Il prof. Arisi “Abbiamo a disposizione un’arma terapeutica che permette interventi conservativi e mirati”. Si migliora la qualità della vita, calano le isterectomie e i costi per il SSN
Milano, 20 marzo 2007 – Il 20% delle donne che si rivolge al ginecologo presenta un qualche problema di flussi mestruali abbondanti; ma sono ancora la maggioranza quelle che lo considerano un fatto fisiologico e sopportano disagi talvolta pesanti. Per questo la SIGO (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia) ha deciso, per la prima volta in Italia, di redigere e diffondere Raccomandazioni a medici e specialisti per contrastare quella che da disturbo diventa la più diffusa patologia della mestruazione che riguarda una donna su 20 tra i 30 e i 49 anni. “Negli ultimi anni la ricerca ha messo a disposizione nuove possibilità terapeutiche, in particolare un sistema intrauterino a rilascio di farmaco, che hanno portato la comunità scientifica a riconsiderare i propri atteggiamenti verso il problema dei flussi mestruali abbondanti – spiega il prof. Emilio Arisi, direttore dell‘U.O. Ostetricia e Ginecologia dell’ Ospedale Regionale “S. Chiara” di Trento e consigliere nazionale SIGO -. Si avverte uno stimolo culturale nuovo, una maggiore sensibilità a livello internazionale, che ha spinto anche altre società scientifiche nazionali, come quelle americana e inglese, a stendere linee guida. È un problema con importanti riflessi sulla qualità della vita della donna, forti disagi nella vita relazionale, lavorativa ed affettiva”.
“Le perdite molto abbondanti sono un sintomo che può avere origini diverse. Spetta al ginecologo identificare la causa e scegliere, in accordo con la donna, l’intervento più adeguato” commenta il prof. Luigi Fedele, direttore della II Clinica ostetrica e ginecologica dell’Università degli Studi di Milano e coordinatore con Arisi del gruppo di lavoro che ha prodotto le Raccomandazioni. Se per risolvere problemi di tipo organico si ricorre generalmente ad interventi chirurgici, a volte radicali come l’isterectomia (asportazione dell’utero), negli altri casi si privilegia il trattamento conservativo. In particolare, da qualche anno si è reso disponibile un sistema intrauterino che i ginecologi considerano come prima scelta terapeutica nella maggior parte dei casi. Si tratta di un dispositivo che libera in maniera costante, per 5 anni, una piccola quantità di ormone, un progestinico (il levonorgestrel), che va ad agire direttamente sull’utero, risolvendo il problema dell’eccessiva perdita mestruale. Rispetto ad altre terapie l’azione locale garantisce maggiore efficacia e minori effetti collaterali. Da non sottovalutare che oltre a migliorare la problematica delle mestruazioni abbondanti, il sistema garantisce la sicurezza contraccettiva per tutta la sua durata d’uso. “È un sistema ben tollerato. Ho in cura pazienti che lo usano da oltre dieci anni – continua Fedele. Un altro aspetto importante da considerare è che questo sistema permette di recuperare completamente la capacità riproduttiva dopo la sua rimozione.
Questa nuova opzione di trattamento assicura maggiore appropriatezza terapeutica e minori costi, dal punto di vista psicologico e sociale, ma anche economico. Il dr. Carlo Lazzaro, economista sanitario di Milano, ha condotto nel 2005 uno studio per valutare il possibile risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale derivante dall’utilizzo del sistema intrauterino a rilascio di ormone rispetto alle due possibili alternative chirurgiche più frequentemente praticate: isterectomia o ablazione endometriale. Il SSN potrebbe risparmiare, secondo le stime più recenti, quasi 19 milioni di euro, una cifra superiore allo 0,15% dell’importo della spesa farmaceutica pubblica territoriale netta (dato a consuntivo 2005 fornito dal Ministero della Salute: 11,85 miliardi di euro)”.
I flussi mestruali abbondanti possono portare a conseguenze cliniche notevoli, come l’anemia e causano poi una serie di altri disturbi fortemente invalidanti: “Ci sono donne che nei giorni della mestruazione non possono muoversi da casa, vedono compromessa la loro vita di relazione, sono costrette ad indossare assorbenti ingombranti ed imbarazzanti. – commenta il dr. Gian Pietro Gubbini, specialista in ostetricia e ginecologia -. Stanchezza, difficoltà di concentrazione, insonnia, mal di testa, nervosismo e disagio sono alcuni dei principali effetti delle mestruazioni abbondanti che compromettono la qualità della vita delle donne per tanti giorni al mese. Spesso le donne non sanno che esistono delle possibilità terapeutiche e non si rivolgono al proprio medico. Una maggiore consapevolezza della problematica da parte delle donne e una migliore interazione medico/paziente possono aiutare a scegliere la terapia più appropriata.”