martedì, 5 dicembre 2023
Medinews
7 Ottobre 2003

SORDITÀ, ANCHE PER L’UDITO ARRIVA LA RIVOLUZIONE DIGITALE

Grazie ad una joint-venture italo-danese, sono disponibili anche in Italia apparecchi acustici con qualità audio uguale a quello dei televisori digitali

Roma, 7 ottobre 2003 – Inquinamento acustico, invecchiamento della popolazione e sordità, un triangolo sempre più pericoloso nel mondo sviluppato. Il numero di persone con problemi uditivi infatti crescerà di oltre il 50% nei prossimi 25 anni. Il dato arriva dal British MRC Institute of Hearing Research del professor Adrian Davis, che ha diffuso una stima in base alla quale già nel 1995 erano 70 milioni gli europei a soffrire di deficit uditivi. In Italia le persone che soffrono di una riduzione più o meno grave delle capacità uditive hanno raggiunto i 7 milioni. E il numero – secondo gli esperti – è in crescita del 5% all’anno anche a seguito dell’esposizione prolungata alla musica ad alto volume (stereo, walkman, discoteche, concerti rock). La metà dei giovani dichiara infatti di avere problemi d’udito dopo tali attività. Nonostante questo il fenomeno continua ad essere sottovalutato sia nella prevenzione che nella cura. “Coloro che riconoscono ed affrontano il problema – ricorda il dr. Ovidio Brignoli, vicepresidente della SIMG, la Società Italiana di Medicina Generale – sono ancora troppo pochi. Un terzo dei malati impiega ben tre anni prima di parlarne con il medico. Il 37% non è cosciente del problema, mentre del rimanente 63% il 30% non ha mai effettuato un controllo, pur sapendo di avere una ridotta capacità uditiva. Di fronte ad un possibile sintomo di sordità – aggiunge Brignoli – è invece fondamentale che il paziente si rivolga immediatamente al proprio medico. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, è possibile risolvere quasi completamente il problema con l’impiego di un apparecchio acustico digitale di ultima generazione, che ha superato i limiti dei vecchi e grossi apparecchi di una volta”.

Per rispondere alle sempre maggiori richieste di soluzioni all’avanguardia nel campo del deficit uditivo è stato sviluppato Senso Diva, un nuovo apparecchio acustico con un sistema multi-canale di riduzione del rumore e un sistema direzionale adattativo a doppio microfono, superando in questo modo alcune delle limitazioni tipiche dei precedenti apparecchi, ingombranti e con una qualità audio spesso insufficiente.
L’azienda produttrice è la multinazionale danese Widex, azienda leader a livello mondiale nella costruzione dei nuovi apparecchi acustici digitali, dalla fine dello scorso anno presente anche in Italia con una filiale dedicata. Widex Italia, nata da una joint-venture fra l’azienda danese e l’italiana Coselgi, “è il frutto – ricorda Laura Giannetti, Direttore Generale Widex Italia – dell’incontro di due tradizioni industriali, l’una danese, l’altra italiana e mira ad offrire una nuova significativa opportunità per il nostro Sistema-salute attraverso la più ampia gamma di prodotti e servizi innovativi. L’obiettivo finale è quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti con problemi all’apparato uditivo, in quanto con lo sviluppo di bisogni sempre più complessi queste persone richiedono non tanto il semplice recupero della capacità di sentire, quanto il pieno reinserimento nelle attività di tutti i giorni”.
“La qualità del suono raggiunta dai nuovi apparecchi sviluppati da Widex – continua Laura Giannetti – è paragonabile a quella delle immagini e dei suoni riprodotta dai televisori digitali. Da questo punto di vista è possibile parlare di un approccio realmente innovativo al problema perché i portatori di apparecchi acustici possono sentire ciò che vedono. E’ la possibilità di avere un udito ad alta definizione, tecnologicamente e qualitativamente superiore”.
Widex, fondata nel 1956 in Danimarca e attualmente diffusa in 90 Paesi, è la quinta multinazionale del settore con una quota del mercato mondiale pari al 10% (27% del mercato degli apparecchi acustici digitali). Il 12% del suo fatturato è impiegato in attività di R&S.
L’uso dell’apparecchio acustico diventa fondamentale anche per chi svolge attività lavorativa. L’esposizione quotidiana al rumore eccessivo sui luoghi di lavoro è la causa primaria di perdita uditiva nella popolazione in età lavorativa. L’altro fattore chiave è la dimensione raggiunta dall’inquinamento acustico nell’ambiente, che ha superato in molte città i limiti fissati dalla normativa vigente, incidendo negativamente sulla qualità di vita in ogni classe d’età. Secondo l’OMS i limiti del rumore vengono superati nell’80% delle città italiane durante il giorno e nel 98% durante la notte: 41 milioni di italiani sono interessati dall’inquinamento acustico. La fonte del rumore proviene per il 60% dal traffico stradale. “Esposizioni prolungate al rumore – sottolinea ancora Brignoli – possono causare tachicardia, variazione della pressione arteriosa e della capacità respiratoria, gastriti, nausea, alterazioni del campo visivo e della trasmissione degli impulsi nervosi. Ci sono poi gli effetti psicologici, tutt’altro che trascurabili, che possono rendere difficile la comunicazione, generare aggressività, emicrania, capogiri, inappetenza, difficoltà di concentrazione. E in questo il ruolo del medico è fondamentale nell’indirizzare il paziente”.
TORNA INDIETRO