sabato, 3 giugno 2023
Medinews
21 Dicembre 2005

SPECIALE 66° CONGRESSO SICTUMORI DEL CUORE, POSSIBILITA’ DI DIAGNOSI IN VIVO E DI TRATTAMENTO CHIRURGICO RADICALE

sez,443

Presentata la nuova opera della Collana monografica della SIC

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Roma, 12 dicembre 2005 Anche il cuore può soffrire di tumore. Ma se per gli altri organi il cancro è un evento biologico aggressivo, destinato spesso a consumare il corpo per la malignità accompagnata dal fenomeno delle metastasi, nel caso del cuore non succede così. “Le neoplasie cardiache maligne – afferma il prof. Gaetano Thiene, direttore dell’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Padova e Segretario generale della SIC – sono rare: non più del 10% di tutti i tumori del cuore dove la malignità è prevalentemente di carattere emodinamico, per gli eventi ostruttivi legati alla crescita endocavitaria e al distacco di frammenti, con embolie periferiche e conseguenze ischemiche spesso devastanti a livello di organi vitali”. Fino al 1980, prima dell’avvento delle tecniche per la visualizzazione in vivo del cuore, questi tumori erano visibili solo dopo la morte del paziente, con l’autopsia. Oggi, le tecniche di cardiac imaging consentono di studiare questi fenomeni, di grande attualità clinica per la possibilità di diagnosi in vivo e di trattamento chirurgico radicale. Difficile comunque avere dati certi d’incidenza. Grossolanamente, si può affermare che la prevalenza autoptica delle neoplasie primitive del cuore è di circa 1 su 1000. Dell’argomento, affascinante anche dal punto di vista storico, si occupa il nuovo libro della Collana Monografica della SIC, che ha per titolo “Tumori del cuore” ed è curato dal prof. Gaetano Thiene e dalle Prof. Cristina Basso e Marialuisa Valente, entrambe dell’Istituto di Anatomia Patologica dell’Università di Padova.

“La prima descrizione storica di un tumore del ventricolo sinistro – spiega il prof. Thiene – risale al 1559 e la si deve a Realdo Colombo, che la osservò all’autopsia del cardinale Gambaro da Brescia e la riporta nel suo “De Re Anatomica”. Bisogna però attendere il 1945 per avere lo studio che ha rappresentato la pietra miliare su cui si sono formate generazioni di cardiologi. L’autore è un giovane cardiopatologo di Losanna, Ivan Mahaim, che oltre a descrivere i fenomeni osservati postmortem si mostrò ottimista sulle soluzioni chirurgiche di queste neoplasie”. Lo spartiacque nella diagnosi – spiegano gli autori – risale a 25 anni fa ed è rappresentato dall’introduzione e applicazione sistematica del cardiac imaging non invasivo, ovvero dell’ecocardiografia mono e bidimensionale. Con il successivo impiego della tomografia assiale computerizzata e della risonanza magnetica, le potenzialità diagnostiche si sono ulteriormente rafforzate.
Il volume, molto articolato e completo, prende avvio dai dati impressionanti raccolti all’Università di Padova con ben 210 tumori cardiaci primitivi studiati in 35 anni, numeri che rivestono un’importanza straordinaria anche a livello epidemiologico, per una corretta interpretazione del fenomeno nella popolazione. Non mancano esempi ed aneddoti che gli autori hanno voluto inserire per far comprendere non solo la rarità del fenomeno ma anche l’aura di magia e di mistero che lo circonda. “A questo proposito – racconta il prof. Thiene – ricordo la vicenda di una donna del sud di 47 anni, devota a S. Antonio, con una storia pregressa di malessere diffuso ed artralgie. Recatasi alla Basilica del Santo, probabilmente per chiedere la Grazia, al momento di genuflettersi ebbe un attacco sincopale. La sua fortuna fu l’Unità coronarica di Padova, che intervenne in modo efficiente: un eco tempestivo permise di vedere un polipo incuneato nella mitrale. Operata d’urgenza, oggi è viva e sta bene”.
L’opera contiene inoltre capitoli sulla diagnostica, la chirurgia, che nel suo armamentario annovera anche il trapianto come terapia estrema, i tumori in età pediatrica, le metastasi e i protocolli chemioterapici per le rare neoplasie maligne.
“Tumori del cuore” – afferma la prof. Maria Grazia Modena, presidente della SIC – è un testo che non temo definire affascinante per ricchezza e bellezza iconografica. Nasce da una bella avventura culturale che ha coinvolto più sedi, dal Veneto-Friuli alla Sicilia, dal Piemonte alla Toscana, dal Lazio all’Emilia Romagna, in un concerto esemplare di competenze scientifiche e professionali”.
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