A Montecarlo dal 14 al 15 maggio la terza edizione del Forum Sport & Science
Montecarlo, 14 maggio 2004 – Alessandro Zanardi, Hermann Maier, Alessandro Nannini: grandi nomi dello sport, uomini che hanno subito infortuni anche gravi ma che sono riusciti a ‘tornare in pista’. Questione di cuore, certo, ma anche fortuna, quella di vivere in un’epoca di grandi progressi della scienza medica e chirurgica applicata allo sport. “Solo trenta anni fa – spiega il prof. Fabio Pigozzi, membro della Commissione Medica del Cio e titolare della cattedra di Medicina dello Sport all’Università di Roma – Un calciatore che si rompeva un legamento poteva appendere gli scarpini al chiodo. Oggi la chirurgia ortopedica e la fisioterapia hanno beneficiato di tanti e tali progressi da permettere allo sportivo di tornare all’agonismo nell’arco di 4-5 mesi”. Un successo, non solo per il professionista ma anche per lo sportivo amatoriale. “Come l’aeronautica commerciale sfrutta i ritrovati nel settore aerospaziale e la produzione automobilistica quelli nella Formula Uno, così anche chi pratica sport in modo dilettantesco e si infortuna può godere dei progressi compiuti dalla scienza medica per guarire”. Per migliorare ulteriormente l’approccio terapeutico alla disciplina sportiva è stato organizzato anche quest’anno il Forum Sport & Science che si svolgerà a Montecarlo il 14 e 15 maggio sotto il patrocinio del S.A.S. Principe Alberto di Monaco e della Commissione Medica del CIO (Comitato Internazionale Olimpico). “L’evento riveste grande importanza – sottolinea il prof. Pigozzi -. Rappresenta infatti un’occasione per chi si dedica alla Medicina dello sport per confrontarsi con esperti in discipline trasversali. Sono previsti infatti workshop con opinion leader di livello internazionale nella cardiologia, la traumatologia e l’ortopedia. Anche esperti in allergia e asma, ipertensione, neuroscienza e biomeccanica condivideranno la loro esperienza, contribuendo al miglioramento delle conoscenze in questa branca della medicina sempre più interdisciplinare”.Lo sport offre spesso al grande pubblico storie di grandi sacrifici, di incidenti, infortuni che costringono l’atleta ad abbandonare l’attività. Molti di loro, oggi, sono in grado di tornare. Si tratta prima di tutto di volontà, la forza di chi ama quello che fa, ed è pronto anche a grandi rinunce per poter correre, sciare, giocare a pallone, di chi non svolge un lavoro, ma asseconda una passione che condiziona la vita. È questo aspetto totalizzante che spiega i ritorni di sportivi dati per ‘spacciati’ come il pilota Alessandro Zanardi o la sciatrice Pernilla Wiberg, testimonial quest’anno del forum. Se stava a loro trovare la forza interiore per lottare, sono state la scienza, e la medicina in particolare a fornire loro gli strumenti per tornare a praticare sport e a vivere. La loro testimonianza può inoltre contribuire enormemente alla diffusione dei valori dello sport e stimolare programmi di coinvolgimento dei giovani in armonia con l’anno dell’educazione attraverso lo sport della Comunità Europea e del Comitato Olimpico. Educare la popolazione sull’importanza di praticare attività sportiva contribuirebbe alla lotta alle grandi malattie del nostro tempo, come l’obesità e le malattie cardiovascolari. “L’unione della medicina con lo sport – spiega il prof. Pigozzi – può diventare un formidabile motore capace di diminuire l’impatto di patologie collegate alla vita sedentaria sulla società moderna”. Ma praticare attività sportive contribuisce anche allo sviluppo armonioso dei giovani: rappresentano un’occasione di incontro e contrastano la tendenza a chiudersi in casa, davanti a computer e tv.