sabato, 14 settembre 2024
Medinews
7 Settembre 2023

I DATI A LUNGO TERMINE DI DUE STUDI DI FASE 3 CON MAVACAMTEN DIMOSTRANO UNA RISPOSTA COSTANTE E DURATURA NEI PAZIENTI CON CARDIOMIOPATIA IPERTROFICA OSTRUTTIVA SINTOMATICA (OHCM)

I risultati dello studio VALOR-HCM LTE (56 settimane) dimostrano che a un follow-up prolungato, mavacamten ha continuato a ridurre l’eleggibilità alla procedura invasiva di riduzione del setto (SRT) a 56 settimane

I dati dello studio EXPLORER-LTE (analisi cumulativa fino a 120 settimane) mostrano miglioramenti duraturi nell’ostruzione del tratto di efflusso del ventricolo sinistro (LVOT), dei sintomi e dei livelli di NT-proBNP nei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica, senza nuovi segnali relativi alla sicurezza

Mavacamten è stato approvato recentemente nell’Unione Europea, dopo l’approvazione negli Stati Uniti e in altri Paesi nel mondo, ed è il primo e unico inibitore della miosina cardiaca approvato per il trattamento dei pazienti adulti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica


(Roma, 7 settembre 2023) Bristol Myers Squibb ha annunciato i nuovi risultati di follow-up a lungo termine di due studi di Fase 3 che hanno valutato mavacamten, un inibitore della miosina cardiaca, first-in-class, nei pazienti adulti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva (oHCM) sintomatica. I risultati dell’analisi a 56 settimane dello studio di estensione a lungo termine (LTE) VALOR-HCM sono stati riportati in una presentazione orale “late-breaking”, con pubblicazione contemporanea su JAMA Cardiology, e i risultati dell’analisi cumulativa a 120 settimane della coorte “EXPLORER” dello studio MAVA-LTE sono stati oggetto di una presentazione orale al Congresso 2023 della Società Europea di Cardiologia (European Society of Cardiology, ESC).

“I nuovi dati a lungo termine presentati all’ESC sono coerenti con l’analisi primaria di ogni studio, sottolineando ulteriormente il beneficio che la nostra terapia first-in-class può offrire ai pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica,” afferma Amy Sehnert, M.D., Vicepresidente, Head of Cardiomyopathy and Heart Failure Clinical Development, Bristol Myers Squibb. “Questi dati positivi rafforzano la significatività clinica di questi due studi di Fase 3 che hanno portato all’approvazione di mavacamten negli Stati Uniti, nell’Unione Europea e in altri Paesi nel mondo. Siamo entusiasti dei risultati fin qui raggiunti con mavacamten e rimaniamo fermi nel nostro impegno di offrire il nostro supporto a favore dei pazienti con HCM a livello mondiale”.

Risultati principali dell’analisi a 56 settimane di VALOR-HCM LTE:

