Si apre oggi a Firenze il XXI Congresso nazionale della SIIA. Dal 22 al 28 novembre nelle piazze italiane misurazioni gratuite. L’esame delle urine per la microalbuminuria può far scoprire il danno d’organo e indicare il rischio cardiovascolare
Firenze, 5 ottobre 2004 – In passato era la pressione diastolica, la minima, ad essere considerata il miglior parametro per valutare la gravità dell’ipertensione. “Studi epidemiologici condotti negli ultimi dieci anni – spiega il prof. Gastone Leonetti, presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA) – hanno invece individuato che se ciò rimane valido per i giovani adulti, per le persone di mezza età e gli anziani è la pressione sistolica (la massima) il maggior indicatore del rischio cardiovascolare. I pazienti che presentano incremento della massima e diminuzione della minima sviluppano infatti nel lungo termine un tasso più alto di mortalità cardiovascolare rispetto a quelli le cui pressioni sistolica e diastolica non variano nel tempo”. C’è di più, prosegue il prof. Leonetti: “L’analisi, pubblicata meno di un anno fa e basata sulla National Health and Nutrition Examination Survey, serve ad esaminare il comportamento dell’ipertensione sistolica e diastolica (secondo la distribuzione percentuale di 3 sottotipi: sistolica isolata, sisto-diastolica, diastolica isolata) in rapporto con l’età (sotto i 50 anni o uguale/superiore a 50 anni). Da qui è risultato anche che la forma sistolica isolata è il sottotipo più frequente di ipertensione non controllata in persone anziane”.
Di ipertensione arteriosa si parlerà da oggi a venerdì al Palazzo dei Congressi di Firenze, dove è in programma il XXI Congresso della SIIA, al quale partecipano, tra gli altri i proff. Leonetti, Mancia, Ambrosioni, Volpe, Trimarco, Rappelli tra i maggiori esperti nazionali della materia. Ma soprattutto sarà al centro dell’attenzione dal 22 al 28 novembre, settimana che la SIIA, la Croce Rossa Italiana e la Lega Italiana contro l’Ipertensione dedicheranno alla lotta contro questa condizione, che soltanto in Italia si stima colpisca oltre 12 milioni di persone, dal 21,3 al 25.7% della popolazione attiva, con punte dell’80% tra gli ultrassessantacinquenni e, dato recentissimo, anche il 5% dei giovani al di sotto dei 30 anni.
“Abbiamo visto – prosegue il prof. Enrico Agabiti Rosei, vice Presidente della SIIA – che la pressione sistolica, soprattutto nei pazienti ipertesi diabetici o negli ipertesi anziani, rappresenta la causa principale di scarso controllo dell’ipertensione nella popolazione. Se noi andiamo a valutare perché il 70% non raggiunge gli obiettivi pressori nonostante il trattamento, nella maggior parte dei casi scopriamo che il motivo è l’impossibilità di ridurre abbastanza la pressione massima. Spesso l’aumento è dovuto a un indurimento della parete delle grandi arterie e dell’aorta che è molto difficile far regredire”. Le conseguenze di questa situazione possono essere molto gravi, soprattutto a carico dei cosiddetti organi bersaglio, il cuore, i vasi arteriosi, il rene: una volta poi che queste alterazioni si sono stabilite, aumenta esponenzialmente il rischio di andare incontro a infarti e ictus. “Per questo – afferma il prof. Agabiti Rosei – è fondamentale arrivare il prima possibile ad una diagnosi certa, che non solo ci permette di curare il paziente, ma anche di valutarne il rischio cardiovascolare globale attraverso la comparsa, per esempio, di ipertrofia ventricolare sinistra,; la presenza di un danno vascolare, soprattutto nelle carotide, e il danno renale. Si tratta di una valutazione fondamentale, perché un trattamento adeguato può anche far regredire il danno d’organo iniziale, oltre naturalmente a ridurre il pericolo d’infarto, di scompenso e di ictus. E’ sufficiente un esame delle urine per scoprire la presenza di microalbuminuria, segnale inequivocabile di danno renale e segnale di aumentato rischio di eventi cardiovascolari”.
La settimana contro l’ipertensione ha proprio questo obiettivo: sensibilizzare e informare la popolazione. In primo luogo su quali sono i valori di riferimento, in base alle ultime linee guida europee – 120/80 è considerata la pressione ottimale, mentre tra 140-159/90-99 si inizia a parlare di ipertensione di primo grado – quindi sul rischio cardiovascolare e sulla possibilità di correggerlo tramite il controllo della pressione. “In tutte le piazze italiane – spiega il prof. Ettore Ambrosioni, past president della SIIA – verranno organizzate una serie di iniziative: dall’installazione di postazioni per la misurazione della pressione arteriosa alla distribuzione ai cittadini di materiale informativo e lettere per il medico curante con i valori pressori misurati, ad incontri aperti al pubblico con specialisti per spiegare gli effetti della mancata compliance o dei rischi legati all’ipertensione. Tutti i centri dell’Ipertensione garantiranno inoltre una ‘via preferenziale’ per coloro che scoprono di essere ipertesi”. La settimana è comunque una delle tante iniziative messe in campo dalla Società per riuscire ad arginare questa malattia. Dal luglio scorso, dal lunedì al venerdì, dalle 13 alle 17, è attivo anche un Numero Verde (800.555323) dove gli utenti possono avere informazioni sull’ipertensione, su Centri più vicini a casa loro e sulle principale norme di prevenzione.
Al congresso nazionale della società vengono presentati anche i risultati dl numerosi studi clinici. Fra questi, lo studio REACT, un’indagine tutta italiana che si è svolta presso i Centri della Ipertensione su più di 1500 pazienti ipertesi adulti in terapia antiipertensiva stabile. Lo studio ha fornito una serie di informazioni utili che indicano come più fattori di rischio sono troppo spesso presenti nei nostri pazienti: il 27% rimane fumatore; il 41% ha colesterolo alto; il 35% una storia famigliare di malattia cardiovascolare; il 17% è diabetico.