lunedì, 9 settembre 2024
Medinews
21 Dicembre 2005

FARMACI NEI SUPERMERCATI O SOLO IN FARMACIA? “SI’ AL RISPARMIO, MA ATTENZIONE ALLA SICUREZZA”

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Convegno SIMG sulla distribuzione dei medicinali nei centri commerciali

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Roma, 15 dicembre 2005 – “Il farmaco è un bene prezioso e complesso che non va prescritto secondo la logica esclusiva del risparmio economico”: è questa la posizione della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG) espressa dal suo presidente, il dottor Claudio Cricelli. D’accordo con lui Federfarma e il Ministero della Salute che hanno appena siglato un protocollo d’intesa che dovrebbe rendere operativo il dispositivo di legge 149 sul blocco dei prezzi dei farmaci senza dimenticare la necessità di garantire la sicurezza della popolazione. “L’accordo – commenta il dottor Giorgio Siri, presidente di Federfarma – prevede tra l’altro l’impegno da parte nostra a invitare le farmacie a praticare lo sconto previsto dalla legge 149, nella misura massima possibile e su tutti i farmaci in vendita senza obbligo di prescrizione e OTC, dandone anche chiara informazione ai cittadini, con locandine e vetrofanie che indichino in maniera inequivocabile la percentuale unica, ovvero le due percentuali (se distinte tra SOP e OTC) di sconto praticato. Le prime locandine stanno comparendo nelle farmacie già in questi giorni”. Vanno inoltre proposti sempre farmaci sostitutivi equivalenti a quelli in ricetta se meno costosi. Il Ministero, da parte sua, ha ribadito l’esigenza che tutti i medicinali siano dispensati solo in farmacia dal farmacista e ha preannunciato l’apertura di un tavolo per rafforzare le garanzie di natura sanitaria sui medicinali di automedicazione, che oggi sono spesso considerati erroneamente beni di consumo.

Tutte iniziative lodevoli, ma sul tavolo delle discussioni restano questioni importanti. I punti ancora critici nella distribuzione riguardano, secondo il dottor Luigi Fiorentino dell’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato “il permanere del divieto alla vendita presso la grande distribuzione”. “L’ingresso nei supermercati – a giudizio di Fiorentino – consentirebbe ai consumatori una scelta attiva del prodotto, anche basata sul confronto di prezzo, fenomeno attualmente ostacolato dalla rigida “pianificazione” sul territorio delle farmacie. In questa direzione, la fissazione di sconti con un tetto da parte dei farmacisti servirà realmente ad aprire il mercato o risulterà solo da puro calmieratore di breve periodo senza effetti reali sulla concorrenza? Altro punto critico è lo sviluppo dei farmaci generici, ancora troppo limitato e che richiederebbe prescrizioni mediche limitate al principio attivo, con conseguente possibilità di scelta tra farmaci a marchio noto e generici da parte del consumatori”.
Sulla necessità di approfondire ulteriormente il tema distributivo è d’accordo anche il Movimento dei Consumatori. Rossella Miracapillo, segretario generale del Movimento, stressa però l’importanza di non farsi guidare dall’emotività. “Provvedimenti tampone, parziali e provvisori possono non risolvere il problema ed essere addirittura dannosi. Trovare una soluzione al costo eccessivo dei farmaci è importante ma pensare che questa risieda interamente nella liberalizzazione della distribuzione è fuorviante”.
Sono tante infatti le variabili da considerare. “In un mercato dei farmaci da banco in crescita, – sottolinea il prof Achille Caputi, Direttore del Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia dell’Università di Messina – può risultare particolarmente dannosa la tendenza del cittadino a effettuare l’autodiagnosi e a ritenere i farmaci da banco relativamente innocui”. “In realtà – tiene a precisare Cricelli – va valutato non solo il profilo di sicurezza del farmaco ma anche quello in relazione al singolo paziente. L’età, il sesso, le condizioni fisiologiche e patologiche del paziente condizionano infatti in modo significativo la sicurezza dei medicinali da automedicazione, influenzando le indicazioni d’uso”.
Incentivare quindi la liberalizzazione della vendita dei farmaci in strutture dove venga a mancare il controllo da parte di un esperto, il farmacista, può risultare controproducente. “Non è un caso – aggiunge la dott. Miracapillo – se in Europa i farmaci fuori dal canale farmacia, riguardano 8 paesi su 25 con liste ristrette e solo nel Regno Unito il provvedimento riguarda tutti i farmaci. Ma la Gran Bretagna segue a ruota gli Stati Uniti per i ricoveri ospedalieri causati da farmaci (circa 30%)”. Va ricordato che liste estremamente ristrette sono applicate in Paesi quali la liberista Irlanda, dove sono vendibili fuori farmacia solo l’acido acetilsalicilico con dosaggio non superiore a 500 mg, il paracetamolo, con dosaggio non superiore a 500 mg, con una limitazione all’acquisto di non più di 24 compresse per volta, alcuni antiacidi, alcuni lassativi, alcuni espettoranti e disinfettanti del cavo orale; o la Germania, dove al di fuori della farmacia si vendono solo vitamine, sali minerali, prodotti erboristici, acque minerali curative; disinfettanti esterni e del cavo orale.
“Via libera dunque – sottolinea Cricelli – a tutte le iniziative che possano contribuire a diminuire i prezzi dei farmaci da automedicazione, come quelle previste dalla legge voluta dal Ministro della Salute Francesco Storace, purché vengano mantenute tutte le garanzie a protezione dei cittadini”. Perché sia compreso da tutte le parti in gioco, cittadini per primi che il farmaco “non è equiparabile a un bene di consumo”, è stata prevista una campagna d’informazione sul corretto utilizzo dei medicinali, in particolare quelli che non necessitano di ricetta e sul sistema di garanzie offerto dalla farmacia. “Si tratta – commenta il dottor Siri – di uno dei punti fondamentali previsti nell’intesa, pensati per la massima garanzia della salute dei cittadini”. “Si spera – conclude la dott. Miracapillo – che questa iniziativa, unita a tavoli di discussione aperti a tutti gli attori in gioco, permetta di trovare soluzioni che rispettino gli elementi di riferimento imprescindibili ovvero, la necessità di salvaguardare la salute del cittadino, il Sistema Sanitario Nazionale e il diritto alla salute consentendo costi accessibili e “giusti” ai farmaci”.
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