La prof.ssa Amato: “Il trattamento precoce salva la qualità della vita: dobbiamo trasmettere ai pazienti fiducia nelle terapie”. Al Careggi seguite 1.500 persone, il 73% donne
Firenze, 20 giugno 2008 – La sclerosi multipla va bloccata sul nascere: con un intervento tempestivo oggi è infatti possibile ridurre radicalmente l’aggressività di una malattia che colpisce in Toscana oltre 3 mila persone, 57 mila in Italia . “Il nostro obiettivo – spiega la prof.ssa prof.ssa Maria Pia Amato, responsabile del Settore Sclerosi Multipla della Neurologia I del Careggi diretta dal prof. Sorbi -, è riuscire a identificare fin da subito i sintomi per intervenire al più presto e trasmettere ai pazienti fiducia nei trattamenti. Questo richiede un inteso lavoro d’équipe che solo le strutture di eccellenza come la nostra riescono a garantire al meglio. Attualmente seguiamo 1.480 pazienti, di cui il 73% donne: oltre la metà (51%) provengono dalla provincia di Firenze, il 39% da altre province toscane e il 10% dal resto d’Italia. L’età media è di 43.4 anni, la durata media di malattia 14.8 anni e il grado di disabilità è lieve nel 55% dei casi: segno che un intervento terapeutico immediato ed appropriato è in grado di tenere sotto controllo la progressione della sclerosi multipla”. Le nuove evidenze dimostrano infatti che un trattamento precoce con interferone beta-1b, dopo il primo episodio, rallenta del 40% la progressione della malattia e della disabilità. Ma altrettanto importante per poter garantire la migliore assistenza è la presenza di un team multispecialistico che preveda neurologi, infermieri e psicologi, figure che sono state coinvolte, insieme ai farmacisti ospedalieri, nel Talk Show “Question Time in sclerosi multipla. Contro la progressione della disabilità: il trattamento precoce è la nuova opportunità?”, un progetto nazionale itinerante di sensibilizzazione e di formazione che si svolge oggi a Firenze e che in seguito toccherà Genova e Padova.
La sclerosi multipla rappresenta la prima causa di invalidità di origine neurologica nel giovane adulto. È più frequente nelle donne rispetto agli uomini e si manifesta prevalentemente fra i 20 e i 40 anni, con un picco intorno ai 20-30. “La malattia può comportare deficit delle funzioni cognitive nel 40-65% dei casi, con un notevole impatto sulle attività lavorative e quotidiane – spiega la prof.ssa Amato – Nell’adulto i problemi cognitivi riguardano più spesso l’attenzione e la concentrazione, la velocità di elaborazione delle informazioni e la memoria mentre altri aspetti, come l’intelligenza generale o il linguaggio, sono fortunatamente di solito risparmiati. Oggi sappiamo che la disabilità si riduce quanto più precocemente si interviene per curare la malattia, impedendole di distruggere altre parti del cervello”. I dati più recenti di un importante trial internazionale sul trattamento con interferone beta-1b, lo studio BENEFIT, dimostrano infatti come un inizio tempestivo, subito dopo il primo sintomo, riduca del 40% il rischio di sviluppare un danno neurologico permanente. “La sfida per noi clinici – continua la prof.ssa Amato – è quindi riuscire a rapportarsi con un malato che ancora non si sente tale per favorire fin dal primo episodio l’adesione alla terapia. È fondamentale porre la giusta attenzione alla relazione con il paziente e alla comunicazione della diagnosi, oltre che impegnarsi per accrescere la cultura della malattia”.
I sintomi iniziali della sclerosi multipla possono infatti essere piuttosto blandi, come debolezza e affaticamento, disturbi della vista, della sensibilità o motori, e per questo spesso i pazienti attendono troppo, prima di rivolgersi al medico. Una grande attività di informazione per diffondere una corretta informazione sulla sclerosi multipla e per sensibilizzare l’opinione pubblica e tutti coloro che sono coinvolti è quella svolta dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla che dal 1968, interviene nel nostro paese per promuovere ed erogare servizi sociali e sanitari, per promuovere e sostenere la ricerca scientifica e per affermare i diritti delle persone con sclerosi multipla. “La nostra Associazione richiama l’attenzione già da molti anni sull’importanza della terapia precoce, così come dimostrato da numerosi studi scientifici – dichiara il prof. Mario Alberto Battaglia, presidente della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla – . La scelta terapeutica più opportuna deve essere concordata tra il neurologo curante e la persona con sclerosi multipla, che deve poter scegliere il trattamento precoce senza ostacoli, per questo l’Associazione chiede la rimborsabilità del farmaco a carico del Servizio Sanitario Nazionale per la terapia precoce e garantisce l’informazione attraverso, il proprio sito, le riviste e tutti gli altri canali”.
Contro la progressione della disabilità il trattamento precoce rappresenta un’opportunità unica per fermare un processo irreversibile e intervenire prima che la malattia assuma percorsi imprevedibili.