sabato, 3 giugno 2023
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8 Ottobre 2016

IPILIMUMAB MIGLIORA LA SOPRAVVIVENZA NEI PAZIENTI CON MELANOMA IN STADIO III DOPO RESEZIONE COMPLETA

Presentati per la prima volta i dati di sopravvivenza globale dello studio CA184-029 (EORTC 18071). Ipilimumab ha dimostrato una riduzione del 28% del rischio di morte rispetto al placebo
Ipilimumab ha ridotto del 24% il rischio di metastasi a distanza rispetto al placebo
Con un follow-up più lungo, il beneficio di sopravvivenza libera da recidiva e il profilo di sicurezza si sono mantenuti in linea con l’analisi primaria precedentemente riportata

(8 ottobre 2016) – Ipilimumab, farmaco immuno-oncologico, ha dimostrato di essere più efficace rispetto al placebo relativamente a tutti gli endpoint di sopravvivenza nello studio di fase III CA184-029 (EORTC 18071) che ha valutato pazienti con melanoma in stadio III ad alto rischio di recidiva dopo resezione chirurgica completa. Nello studio ipilimumab ha significativamente migliorato la sopravvivenza globale (OS), endpoint secondario, con un tasso di sopravvivenza globale (OS) a 5 anni del 65,4% nel gruppo con ipilimumab e del 54,4% nel gruppo trattato con placebo. La sopravvivenza libera da metastasi a distanza (DMFS), endpoint secondario, è migliorata in modo significativo rispetto al placebo e ha registrato tassi a 5 anni del 48,3% e 38,9% rispettivamente nel gruppo con ipilimumab e con placebo. In questa analisi aggiornata a 5 anni, il beneficio di sopravvivenza libera da recidiva (endpoint primario) osservato precedentemente con ipilimumab è stato confermato. Il profilo di sicurezza si è mantenuto in linea con l’analisi iniziale, senza nuovi decessi o segnalazioni sulla sicurezza. I più comuni eventi avversi immuno-correlati di grado 3/4, nel gruppo di pazienti trattati con ipilimumab, erano a livello gastrointestinale (16,1%), epatico (10,8%) ed endocrino (7,9%).
Questi dati saranno divulgati oggi durante la conferenza stampa ufficiale del Congresso della European Society for Medical Oncology e saranno contemporaneamente pubblicati su The New England Journal of Medicine. I risultati saranno inoltre presentati oggi nel corso del Presidential Symposium dalle 17 alle 17:15 (Abstract #LBA2_PR).
“Nonostante l’intervento chirurgico, la maggior parte dei pazienti con melanoma in stadio III manifesta recidiva della malattia e progressione metastatica, rafforzando il bisogno insoddisfatto di terapie sistemiche efficaci in ambito adiuvante” ha affermato Alexander M.M. Eggermont, Direttore Generale del Cancer Institute Gustave Roussy a Villejuif (Francia). “L’impatto di ipilimumab sulla sopravvivenza globale, sulla sopravvivenza libera da metastasi a distanza e libera da recidiva, osservato nello studio -029, offre ai medici nuove conoscenze nel trattamento adiuvante del melanoma”.
Nel melanoma in stadio III la malattia non si è ancora diffusa ai linfonodi a distanza o ad altre parti del corpo e necessita di resezione chirurgica del tumore primario e dei linfonodi coinvolti. La popolazione di pazienti in stadio III è eterogenea e presenta tassi di sopravvivenza tumore-specifica del 78%, 59% e 40% rispettivamente per il melanoma in stadio IIIA, IIIB e IIIC.
“I risultati dello studio -029 sono dati importanti per la comunità scientifica ed evidenziano il nostro continuo impegno nel miglioramento della sopravvivenza in tutti gli stadi del melanoma” ha detto Vicky Goodman, development lead, Melanoma and Genitourinary Cancers, Oncology, Bristol-Myers Squibb. “Ipilimumab è il primo inibitore di checkpoint immunitario a dimostrare un beneficio di sopravvivenza statisticamente significativo nei pazienti ad alto rischio con melanoma in stadio III dopo resezione completa. Con un’ulteriore valutazione dei nostri farmaci immuno-oncologici e di diverse opzioni di dosaggio, siamo impegnati nella ricerca di ogni possibilità terapeutica per il melanoma”.

