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10 Ottobre 2008

I GINECOLOGI: “LA LEGGE 194 È TECNICAMENTE BEN APPLICATA”. BUONI I TEMPI DI ATTESA, ASSICURATA LA MEDIAZIONE CULTURALE

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Una donna su 3 è extracomunitaria. Si praticano però troppe anestesie generali. Vittori: “Sono cambiati i bisogni, era necessaria una verifica”. Al meeting spazio per le domande da second life

Torino, 6 ottobre 2008 – La 194 compie trent’anni: tempo di bilanci, che la legge supera con una sufficienza piena per gli aspetti che riguardano l’aspetto tecnico. Lo rivelano i risultati della prima indagine nazionale sull’interruzione volontaria di gravidanza condotta dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) presentati oggi al Congresso di Torino. La rilevazione ha preso in esame 45 centri, distribuiti equamente e bilanciati fra grande, piccola e media dimensione, che hanno effettuato da soli il 13.5% delle 127.038 interruzioni volontarie di gravidanza avvenute in Italia nel 2007. L’applicazione concreta della norma è soddisfacente: positiva la presenza di mediatori culturali, garantita per tre strutture su 4 e buoni anche i tempi d’attesa, pari in media a 3.3 giorni per le urgenze e 13.7 per i casi non urgenti. Una notizia rassicurante, perché si tratta di un fattore chiave per ridurre al minimo le complicanze: se a 7 settimane il rischio relativo è pari a zero, diventa uno a 8, 2 a 9, 4 a 10, e così via, raddoppiando in modo esponenziale con il trascorrere dei giorni. Esistono comunque margini di miglioramento: “In particolare – commenta Emilio Arisi, membro del direttivo nazionale SIGO e responsabile della ricerca – l’anestesia locale, indicata nelle raccomandazioni dell’OMS, è prevista solo nel 34,2% dei centri e, nel nostro campione, ciò è avvenuto di fatto nel 17.02% dei casi. Si privilegia invece ancora l’anestesia generale, potenzialmente più rischiosa e maggiormente dispendiosa”. Altra nota dolente è il rapporto diretto fra ospedale e consultorio: “I protocolli di collaborazione, esistenti nel 71% dei casi, spesso vivono solo sulla carta – afferma Giovanni Monni, presidente dell’AOGOI -. Nel 73% dei casi è la stessa paziente ad effettuare la prenotazione, a fronte di solo il 23% in cui provvede il consultorio”. Resta alto il numero di obiettori: lo sono il 72% dei medici e il 57% dei primari e solo il 39.5% degli ospedali assicura la presenza di personale non obiettore disponibile per ogni turno. “In questi trent’anni sono profondamente mutati i bisogni e l’identikit delle donne che chiedono l’interruzione di gravidanza – aggiunge il prof. Giorgio Vittori, presidente della SIGO -. Ad esempio, il 32% degli aborti in Italia riguarda donne immigrate, ben il 42.08% nel nostro campione. Per questo la SIGO ha ritenuto necessario condurre un’indagine tecnica, al di là delle ideologie, per verificare l’effettiva applicazione della legge. La donna che compie la dolorosa scelta di abortire merita di essere tutelata il più possibile e la 194, pur se perfezionabile, resta in questo senso una norma efficace”. La donna rappresenta la vera protagonista del Congresso, che celebra anche il sessantesimo compleanno dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri (AOGOI) e che riunisce oltre 3.000 esperti da tutta Italia e che si “apre” alla società civile: la SIGO è infatti la prima Società scientifica ad aver previsto uno spazio “virtuale”, inaugurato da tre mesi su second life, per raccogliere le richieste delle utenti ed offrire risposte. In cima alla lista delle priorità segnalate proprio la 194, la depressione post partum e la salvaguardia della fertilità, tema a cui la SIGO ha dedicato una fiction in 3D presentata in anteprima a Torino.

Con 3.600 interruzioni volontarie di gravidanza l’anno, il S. Anna di Torino si conferma una fra le strutture più “attive” in Italia su questo fronte. In Piemonte, regione che ospita il Congresso, E gli obiettori sfiorano il 70% ma esiste un percorso assistenziale per una completa applicazione della 194 condiviso tra consultori e presidi ospedalieri, con l’obiettivo di facilitare l’accesso della donna: qui il 35% delle richieste di interruzione di gravidanza viene rilasciata dai consultori. “Un sistema che funziona – commenta Mario Campogrande, Direttore della Ginecologia e Ostetricia al S. Anna di Torino e Presidente del Congresso – . Nella nostra regione il numero di donne che ricorre all’aborto è in calo, mentre resta più alto fra le straniere. Ma il S. Anna rappresenta un punto di riferimento anche per chi presenta complicazioni in gravidanza: la percentuale di casi con problemi di questo genere o vere e proprie patologie raggiunge il 15% circa, con un numero di parti cesarei intorno al 35,1% (38,2% la media italiana), in lieve calo negli ultimi 2 anni”.
Ma al centro della priorità della SIGO anche la protezione della fertilità, un tema che la Società vuole promuovere soprattutto sensibilizzando le più giovani. Per questo ha scelto di utilizzare nuovi linguaggi, fra cui you tube e una fiction in 3D, pensata appositamente per le under 30. Si chiama “Aurora alla scoperta della fertilità” e sottolinea in particolare l’importanza di proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili, importante fattore di rischio di infertilità, e di pianificare per tempo le scelte riproduttive, compatibilmente con le altre esigenze della donna. “Questo video – conclude il prof. Vittori – si inserisce nel solco di una serie di attività rivolte alle più giovani, che stiamo realizzando in particolare con la nostra campagna “Scegli tu”. Un obiettivo che ci vede impegnati nell’utilizzo di linguaggi e media innovativi, per rendere più “comprensibili” i nostri messaggi”.

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