INCORAGGIANTI DATI DI SOPRAVVIVENZA CON NIVOLUMAB PIÙ IPILIMUMAB A UN FOLLOW-UP PIÙ LUNGO NEL TRATTAMENTO DI PRIMA LINEA DEL TUMORE DEL POLMONE NON A PICCOLE CELLULE AVANZATO NELL’AMBITO DELLO STUDIO CHECKMATE -012 DI FASE 1B
Considerando le coorti di combinazione, la sopravvivenza mediana libera da progressione nei pazienti con espressione di PD-L1 ≥ 1% (n = 46) è risultata di 12,7 mesi (IC 95%: 7,8-23,0), mentre non è stata raggiunta nei pazienti con espressione di PD-L1 ≥ 50% (n = 13; IC 95%: 7,8-NR). Nei pazienti con espressione di PD-L1 ≥ 50% (n = 13), il tasso di sopravvivenza globale a un anno era del 100% nelle due coorti di combinazione. Inoltre, il tasso di risposta obiettiva confermata in tutti i pazienti trattati (n = 77) era del 43%, quasi il doppio del tasso registrato con nivolumab in monoterapia (23%; n = 52), con sei pazienti (8%) che hanno ottenuto una risposta completa, tre dei quali avevano un’espressione di PD-L1 < 1%. Gli eventi avversi di grado 3-4 correlati al trattamento erano pari al 42% e 31% rispettivamente nelle coorti di combinazione Q12W e Q6W.
Scott N. Gettinger, associate professor of medicine, Yale Cancer Center, New Haven, CT, ha affermato “Con un follow-up più lungo nell’ambito dello studio CheckMate -012, abbiamo osservato che la combinazione di nivolumab e ipilimumab offre un’incoraggiante sopravvivenza libera da progressione. Siamo anche soddisfatti di vedere confermati i dati relativi ai tassi di risposta con la combinazione che sono quasi raddoppiati rispetto a nivolumab in monoterapia, indipendentemente dall’espressione di PD-L1, con tassi di risposta di oltre il 50% e 90% precedentemente osservati nei pazienti con espressione tumorale di PD-L1 rispettivamente di almeno 1% e 50%. Aspettiamo ora di valutare ulteriormente nivolumab e ipilimumab nel trattamento di prima linea del tumore del polmone avanzato”.
I risultati dello studio CheckMate -012 sono stati presentati a Vienna alla 17th World Conference on Lung Cancer dell’International Association for the Study of Lung Cancer in una sessione orale.
“I dati aggiornati dello studio CheckMate -012 continuano a essere incoraggianti e aspettiamo ora i risultati della combinazione di nivolumab e ipilimumab nello studio CheckMate -227 di fase III, attualmente in corso, nel tumore del polmone avanzato in prima linea, con la speranza di confermare questi dati”, ha commentato Nick Botwood, development lead, Lung, Bristol-Myers Squibb.
CheckMate -012
CheckMate -012 è uno studio multibraccio, di fase 1b, che ha valutato la sicurezza e la tollerabilità (endpoint primari) di nivolumab in monoterapia o in combinazione con ipilimumab, a diversi dosaggi e schedule, in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule avanzato, naïve alla chemioterapia. Endpoint secondari includevano il tasso di risposta obiettiva confermata (ORR) e i tassi di sopravvivenza libera da progressione (PFS) a 24 settimane. Endpoint esplorativi erano la sopravvivenza globale (OS) e l’efficacia secondo espressione di PD-L1.
I dati aggiornati presentati alla 17th World Conference on Lung Cancer riguardano un follow-up mediano di circa 16 mesi per le due coorti di combinazione – nivolumab 3 mg/kg ogni due settimane più ipilimumab 1 mg/kg ogni sei settimane (Q6W) (n = 39) oppure ogni 12 settimane (Q12W) (n = 38). Nello studio, sono stati arruolati pazienti con espressione di PD-L1 > 1% o meno (< 1%). La maggioranza dei pazienti con espressione basale quantificabile di PD-L1 in ciascuna coorte mostrava un’espressione tumorale di PD-L1 ≥ 1% che corrispondeva al 72% nella coorte Q6W e al 70% in quella Q12W.
Le percentuali di eventi avversi correlati al trattamento con nivolumab e ipilimumab si sono mantenute in linea con quanto precedentemente riportato. Gli eventi avversi di ogni grado correlati al trattamento erano pari all’84% e al 74%, rispettivamente nelle coorti di combinazione Q12W e Q6W. Eventi avversi di grado 3-4 interessavano il 42% e 31% dei pazienti, rispettivamente nelle coorti di combinazione Q12W e Q6W. La sospensione del trattamento per eventi avversi di ogni grado correlati al trattamento ha riguardato il 18% dei pazienti in entrambe le coorti di combinazione Q12W e Q6W, mentre eventi avversi di grado 3-4 correlati al trattamento hanno portato alla sospensione della terapia nell’8% dei pazienti nelle due coorti di combinazione.
