Londra, 19 maggio 2009 – Il rischio cardiovascolare vera emergenza anche in Italia. Per questo l’AIFA da maggio rimborsa la terapia ormonale sostitutiva con drospirenone, l’unica efficace nel ridurre la pressione
Colpiscono più di tumori, Alzheimer, enfisema polmonare: sono le patologie cardiovascolari, prima causa di morte fra le donne dopo i 50 anni. Se l’azione degli ormoni “protegge” il cuore femminile, con la menopausa si registra una brusca virata e i dati sono preoccupanti: il 49% delle italiane in questa fase della vita è iperteso, il 38% ha livelli di colesterolo superiori a 240, il 30% è obeso, il 10% è diabetico e il 33% presenta sindrome metabolica. Una vera e propria epidemia nei Paesi occidentali, anche a causa di comportamenti scorretti: il 14% fuma, una su 2 non pratica alcun tipo di attività fisica. Per rispondere a questa emergenza, i medici indicano due vie: “Da un lato educare i nostri pazienti al movimento, a una dieta sana e all’abbandono del tabacco – afferma la prof.ssa Nicoletta Biglia dell’Università di Torino, una fra i massimi esperti italiani al Congresso Europeo della Menopausa (EMAS) che riunisce fino a domani a Londra 3.000 specialisti – , dall’altro promuovendo l’utilizzo della terapia ormonale sostitutiva (TOS), in Italia fermo a meno del 10%. Grazie alla ricerca infatti si sono sviluppate combinazioni in grado di limitare i disturbi più frequenti (vampate, sudorazione eccessiva, secchezza vaginale) ed agire sui fattori di rischio cardiovascolare”. Proprio per rispondere al dilagare delle malattie del cuore fra le donne nei giorni scorsi l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha ammesso in classe A (gratuita per i cittadini) Angeliq, l’unica associazione estro-progestinica utile nel ridurre la pressione arteriosa, a base di estradiolo e drospirenone, un progestinico con proprietà antimineralcorticoide. “Questa formulazione si è dimostrata efficace nelle ipertese (riduzione di 9 mmHg della minima, di 12 mmHg della massima), ma l’utilizzo regolare anche in donne normotese può avere effetti preventivi – spiega il prof. Giuseppe Rosano, cardiologo Direttore del Centro di Ricerca Clinica e Sperimentale dell’ IRCCS San Raffaele di Roma -. È un grande passo avanti nella prevenzione: la diminuzione della pressione minima di 5mmHg si associa infatti ad una riduzione del 40% del rischio di morte per stroke e del 25% per eventi cardiovascolari, mentre una diminuzione di 2 mmHg di pressione massima, comporta una riduzione del 10% di stroke e del 7% per eventi cardiovascolari”.La decisione dell’AIFA è motivata inoltre da ragioni di risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale: studi di farmacoeconomia hanno infatti mostrato come questa terapia sia vantaggiosa sotto il profilo della spesa, rispetto ai trattamenti antiipertensivi e ai costi della gestione degli eventi cardiovascolari.
Oltre al versante medico e di economia sanitaria, anche gli aspetti sociali sono al centro dell’attenzione degli esperti riuniti a Londra: la menopausa si manifesta, infatti, mediamente intorno ai 50 anni, quando la donna è ancora attiva, nel pieno della vita lavorativa, sessuale e di relazione. “La menopausa è una situazione del tutto fisiologica – spiega il prof. Marco Gambacciani, della Clinica Ostetrico-Ginecologica del Santa Chiara di Pisa e membro del direttivo EMAS -, ma è vero che può comportare in molte donne una notevole riduzione del benessere generale e della qualità della vita. La sessualità femminile subisce un vero “terremoto” con possibili ripercussioni sul desiderio, l’eccitazione vaginale/genitale e l’orgasmo/soddisfazione. Ma non va sottovalutato un altro importante fattore: il cambiamento del corpo. Durante la menopausa muta, infatti, la “forma” fisica della donna che tende ad aumentare di peso, accumulando grasso soprattutto sull’addome, sul petto e sulle braccia e spesso non si piace più. Ma con un’attenzione alla propria forma fisica, alla dieta, all’esercizio e i consigli del proprio ginecologo di fiducia si può vivere con serenità e gioia anche la sessualità in questa fase della vita. La terapia ormonale può contribuire anche in questo campo a un miglioramento della qualità di vita, senza rischi per la salute. La comunità scientifica è ormai concorde sulla sicurezza cardiovascolare della TOS iniziata precocemente, prima dei 60 anni o comunque entro 10 anni dalla menopausa. “La vera novità, è che questa terapia, se scelta con cura, può rivelarsi preventiva per le malattie cardiache. Oggi si preferisce somministrare alle donne in menopausa dosi di estrogeni più basse e magari associate a progestinici di nuova generazione – continua Marco Gambacciani -. Tali nuove formulazioni farmacologiche hanno effetti positivi sul controllo della sintomatologia, ma anche sulla pressione arteriosa e sulla reattività vascolare. In particolare in un nostro studio con basse dosi di estrogeni abbiamo visto un miglioramento del metabolismo glico-insulinemico e lipidico – conclude Gambacciani -. I vantaggi sono evidenti, sia nel contrastare l’innalzamento della pressione arteriosa, che l’aumento del peso e la ridistribuzione del grasso corporeo, soprattutto se si utilizza come progestinico il drospirenone”.