  • Il trattamento con mavacamten ha dimostrato miglioramenti costanti degli endpoint chiave dello studio, sia nel gruppo di pazienti trattati con mavacamten per 56 settimane, che in coloro inizialmente randomizzati a placebo e poi passati a mavacamten dalla settimana 16 alla 56 (40 settimane di esposizione; gruppo cross-over con placebo).
    • Alla settimana 56, 5 dei 56 pazienti (8,9%) nel gruppo originale con mavacamten e 10 dei 52 pazienti (19,2%) nel gruppo cross-over con placebo alla settimana 40 hanno deciso di procedere con la terapia di riduzione del setto (SRT) o sono rimasti eleggibili alla SRT.
    • Mavacamten ha dimostrato una riduzione duratura del gradiente di picco LVOT a riposo (-34,0 mmHg per il gruppo originale con mavacamten [intervallo di confidenza 95% da -43,5 a -24,5] e -33,2 mmHg per il gruppo cross-over con placebo [Intervallo di confidenza 95% da -41,9 a -24,5]).
    • La proporzione di pazienti con un miglioramento di classe NYHA ≥1 è stata osservata del 93% nel gruppo originale con mavacamten alla settimana 56 e del 73% nel gruppo cross-over con placebo alla settimana 40.
    • Relativamente al Kansas City Cardiomyopathy Questionnaire Clinical Summary Score (KCCQ-23 CSS)* a 23-item riportato dai pazienti, i punteggi medi della frequenza dei sintomi, dell’entità dei sintomi e della limitazione fisica hanno continuato a migliorare con un aumento di 14,1 punti nel gruppo originale con mavacamten (Intervallo di confidenza 95% da 9,9 a 18,3) e 11,7 punti nel gruppo cross-over con placebo (intervallo di confidenza 95% da 6,9 a 16,4).
    • Mavacamten è stato inoltre associato a una riduzione duratura dei biomarcatori relativi allo stress della parete cardiaca e al danno miocardico, compresa la riduzione del peptide natriuretico cerebrale pro-terminale (NT-proBNP), con -376 ng/L per il gruppo originale con mavacamten (intervallo di confidenza 95% da -723 a -225) e -423 ng/L per il gruppo cross-over con placebo (intervallo di confidenza 95% da -624 a -252) e una riduzione della troponina cardiaca I con -7,0 ng/L per il gruppo originale con mavacamten (intervallo di confidenza 95% da -10 a -2,3) e -6,2 ng/L per il gruppo cross-over con placebo (intervallo di confidenza 95% da -11,5 a -3,3).
    • Non sono stati osservati nuovi segnali relativi alla sicurezza, e l’efficacia e la sicurezza sono risultate coerenti in entrambi i gruppi di pazienti.

 

*Il KCCQ-23 CSS deriva dal Total Symptom Score (TSS) e dal Physical Limitations (PL) score del KCCQ-23. Il punteggio va da 0 a 100 e il punteggio più alto rappresenta un migliore stato di salute.

“L’analisi late-breaking a 56 settimane dello studio VALOR-HCM LTE si aggiunge ai risultati precedenti e dimostra l’impatto consistente di questo trattamento orale sui pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica grave; in particolare, 9 pazienti su 10 pazienti trattati con mavacamten in questo studio di estensione a lungo termine hanno continuato senza la necessità di SRT sia a 40 che a 56 settimane di trattamento”, sostiene Milind Desai, M.D., MBA, Direttore del Centro di Cardiomiopatia Ipertrofica e vicepresidente dell’Education in the Heart, Vascular & Thoracic Institute alla Cleveland Clinic. “Questi risultati sono importanti per la nostra continua comprensione di questo trattamento e incoraggianti per i pazienti che sperano in opzioni di trattamento non chirurgiche”.

Risultati principali dell’analisi cumulativa a 120 settimane dello studio EXPLORER-LTE:

  • Non sono stati osservati nuovi segnali relativi alla sicurezza.
  • Complessivamente, il 75,9% dei pazienti ha ottenuto un miglioramento della classe NYHA ≥1 a 120 settimane rispetto al basale, corrispondente all’inizio dello studio LTE.
    • Dei 14 pazienti in classe NYHA I, 12 hanno mantenuto la classe all’ultima valutazione disponibile.
  • Il trattamento con mavacamten è stato associato a miglioramenti continui rispetto al basale dei parametri ecocardiografici, tra cui la media E/e’ e l’NT-proBNP.
  • La frazione di eiezione media del ventricolo sinistro (LVEF) è rimasta nell’intervallo di normalità in tutte le visite previste dallo studio.
    • Rispetto alla precedente analisi ad interim ad agosto 2021, un nuovo paziente ha avuto una riduzione transitoria della LVEF <50% che ha comportato l’interruzione temporanea del trattamento.

 

“La presentazione dei dati – a oggi l’analisi più vasta e più lunga di pazienti trattati con mavacamten – illustra il potenziale di questo trattamento rivoluzionario per i pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica”, dichiara Pablo García-Pavia, M.D., Ph.D., Direttore della Inherited Cardiac Diseases and Heart Failure Unit al Dipartimento di Cardiologia dell’Ospedale Universitario Puerta de Hierro e Professore allo Spanish Cardiovascular Research Institute (CNIC) di Madrid, Spagna. “Gli studi come EXPLORER-LTE sono importanti per comprendere i risultati a lungo termine che valutano i parametri cardiaci chiave e supportano l’utilizzo di mavacamten nei pazienti colpiti da questa malattia cronica”.

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