La struttura prevede 16 posti letto ed è diretta dal prof. Francesco Di Costanzo
Firenze, 5 febbraio 2003 – Nella lunga partita a scacchi contro il cancro la Regione Toscana muove l’alfiere. Con l’inaugurazione della nuova Unità operativa di Oncologia Medica, l’Azienda ospedaliera Careggi di Firenze fa infatti una mossa decisiva nel ‘gioco’ di accerchiamento al male del secolo. La struttura, diretta dal prof. Francesco Di Costanzo – 16 posti letto di degenza, 7 medici, altrettanti specializzandi, 14 infermieri, una caposala – trova spazio nella palazzina delle Cliniche mediche e, come spiega il direttore generale Andrea Des Dorides, “rappresenta un importante passo verso la creazione di un vero e proprio dipartimento oncologico, dove gradualmente saranno inserite tutte le risorse scientifiche, tecniche e professionali di grande livello di cui già dispone l’ospedale. Da oggi i pazienti oncologici, che finora venivano seguiti nelle diverse divisioni – prosegue il dott. Des Dorides – avranno dunque un nuovo punto di riferimento e potranno contare su un unico reparto che li seguirà nel percorso diagnostico e di cura attraverso le varie strutture specialistiche: mediche, chirurgiche e radiologiche”. “Una casa comune”, la definisce il prof. Gianfranco Gensini, preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze, “il luogo di sintesi tra attività didattica, attività clinica e di ricerca, che in questo contesto potranno quindi interagire più appropriatamente”. Il reparto di degenza sarà dotato di un day hospital con 18 posti letto. Sempre nell’ambito dell’unità operativa sarà collocata anche la scuola di specializzazione in oncologia, diretta dal prof. Roberto Mazzanti.“Il personale medico e paramedico – afferma il prof. Francesco Di Costanzo – si occuperà in particolar modo di trattamenti di alta specializzazione e di sperimentazione di nuovi farmaci, oltre naturalmente a seguire i pazienti con malattia in fase avanzata con terapie adiuvanti o neoadiuvanti. E questo grazie alle tecnologie più avanzate di cui è dotata l’Azienda, sia per la diagnostica che la cura dei tumori: dalla chemioterapia ad alte dosi, con recupero di cellule staminali, alla radioterapia, alla PET (Tomografia ad Emissione di Positroni), l’unico strumento in grado di fornire le immagini dei processi biochimici e delle funzioni biologiche del cancro: di quelle alterazioni cioè che, nel corso di una malattia, si manifestano molto prima rispetto alle modificazioni anatomiche; le Tac e le Risonanze magnetiche, di ultima generazione, così come le apparecchiature per la ricerca biomolecolare. Il day hospital – aggiunge Di Costanzo – sarà un supporto determinante al reparto di degenza. In base alle nostre previsioni, il day hospital assisterà l’80% dei circa 7.500 cittadini a cui ogni anno viene diagnosticata qui a Careggi una forma tumorale”.
“La nuova Unità di Oncologia Medica che si inaugura oggi qui a Careggi – sostiene il dott. Enrico Rossi, assessore per il diritto alla salute della Regione Toscana – consente di fare un enorme passo avanti nella strada della lotta ai tumori. Negli ultimi anni la Regione Toscana si è impegnata in modo particolare per migliorare la qualità, l’efficienza e l’equità della diagnosi e della cura in ambito oncologico. Forte è la spinta politica e la volontà di investire in questo settore. L’oncologia è una delle azioni programmate del Piano Sanitario Regionale 2002-2004, che vede tra gli obiettivi qualificanti la presa in carico complessiva del paziente oncologico secondo criteri di continuità e integrazione delle cure, e la garanzia di un’offerta di qualità nell’ambito del territorio toscano. Siamo sempre più convinti della nostra scelta del sistema a rete, che ha molti pregi: per i tre ambiti assistenziali della prevenzione, della diagnosi e della cura coinvolge tutti i soggetti che operano nel settore, e garantisce prestazioni che rispondono a criteri di equità, integrazione, tempestività, appropriatezza, qualità”.
L’apertura di quest’unità operativa intende dunque rispondere in modo sinergico all’aumento di diagnosi riscontrate in Regione e ad alcuni dati che preoccupano gli esperti, a cui fa comunque da contraltare un aumento della sopravvivenza a lungo termine per molte neoplasie. “L’incidenza dei tumori in Toscana, come nel resto d’Italia – dice il dott. Enrico Desideri, direttore sanitario del Careggi – è direttamente proporzionale all’allungamento dell’età media. Nel 1999, nell’area delle Province di Firenze e Prato (Registro Tumori Toscano), si sono diagnosticati 8.082 nuovi casi di cancro. In termini assoluti il numero è aumentato di 2.000 unità rispetto alla metà degli anni Ottanta, così come i decessi, passati dai 3.500 del 1985 ai 3.800 del 2000. Per quanto riguarda la nostra Regione i tassi maggiori riguardano in particolare i tumori dello stomaco e del colon retto, con percentuali tra le più alte d’Italia. E se per il primo l’incidenza sta pian piano diminuendo, il tumore del colon retto presenta una tendenza alla crescita (circa 1.4%/anno) soprattutto nei maschi. Dati incoraggianti arrivano invece dalle analisi di sopravvivenza, che confrontano la prognosi dei casi incidenti nel 1985-1987 con quelli 1993-1995. La sopravvivenza relativa a 5 anni (il rapporto fra la sopravvivenza osservata e quella attesa in base alla mortalità nella popolazione generale) migliora globalmente sia tra gli uomini (dal 36% al 42%) che tra le donne (dal 52% al 57%). Un miglioramento presente in molte sedi tumorali e legato sia all’anticipazione diagnostica che all’efficacia terapeutica, ad esempio il colon retto (maschi e femmine) da 48% a 55%, il melanoma (maschi e femmine) da 76% a 86%, mammella da 75% a 85%, prostata da 43% a 70%., rene (maschi e femmine) da 51% a 69%, ovaio da 33% a 44%, mieloma (maschi e femmine) da 31% a 49%, leucemie da 26% a 33%”.
“Con questa inaugurazione – sostiene il prof. Gensini – si aggiunge un ulteriore elemento agli obiettivi del Piano Oncologico Regionale. Un reparto reale che entra a far parte di quel progetto più ampio di Istituto virtuale, che ha l’obiettivo di creare, attraverso la rete telematica, un contatto continuo tra le diverse strutture ospedaliere della Regione, mettendo tutte le competenze del sistema in condizione di dialogare fra loro. Tutto ciò, oltre a favorire risposte rapide e omogenee sull’intero territorio, agevolerà la ricerca comune, creando un database su base regionale necessario sia per fare ricerca attiva che osservazionale, sia per valutare l’efficacia di nuovi strumenti terapeutici. Un’esperienza che può inoltre essere riproposta in altri ambiti della medicina. E’ infatti assolutamente ragionevole pensare che le specifiche competenze presenti nelle varie aziende ospedaliere universitarie – a Firenze, Pisa o Siena – possano trovare la giusta armonia in rete, in modo da garantire una penetrazione maggiore nella popolazione”.