Duemila tra i massimi esperti internazionali di aterosclerosi riuniti a Venezia al DALM (Drugs Affecting Lipid Metabolism)
Venezia, 27 ottobre 2004 – I maggiori esperti mondiali lo confermano: chi beve con moderazione vino, birra o superalcolici (non più di 2-3 drink al giorno per gli uomini e 1-2 per le donne) diminuisce del 20% di rischio di subire un infarto rispetto a chi è astemio o a chi beve di più. A stabilire benefici e limiti è il prof. Eric Rimm, del Dipartimento di Epidemiologia e Nutrizione dell’Università di Harvard negli Stati Uniti, intervenuto al XV Congresso DALM (Drugs Affecting Lipid Metabolism) che si conclude oggi a Venezia. “Allo stato attuale delle conoscenze non sembra esserci differenza tra le varie bevande alcoliche – puntualizza il prof. Rodolfo Paoletti, presidente del DALM e preside della facoltà di Farmacia dell’Università di Milano – l’ingrediente rilevante ai fini della salute delle arterie è l’alcol”. “Anche se – precisa il dr. Andrea Poli, segretario scientifico della Fondazione Italiana per il Cuore – in alcuni studi il vino rosso sembra proteggere di più. Il motivo è probabilmente che il vino spesso si beve ‘meglio’ delle altre bevande alcoliche, accompagnato ai cibi e suddiviso tra pranzo e cena: con il risultato che l’assorbimento dell’etanolo è rallentato”.
Il drink è l’unità di misura standard utilizzata nei Paesi anglosassoni e corrisponde a circa 10-13 grammi di etanolo contenuti in un bicchiere di vino, in mezzo litro di birra o in un bicchierino di superalcolico.
Secondo quanto riportato al congresso dal prof. Rimm, oltre agli effetti protettivi su cuore e circolazione, dell’etanolo non vanno trascurate le altre importanti azioni biologiche utili a tenere sotto controllo gli squilibri dell’insulina abbassando il rischio di diabete, una patologia ‘sociale’ e da benessere che colpisce ormai milioni di persone in tutti i Paesi occidentali, 3 milioni solo in Italia e che in tutto l’Occidente rappresenta la 6a causa di morte. Nel campo della prevenzione e degli stili di vita, al DALM è stato evidenziato che la diminuzione di mortalità ottenuta con la dieta mediterranea e più o meno la stessa (20%) di quella di chi beve abitualmente circa 2 drink al giorno, mentre la massima diminuzione (+ del 30%) si ha in chi non fuma o ha smesso da anni. L’alcol, inoltre, sempre a dosi moderate e nei bevitori abituali non fa ingrassare ma anzi, associato all’attività fisica aiuta a perdere chili o a mantenere il peso forma. C’è inoltre la conferma che l’attività fisica è utile a prevenire le malattie cardiovascolari, ma, precisa il dr. Poli, “non deve essere nè troppo intensa nè troppo leggera. Chi pratica del footing, ad esempio, dovrebbe ricordare una regola molto semplice: correndo bisogna riuscire a parlare (sforzo non troppo intenso) ma non si deve riuscire a cantare (sforzo troppo modesto)”.
Al DALM il prof. Rimm ha inoltre documentato gli effetti benefici dell’alcol a dosi moderate anche nella cura di calcoli renali, ipertensione, ipertrofia prostatica benigna e disfunzione erettile e ha esaminato la relazione tra consumo di alcol e rischio di cancro. Infatti, secondo i risultati di studi recenti, un consumo anche inferiore al valore soglia di 2 drink al giorno, esporrebbe le donne ad un rischio maggiore di tumore del seno; ma il prof. Rimm ha dimostrato che questo aumento del rischio tumorale può essere completamente prevenuto da un adeguato apporto di folati (vitamina B), sostanze contenute soprattutto nelle verdure verdi, nei legumi, nelle arance di cui la dieta mediterranea è molto ricca. Gli studi di Rimm dimostrano infatti che nelle donne che assumono una dieta contenente sufficienti quantità di folati e che bevono non più di 1-2 drink al giorno, l’aumento del rischio di tumore della mammella non si registra.
Il prossimo DALM organizzato dalla Fondazione Lorenzini si terrà nel 2007 a Pechino.