Roma, 17 dicembre 2002 – Fanno notizia le morti che stroncano d’improvviso (in pochi minuti, al massimo un’ora) le vite di uomini giovani e vigorosi. Ma le statistiche indicano che è nella piena maturità che più spesso si muore in questo modo: solo che la gente ci fa meno caso. Negli Stati Uniti questo evento colpisce ogni anno oltre 300.000 persone. La cosa straordinaria è che per 50.000 di loro la morte improvvisa giunge alla prima manifestazione di cadiopatia ischemica. In Italia questo evento interessa circa 13.0000 persone ‘apparentemente sani’.
Di solito è un episodio di ischemia miocardica acuta o un infarto che all’improvviso determina la comparsa di fibrillazione ventricolare e quindi una morte molto rapida. Poiché queste morti colpiscono persone ‘apparentemente sane’, esse sfuggono ad ogni possibilità di prevenzione. Il primo studio scientifico prospettico che affronta questo problema è stato annunicato durante il congresso SIC dal prof. Peter J. Schwartz, Direttore della Cattedra di Cardiologia dell’Università di Pavia.Lo studio, denominato UNEXPECTED (autonomic tone and reflexes in unexpected cardiac events prediction), includerà 20.000 persone che saranno seguite per tre anni sia con visite mediche sia con l’esecuzione di speciali metodiche capaci di rilevare specifiche alterazioni neuro-vegetative (cioè una disfunzione dei sistemi nervosi che controllano il ritmo cardiaco) quali la variabilità della frequanza cardiaca e la sensibilità barocettiva. Lo studio si basa sull’ipotesi che soggetti con questo tipo di alterazioni nervose siano a rischio elevato di morire improvvisamente al primo attacco cardiaco. La raccolta dati si svolgerà ad Abano Terme, dove si recano per cure termali oltre 160.000 persone all’anno. “Questo studio afferma il prof. Schwartz, che ne è direttore scientifico – è unico nel suo genere e mai realizzato prima. Il costo previsto è di 7 milioni di euro. La ricerca è stata resa possibile grazie al contributo di due industrie leader nel campo farmaceutico e biomedicale, la Pfizer e la Ela medical”.