SOSTITUZIONE DELL’ANCA: UNA NUOVA MOLECOLA RIDUCE DI OLTRE 2/3 IL RISCHIO DI TROMBOEMBOLISMO
8 dicembre 2007 – Atlanta, Georgia (Usa) – Un nuovo farmaco anticoagulante di ricerca Bayer è in grado di ridurre di oltre 2/3 il rischio di tromboembolismo venoso, pericoloso soprattutto perché può dare origine a embolia polmonare in chi è sottoposto a intervento chirurgico di sostituzione dell’anca. Il Rivaroxaban si assume per via orale una volta al giorno e agisce direttamente inibendo il fattore Xa della coagulazione che serve all’attivazione della trombina, in un punto centrale quindi della cascata che porta alla coagulazione. “La ricerca sui farmaci antitrombotici ha fatto negli ultimi anni un notevole cammino – afferma il prof. Raffaele Landolfi, Professore ordinario di medicina interna Università Cattolica di Roma -. Un cammino fatto di tanti piccoli progressi costituiti quasi sempre da un buon miglioramento in termini di efficacia ottenuto al prezzo di un certo aumento del rischio di emorragie. Questi studi con il Rivaroxaban costituiscono invece un progresso notevole poiché con questo farmaco un netto aumento dell’efficacia non viene pagato in termini di aumentato rischio emorragico”. Gli studi randomizzati, in doppio cieco, presentati al 49° Meeting Annuale dell’American Society of Hematology (ASH) in corso ad Atlanta in Georgia, hanno confrontato il rivaroxaban con l’enoxaparina, lo standard attuale di cura, per la prevenzione del tromboembolismo venoso in pazienti sottoposti a interventi di ortopedia maggiore: sostituzione protesica d’anca e ginocchio. In particolare gli studi RECORD 1 e 2, appena completati, hanno valutato il rivaroxaban nella sostituzione d’anca e il RECORD 3 in quella del ginocchio. “I risultati osservati in chirurgia ortopedica maggiore con Rivaroxaban – commenta il prof. Prof Walter Ageno, professore associato di medicina interna dell’Università dell’Insubria Varese – sono di notevole interesse clinico sia per questo stesso ambito sia per futuri sviluppi della molecola in altri ambiti”. Bayer ha recentemente presentato all’EMEA il dossier registrativo del rivaroxaban e il suo arrivo è previsto in Italia nel 2009.
Il RECORD 1 è stato condotto su più di 4.500 pazienti sottoposti a sostituzione d’anca cui sono stati somministrati enoxaparina (la sera prima dell’intervento) o rivaroxaban (6-8 ore dopo l’operazione) – entrambi i trattamenti per 5 settimane – per valutare l’efficacia nel prevenire la trombosi venosa profonda (TVP), l’embolia polmonare (EP) non fatale, e la mortalità associata . I risultati indicano una maggiore efficacia del rivaroxaban: il 70% di riduzione di rischio relativo di TVP, EP non fatale e di tutte le cause di decesso rispetto ai pazienti trattati con enoxaparina, e l’88% di riduzione del rischio complessivo di andare incontro a TVP, EP o decesso per tromboembolismo venoso. Il rischio di complicanze emorragiche è simile e molto contenuto.
Il RECORD 2 ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di un protratto utilizzo di rivaroxaban (6-8 ore dopo l’intervento e per 5 settimane) rispetto al trattamento breve con enoxaparina (dalla sera prima dell’intervento per 10-14 giorni, seguiti da placebo) in più di 2.500 pazienti sottoposti a sostituzione d’anca. Il risultato è che il trattamento protratto con il rivaroxaban è significativamente più efficace rispetto alla terapia preventiva breve, con l’enoxaparina. La riduzione del rischio relativo di TVP, EP non fatale e di tutte le cause di decesso rispetto ai pazienti trattati con enoxaparina è stata in questo caso del 79% e si è registrato l’88% di riduzione del rischio complessivo di andare incontro a TVP, EP o decesso per tromboembolismo venoso. Il rischio di complicanze emorragiche anche in questo studio è identico per i due farmaci.
Nel RECORD 3 i due farmaci sono stati somministrati per 2 settimane a più di 2.500 pazienti sottoposti a sostituzione completa del ginocchio. Lo studio mostra, per il rivaroxaban, una riduzione del 49% del rischio relativo di TVP, EP non fatale e di tutte le cause di decesso rispetto ai pazienti trattati con l’enoxaparina. “Nello studio RECORD 3, condotto in pazienti sottoposti a protesica di ginocchio, del quale ho avuto il piacere di far parte dello steering committee internazionale, abbiamo ottenuto una riduzione significativa degli eventi tromboembolici totali e, cosa importante, anche di quelli sintomatici, clinicamente di maggior rilievo – aggiunge il prof. Ageno – Questo senza alcuna differenza in termini di eventi emorragici, spesso un prezzo da pagare quando si migliora l’efficacia. I più recenti studi sulla protesi d’anca, presentati per la prima volta a questo congresso, confermano e quindi corroborano i risultati della protesi di ginocchio. Oltre al vantaggio in termini di beneficio clinico, la somministrazione per via orale offre un ulteriore vantaggio in pazienti che necessitano di una profilassi per diversi giorni, spesso oltre il mese”
Con il rivaroxaban c’è inoltre una riduzione del 66% del rischio di tromboembolismo venoso sintomatico, rispetto ai pazienti trattati con l’enoxaparina. Infine, ancora una volta il rischio di complicanze emorragiche è risultato sovrapponibile.
Ulteriori risultati con il Rivaroxaban si avranno nel 2008 dallo studio RECORD 4. “Certo è presto per dire che abbiamo trovato l’antitrombotico ideale – conclude il prof. Landolfi – perché i farmaci antitrombotici vanno provati in tante condizioni compreso naturalmente il trattamento oltre che la prevenzione della trombosi, ma certamente siamo sulla strada giusta”.