lunedì, 5 giugno 2023
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19 Settembre 2008

PROTESI D’ANCA, GALEAZZI ALL’AVANGUARDIA IN ITALIA. LA LOMBARDIA DIVENTA MODELLO PER IL REGISTRO NAZIONALE

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L’ospedale è primo in Regione per numero di ricoveri ortopedici. Un paziente su cinque viene da fuori. L’ISS: dall’esperienza meneghina un progetto per tutto il Paese

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Milano, 19 settembre 2008 – L’Istituto Galeazzi è il primo ospedale della Lombardia per numero di ricoveri ortopedici. Un paziente su cinque viene da altre Regioni e il 6% del totale degli interventi di chirurgia protesica effettuati in Lombardia si svolge proprio nell’ospedale meneghino. Un dato rilevante se si considera che la Lombardia è la Regione in cui si esegue ogni anno il maggior numero di interventi di protesi d’anca: 16.000 in rapporto ai 70.000 realizzati complessivamente in Italia. E sempre l’Istituto Ortopedico Galeazzi è sede del Registro Ortopedico Protesico Lombardo (ROLP), che consente di monitorare le protesi d’anca e di ginocchio impiantate e gli esiti dei relativi interventi. Solo altre due Regioni (Puglia ed Emilia Romagna) dispongono di un registro simile, ma l’esperienza lombarda è stata adottata dall’Istituto Superiore di Sanità per dar vita ad un registro nazionale. A dimostrazione dell’eccellenza raggiunta dall’Istituto Ortopedico Galeazzi IRCCS di Milano, l’EFORT (Federazione delle Società europee di Ortopedia e Traumatologia) ha scelto il centro milanese come sede del corso internazionale “Prevention and treatment of complications in total hip arthroplasty”. “Ogni anno – spiega il dott. Luigi Zagra, specialista in Ortopedia e Traumatologia all’Istituto Ortopedico Galeazzi IRCCS di Milano e direttore del corso insieme a K.G. Thorngren, svedese, Presidente EFORT,– nel nostro centro vengono eseguiti circa 800 interventi di protesi d’anca e 850 di ginocchio. Siamo uno dei punti di riferimento in Italia per questo tipo di chirurgia. Ma tra i nostri compiti vi è anche la formazione del medico e l’attività di ricerca, da tre anni infatti siamo un IRCCS. Con questo corso vogliamo fornire ai 150 partecipanti un aggiornamento sulla profilassi e sul trattamento delle complicanze negli interventi di protesi d’anca. La ‘live surgery’ rappresenta un importante strumento didattico perché i partecipanti hanno la possibilità di confrontarsi in diretta dall’aula con il chirurgo che sta eseguendo l’intervento. Inoltre vengono trattati casi clinici ed i partecipanti sono invitati a portare i loro casi da tutta Europa, per discutere le possibili soluzioni insieme al gruppo di esperti internazionali”.

“Anche se praticati in condizioni di sempre maggiore sicurezza – afferma il dott. Filippo Randelli, del Centro di Chirurgia dell’Anca del Policlinico San Donato, altro centro di eccellenza lombardo in chirurgia protesica dell’anca e relatore al corso – questi tipi di chirurgia sono associati ad una elevata incidenza di trombosi venosa profonda, una condizione molto pericolosa perché può portare all’embolia polmonare, causata dal distacco di un frammento del trombo, l’embolo, che raggiunge i polmoni, ostacola la circolazione e può causare la morte. Da qui l’assoluta necessità di una profilassi farmacologica”. Il trattamento standard per prevenire la trombosi venosa profonda è rappresentato dalle eparine, molecole efficaci che però presentano lo svantaggio per il paziente di dover essere somministrate con un’iniezione sottocutanea nell’addome. “La rivoluzione a cui stiamo assistendo – continua il dott. Randelli – è rappresentata da formulazioni più maneggevoli, come quelle orali, che aumentano la ‘compliance’ del paziente, ossia la disponibilità di accettare e seguire la terapia proposta dal medico. Una di queste nuove molecole, il rivaroxaban, non solo ha dimostrato in importanti trial clinici internazionali di avere un’efficacia uguale o superiore alle eparine, ma, a differenza di queste ultime, è facilmente monitorizzabile: un semplice esame del sangue, eseguibile in qualsiasi laboratorio d’ospedale, ne determina in modo indiretto l’efficacia”. Tra le altre complicanze al centro del dibattito “milanese” ci sono le infezioni, le fratture periprotesiche, la lussazione dell’anca: nonostante tutte le accortezze adottabili in sala operatoria, i ritrovati tecnici ed i nuovi farmaci, le complicanze infettive in tutto il mondo in un primo impianto di protesi d’anca oscillano dall’ 1 al 2% e, per ora, nessun centro che tratti un gran numero di pazienti è stato in grado di eradicare completamente il problema. “Per quanto riguarda la lussazione dell’anca – afferma il dott. Zagra – il Galeazzi vanta una tradizione unica. È stato il primo centro già nel 2001, su intuizione del Prof. Giacometti ed in collaborazione con importanti aziende italiane e straniere, ad utilizzare testine protesiche di ceramica di diametro maggiore, di 36 mm, per prevenire la lussazione e per aumentare il movimento articolare senza provocare un aumento significativo dell’usura dei materiali. Questo accorgimento si è diffuso successivamente in moltissimi altri centri. L’attenzione ai singoli casi emerge con forza dal meeting: è importante utilizzare i biomateriali più adeguati, porre attenzione alla prevenzione e alla soluzione dei problemi che possano emergere da ogni intervento e rispondere alle esigenze di ogni paziente. Inoltre stiamo studiando un sistema di emostasi intraoperatoria per ridurre le perdite ematiche del paziente, che sarà utilizzato all’interno della live surgery”.
“Il ROLP – conclude il dott. Zagra, che è anche Direttore Operativo del Registro – è nato cinque anni fa per iniziativa della Regione Lombardia, con la collaborazione dell’Istituto Ortopedico Galeazzi e dell’Università degli Studi di Milano. Vi sono solo altre due esperienze di registro ortopedico in Italia: in Emilia Romagna in particolare ed in Puglia. Il tipo di registrazione adottata in Lombardia rappresenta il modello per il costituendo registro nazionale che si sta sviluppando sotto la guida dell’Istituto Superiore di Sanità e che intende coinvolgere poi tutte le regioni italiane”.
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