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23 Maggio 2007

PANDEMIA INFLUENZALE: PREPARARSI ALL’EMERGENZA SENZA ALLARMISMI

sez,477

Prima o poi arriverà. Il prof. Crovari (Univ. di Genova e task force del Ministero) avverte: “No al sensazionalismo né al silenzio; attrezzarsi al meglio prima che sia troppo tardi”

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Genova, 21 settembre 2006 – Tampone alle tonsille analizzato in tre ore grazie a un laboratorio attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette per tutti i casi sospetti, percorsi delineati per i pazienti fino alle camere ad alto isolamento del San Martino di Genova e di Imperia, il Centro Inter-universitario di Ricerca sull’Influenza (CIRI) dell’Università di Genova collegato agli Atenei di Milano, Trieste, Lecce e Siena e ai Prontosoccorso, e la farmacia regionale dove sono stoccati i farmaci antivirali per la fase d’emergenza in attesa che sia pronto l’eventuale vaccino. Così la Regione si è già attrezzata per affrontare lo scoppio di una influenza pandemica che – concordano tutti gli esperti – prima o poi è destinata ad arrivare. Di questo si è parlato oggi a Genova alla presentazione nazionale del ciclo di incontri sull’aviaria organizzati dalla Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) nelle principali Regioni italiane. All’incontro di Genova interverranno il prof. Pietro Crovari dell’Università di Genova e membro della task force anti-pandemia del Ministero della Salute, la dr.ssa Olivia Callipari del Ministero della Salute, la dr.ssa Paola Oreste responsabile piano pandemico della Regione Liguria, i dott. Aurelio Sessa e Pierclaudio Brasesco della SIMG. “ Sulla pandemia i toni sono finora andati dal catastrofismo alla totale disattenzione – spiega il prof. Crovari – Va precisato che non siamo in grado di stabilire né ‘quando’ l’evento pandemico si concretizzerà, né il grado di aggressività del ‘nuovo’ virus. E’ quindi inutile spaventare i cittadini con scenari puramente ipotetici. D’altra parte bisogna guardarsi anche dall’estremo opposto: specie in un periodo di tagli ai bilanci, concentrarsi su un pericolo teorico può sembrare un eccesso di precauzione, invece è necessario attrezzarsi al meglio per tempo, perché, quando il nuovo virus effettivamente arriverà, le nostre possibilità di intervento saranno assai limitate”. “I medici di famiglia hanno sempre collaborato con le Istituzioni a tutti i livelli – afferma Pierclaudio Brasesco, Presidente provinciale SIMG – a partire da Genova abbiamo deciso di organizzare una serie di incontri aperti alla popolazione per spiegare che la vigilanza sulla pandemia rimane alta: le Istituzioni sanitarie e scientifiche italiane hanno già avviato delle attività. Ora è essenziale innalzare le scorte di antivirali in linea con le indicazioni dell’OMS e con quanto fatto dagli altri Paesi europei. Inoltre i cittadini non devono mai esitare a contattare il medico di fiducia per chiedere consigli su come comportarsi in caso di emergenza e sapere cosa fare in caso di un’influenza sospetta”.

Che rapporti ci sono tra ‘aviaria’ e pandemia? Con il termine di ‘aviaria’ è stata denominata in questi anni l’influenza dei polli e degli uccelli, causata dal virus H5N1, che si è sviluppata soprattutto nel Sud-est asiatico ed in Cina. A partire da quelle aree, ad opera soprattutto di uccelli migratori, focolai di malattia si sono sviluppati in vari paesi dell’Asia, dell’Europa (non in Italia) ed in Africa. Al momento è una malattia che riguarda solo marginalmente l’uomo che si verifica soltanto in condizioni ambientali e igieniche molto particolari (convivenza dell’uomo con polli ammalati, macellazione impropria e conseguente contatto con feci di pollo infetto), anche se l’aumento del numero di casi potrebbe portare ad una mutazione del virus che lo renderebbe capace di spostarsi da uomo a uomo come succede nel caso di un’influenza stagionale. Come riconoscere un caso sospetto di influenza aviaria? Due i nuovi criteri appena fissati – in base alle ultime conoscenze – dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): quadro clinico di sofferenza respiratoria e febbre, più la provenienza del paziente sospetto da aree in cui l’influenza aviaria è endemica, soprattutto l’Estremo Oriente.
Nei laboratori del CIRI, sia di Genova che di Trieste, si è già avuto l’occasione di collaudare tale situazione. Nel caso di Genova si trattava di un viaggiatore proveniente da aree infette che presentava sintomi di Influenza, nel caso di Trieste di camionisti turchi. La rapida identificazione (tre ore) ha permesso di verificare che si trattava di un normale virus influenzale umano e di assistere gli ammalati senza problemi di Sanità Pubblica.
Vi è peraltro il timore che il virus H5N1, così diffuso nel mondo, possa prima o poi adattarsi all’uomo, acquisire la capacità di trasmettersi facilmente da uomo a uomo, e diventare il “nuovo” virus umano che causerà la prossima pandemia. “La pandemia – spiega Crovari – è un’influenza stagionale ‘in grande’: il numero di malati è 4-5 volte maggiore. Ciò perché è causata da un virus ‘nuovo’ verso il quale nessuno ha difese immunitarie: tutta la popolazione del mondo è vergine.”
Oggi comunque, spiegano gli esperti, siamo molto più attrezzati di un tempo: c’è un sistema di sorveglianza mondiale pronto a cogliere l’inizio dell’evento in tempi rapidissimi. Abbiamo, inoltre, misure di protezione individuale come l’isolamento dei pazienti e dei contatti, possiamo produrre vaccini in tempi brevi, circa entro 3 mesi dal momento in cui la pandemia verrebbe ufficialmente annunciata dall’OMS. Inoltre possiamo contare sui farmaci antivirali che possono contrastare i sintomi più gravi della malattia in questi tre mesi di attesa. “Non ci sono finora state le condizioni per utilizzarli in modo estensivo – sottolinea il prof. Crovari – però tutte le prove sperimentali dicono che l’antivirale agisce efficacemente, ma a due condizioni: deve trattarsi di virus influenzale (anche se l’H5N1 è sensibile a questi farmaci) e il medicinale deve essere somministrato molto precocemente cioè nelle prime 6-12 ore dall’inizio della sintomatologia”.

di Paolo Cabra
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