Il tumore del polmone
Il tumore del polmone è la principale causa di morte per cancro al mondo ed è responsabile di più di 1,5 milioni di decessi ogni anno, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il tumore del polmone non a piccole cellule è uno dei tipi più comuni di questa neoplasia con circa l’85% dei casi. Circa il 25-30% di tutti i i tumori al polmone è rappresentato dai carcinomi a cellule squamose, mentre il tumore polmonare non a piccole cellule non squamoso è responsabile del 50-65% del totale dei casi di neoplasia al polmone. I tassi di sopravvivenza variano a seconda dello stadio e del tipo di tumore al momento della diagnosi. Complessivamente, la sopravvivenza a 5 anni per il tumore del polmone non a piccole cellule in stadio I è compresa tra il 47% e il 50%, mentre per lo stadio IV scende al 2%, sempre a 5 anni.
Bristol-Myers Squibb: avanguardia nella ricerca in Immuno-Oncologia e nell’innovazione
In Bristol-Myers Squibb i pazienti sono al centro di tutto ciò che facciamo. La nostra visione sul futuro della cura del cancro è focalizzata sulla ricerca e sullo sviluppo di farmaci immuno-oncologici che aumenteranno l’aspettativa di vita di pazienti affetti da “tumori difficili da trattare” e che cambieranno il loro modo di vivere.
Siamo in prima linea nella ricerca scientifica in ambito immuno-oncologico grazie ad un ampio portfolio di agenti approvati e in fase di sperimentazione – che includono la prima combinazione di due molecole immuno-oncologiche nel melanoma metastatico – e grazie al nostro programma differenziato di sviluppo clinico, che sta valutando ampie popolazioni di pazienti, in più di 20 tipi di neoplasie, con 11 molecole allo stadio clinico disegnate per colpire diverse vie del sistema immunitario. La nostra profonda esperienza e il design innovativo degli studi clinici favoriscono la ricerca di combinazioni di agenti in differenti tipi di tumore, contribuendo al potenziale sviluppo della prossima ondata di regimi di combinazioni immuno-oncologiche con senso di urgenza. Continuiamo a essere pionieri nella ricerca che contribuirà ad acquisire conoscenze più approfondite sul ruolo dei biomarcatori immunitari e ad individuare quali pazienti potranno beneficiare delle terapie immuno-oncologiche.
È noto che l’obiettivo di rendere l’Immuno-Oncologia una realtà per molti pazienti richiede non solo innovazione ma anche una stretta collaborazione con i maggiori esperti nel campo. Le partnership con le istituzioni accademiche, con le associazioni dei pazienti e le aziende biotech supportano il nostro fine collettivo di offrire nuove opzioni di trattamento per migliorare gli standard della pratica clinica.
Nivolumab
Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario PD-1 (programmed death-1) che è stato progettato per potenziare il nostro sistema immunitario al fine di ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale. Rinforzando il sistema immunitario contro il cancro, nivolumab è divenuto un’importante opzione di trattamento per molti tipi di tumore.
Il vasto programma di sviluppo di nivolumab si basa sulle conoscenze scientifiche di Bristol-Myers Squibb nel campo dell’Immuno-Oncologia e include un’ampia gamma di studi clinici, in tutte le fasi della sperimentazione, compresa la fase III, in molti tipi di tumore. Ad oggi, nel programma di sviluppo clinico di nivolumab sono stati arruolati più di 25.000 pazienti. Gli studi clinici con nivolumab hanno contribuito ad approfondire le conoscenze sul potenziale ruolo dei biomarcatori nella cura dei pazienti, in particolare nel modo in cui essi possano beneficiare del farmaco in base ai livelli di espressione di PD-L1.
A luglio 2014, nivolumab è stato il primo inibitore di checkpoint immunitario PD-1 al mondo ad aver ottenuto l’approvazione. Attualmente è approvato in più di 57 Paesi, inclusi gli Stati Uniti, l’Unione Europea e il Giappone. A ottobre 2015, il regime di combinazione di nivolumab e ipilimumab è stato il primo regime di combinazione in immuno-oncologia a ricevere l’approvazione dalle Autorità Regolatorie per il trattamento del melanoma metastatico ed è attualmente approvato in più di 47 Paesi, inclusi gli Stati Uniti e l’Unione Europea.
Bristol-Myers Squibb e la collaborazione con Ono Pharmaceutical Co., Ltd.
Nel 2011, grazie ad un accordo di collaborazione con Ono Pharmaceutical Co., Ltd, Bristol-Myers Squibb ha esteso i diritti di sviluppo e commercializzazione di nivolumab in tutto il mondo esclusi Giappone, Corea del Sud e Taiwan, dove Ono mantiene tutti i diritti sul farmaco. Il 23 luglio 2014, Bristol-Myers Squibb e Ono hanno ulteriormente ampliato l’accordo di collaborazione strategica per sviluppare e commercializzare congiuntamente molteplici immuno-terapie, sia come singoli farmaci che come regimi di combinazione, per il trattamento dei pazienti con cancro in Giappone, Corea del Sud e Taiwan.
Bristol-Myers Squibb
Bristol-Myers Squibb è un’azienda biofarmaceutica globale, la cui mission è scoprire, sviluppare e rendere disponibili farmaci innovativi che aiutino i pazienti a combattere gravi malattie. Per maggiori informazioni, visitate il sito: www.bms.com e www.bms.it.
Irene Cartei
Bristol-Myers Squibb
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irene.cartei@bms.com