Lo studio CA184-029 (EORTC 18071)
CA184-029 (EORTC 18071) è uno studio randomizzato di fase III, in doppio cieco, controllato vs placebo, iniziato nel 2008 dall’European Organization for Research and Treatment of Cancer (EORTC), che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di ipilimumab 10 mg/kg in ambito adiuvante per il melanoma ad alto rischio in stadio III. Lo studio indipendente comprendeva 99 centri in 19 paesi del network pan-europeo EORTC e infrastrutture specializzate. Lo studio ha arruolato i pazienti idonei di età ≥ 18 anni che erano stati sottoposti a resezione completa di un melanoma cutaneo in stadio III (che escludeva metastasi linfonodali ≤ 1 mm o metastasi in transito). Nello studio, i pazienti sono stati randomizzati a ricevere ipilimumab 10 mg/kg (n = 475) o placebo (n = 476) in infusione endovenosa ogni 3 settimane per 4 dosi, seguite da ipilimumab 10 mg/kg o placebo ogni 12 settimane dalla settimana 24 alla 156 (tre anni) o fino a comparsa confermata di recidiva o tossicità inaccettabile. Ipilimumab è stato studiato in pazienti con ampia gamma di caratteristiche, inclusi quelli in stadio IIIa con metastasi linfonodali > 1 mm (20%), IIIb (44%) o IIIc senza metastasi in transito (36%); il 42% dei pazienti presentava lesioni primarie con ulcerazioni e il 58% coinvolgimento macroscopico dei linfonodi.
L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da recidiva (RFS), definita come il tempo intercorso tra la data di randomizzazione e la data della prima recidiva o del decesso, valutata dall’Independent Review Committee. Questa analisi era alla base dell’approvazione di ipilimumab negli Stati Uniti, a ottobre 2015, per il trattamento adiuvante del melanoma al dosaggio di 10 mg/kg. Endpoint secondari includevano la sopravvivenza globale (OS), la sopravvivenza libera da metastasi a distanza (DMFS), la sicurezza e la qualità di vita legata alla salute.
Nello studio, ipilimumab ha significativamente migliorato la RFS, l’endpoint primario, rispetto al placebo in tutti i gruppi di pazienti. I risultati aggiornati a 5 anni hanno dimostrato che RFS è rimasta significativamente più lunga con ipilimumab vs placebo, rispettivamente con una RFS mediana di 27,6 mesi (IC 95%: 19,3 – 37,2) vs 17,1 mesi (IC 95%: 13,6 – 21,6) (HR = 0,76; IC 95%: 0,64 – 0,89; p < 0,001).
Ipilimumab ha anche dimostrato un significativo miglioramento della OS, un endpoint secondario dello studio, con una riduzione del 28% del rischio di morte vs placebo (HR = 0,72; IC 95%: 0,58 – 0,88; p = 0,001) e un tasso stimato di OS a 5 anni del 65,4% (IC 95%: 60,8 – 69,6) con ipilimumab vs del 54,4% (IC 95%: 49,7 – 58,9) con placebo. Inoltre, ipilimumab ha mostrato una riduzione del 24% del rischio di sviluppare metastasi a distanza rispetto al placebo (HR = 0,76; IC 95,8%: 0,64 – 0,92; p = 0,002), con un tasso stimato di DMFS a 5 anni del 48,3% con ipilimumab vs 38,9% con placebo. La DMFS mediana è risultata di 48,3 mesi con ipilimumab vs 27,5 mesi con placebo.
Il profilo di sicurezza di ipilimumab in questa analisi aggiornata è in linea con i risultati precedentemente riportati nello studio CA184-029 (EORTC 18071). In questi dati iniziali erano stati calcolati cinque decessi per eventi avversi correlati al farmaco, ma da allora non è stato riportato alcun nuovo caso. Tra i 471 pazienti che hanno ricevuto ipilimumab, 465 (98,7%) hanno manifestato un evento avverso di ogni grado e 255 (54,1%) un evento avverso di grado 3 o 4, mentre tra i 474 pazienti trattati con placebo, 432 (91,1%) hanno manifestato un evento avverso di ogni grado e 124 (26,2%) uno di grado 3 o 4. Gli eventi avversi immuno-correlati erano più frequenti con ipilimumab che con placebo. I più comuni eventi avversi immuno-correlati di grado 3/4 nel gruppo di pazienti trattati con ipilimumab erano a livello gastrointestinale (16,1%), epatico (10,8%) ed endocrino (7,9%). Il tempo mediano all’esordio degli eventi avversi immuno-correlati di grado 2-5 durante lo studio variavano da 4 settimane (eventi avversi cutanei immuno-correlati) a 13,1 settimane (eventi avversi neurologici immuno-correlati). Gli eventi avversi endocrini di grado 2-4 immuno-correlati si sono risolti nel 51,1% dei pazienti e il tempo mediano alla scomparsa è stato di 54,3 settimane. La maggioranza degli eventi avversi di grado 2-4 immuno-correlati (82-97%) si è risolta e il tempo mediano alla scomparsa dei sintomi variava da 4 a 8 settimane.
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