno anno, sono previsti in totale 4.350 nuovi casi e otto pazienti su dieci riescono a sconfiggere la malattia. Il successo è dovuto alla messa a punto di nuove cure che risultano estremamente efficaci contro la neoplasia. Inoltre la scelta presa dalle autorità sanitarie locali di estendere i programmi di screening mammografici alle 45enni sta aumentando i tassi di sopravvivenza. Sono questi i principali temi al centro del convegno regionale promosso dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) La gestione della paziente con carcinoma mammario. L’evento, realizzato con il contributo non vincolante di Novartis, si svolge oggi a Cuneo. Vede la partecipazione di circa 80 specialisti da tutto il Piemonte che si ritrovano per fare il punto sullo stato dell’arte della lotta alla malattia. “Quella alla mammella è la forma di cancro più diffusa tra le donne del nostro Paese e da sola rappresenta oltre il 30% di tutti i tumori femminili – afferma la dott.ssa Patrizia Racca, Coordinatore della Sezione Regionale AIOM per il Piemonte e la Valle d’Aosta -. L’allargamento dell’esame biennale della mammografia ad una popolazione più ampia e giovane ci ha permesso di ottenere risultati positivi. Siamo in grado di individuare e quindi intervenire prima su neoplasie di dimensioni ridotte. Così le chances di guarigione per le pazienti aumentano. Il Piemonte può rappresentare un esempio virtuoso per altre Regioni che dovrebbero anche loro estendere i propri programmi di screening oncologico. E’ un imponente, ma non più rinviabile, investimento di prevenzione da incentivare su tutto il territorio nazionale”. “Sono oltre 55 mila le donne piemontesi che vivono con una diagnosi di carcinoma mammario – prosegue la dott.ssa Ornella Garrone, Consigliere Regionale AIOM per il Piemonte e la Valle d’Aosta e Responsabile della Breast Unit dell’A.O. S. Croce e Carle di Cuneo -. La creazione già da diversi anni delle Breast Unit ha migliorato il livello di assistenza che riusciamo a garantire. In totale ne sono attive 16 in diverse strutture sanitarie regionali. Le donne sono sempre valutate da team multidisciplinari e multiprofessionali al cui interno collaborano e si confrontano diversi specialisti. Questo avviene per prassi dal momento della diagnosi. Esistono sicuramente degli aspetti che devono essere migliorati. Come AIOM, per esempio, stiamo lavorando a fianco delle istituzioni regionali per velocizzare i tempi per ottenere i risultati dei test genetici. Attualmente una paziente deve aspettare parecchi mesi, per conoscere un dato fondamentale come la presenza, o meno, della mutazione BRCA”. Al convegno di Cuneo ampio spazio è dedicato al tema delle nuove terapie. “Anche per la fase avanzata della patologia oncologica possiamo utilizzare farmaci estremamente efficaci in grado di rallentarne la progressione – sottolinea la dott.ssa Racca -. Alcuni di questi agiscono direttamente sulle proteine che consentono alle cellule tumorali di crescere. Si tratta di trattamenti sempre più personalizzati e che agiscono su singoli bersagli molecolari. Questo è reso possibile dalle maggiori conoscenze che abbiamo sui meccanismi biologici dei tumori”.In Italia ogni anno oltre 52 mila donne sono colpite da tumore del seno e il loro numero è destinato ad aumentare a causa dell’invecchiamento generale della popolazione. “L’insorgenza della malattia è influenzata anche dagli stili di vita – prosegue la dott.ssa Garrone -. Particolarmente importante risulta il ruolo dell’attività fisica. Le donne che svolgono regolarmente sport presentano una riduzione del rischio di ammalarsi fino al 20%. Va anche seguita una dieta sana ed equilibrata, come quella mediterranea, e limitato il più possibile il consumo di alcolici. Bastano, infatti, più di 50 grammi di alcol al giorno per determinare un aumento del 50% delle possibilità di contrarre la patologia. La nostra Società Scientifica è da sempre impegnata, sia a livello regionale che nazionale, nella promozione di campagne educazionali rivolte all’intera popolazione. La battaglia contro il cancro si può vincere anche contrastando comportamenti rischiosi ancora troppo diffusi tra i cittadini”. “Infine va promossa maggiormente anche la prevenzione terziaria – conclude la dott.ssa Racca -. E’ ormai dimostrato, da un’ampia letteratura scientifica, che anche dopo la diagnosi della neoplasia bisogna controllare fattori come la dieta, l’eccesso del peso corporeo o la sedentarietà. In questo modo si possono ridurre in modo consistente le possibilità di ricomparsa della patologia. Per esempio l’esercizio fisico regolare diminuisce il rischio di recidiva del tumore del seno del 50% nelle donne con tumori ormono-dipendenti. E del 9% invece per le pazienti con tumore che non ha questa caratteristica. Il cancro alla mammella è una malattia sempre più curabile e guaribile. Medici, malati e caregiver devono quindi prestare maggiore attenzione a tutti quelli che sono gli aspetti della vita dopo la malattia”.
“Abbiamo deciso con entusiasmo di sostenere questa progettualità dell’AIOM – conclude Luigi Boano, General Manager Novartis Oncology Italia – che avrà un impatto positivo per le pazienti e per il sistema sanitario. Novartis è da anni impegnata nella lotta contro il tumore del seno, per sviluppare farmaci sempre più innovativi, che migliorino la sopravvivenza e la qualità di vita delle pazienti. Crediamo fortemente nella ricerca e innovazione in oncologia, motivo per cui investiamo risorse importanti in questo settore”.