Il 23 ad Ostia la I Consensus Conference sul Risk Management in Sanità
Roma, 17 settembre 2004 – Causano più vittime degli incidenti stradali, dell’infarto e di molti tumori. In Italia le cifre degli errori commessi dai medici o provocati dalla cattiva organizzazione dei servizi sono da bollettino di guerra: tra 14 e 50mila i decessi ogni anno, di cui il 50% evitabile, 320.000 le persone danneggiate, con costi pari all’1% del PIL, 10 miliardi di euro l’anno. Le fonti sono spesso discordi su questi numeri; per ottenere dati certi e uniformi – ma soprattutto per individuare interventi di riduzione del rischio – esperti, medici, rappresentanti di Istituzioni e pazienti si riuniranno nel corso della 1a Consensus Conference sul Risk Management in Sanità il 23 settembre nella sede della Guardia di Finanza di Ostia. Obiettivo, costituire l’Osservatorio sui rischi sanitari e il database nazionale degli errori medici, oggi mancanti nel nostro Paese. “Gli interventi di contenimento del rischi in sanità – afferma il sen. Cesare Cursi, sottosegretario alla Salute, nella conferenza stampa di presentazione della Consensus – devono interessare tutte le aree in cui l’errore si può manifestare durante il percorso clinico di diagnosi, cura e assistenza al paziente. A questo scopo nel 2003, presso la Direzione Generale della Programmazione sanitaria, abbiamo istituito una Commissione tecnica sul rischio clinico che nel marzo 2004 ha elaborato un primo rapporto. Questa consensus rappresenta un ulteriore momento di approfondimento di un tema di grande attualità”.
In medicina, come in ogni settore, vi sono errori inevitabili dovuti al caso e altri prevenibili con una migliore organizzazione dei processi di cura. “Appare evidente – spiega Corrado Nagni, chairman della Consensus – la necessità di stabilire i confini tra l’impossibilità di azzerare il rischio e la possibilità di ridurre al minimo l’incidenza dell’errore professionale. La forza del neo Osservatorio, il cui board riunirà i rappresentanti degli operatori sanitari e delle Istituzioni, risiede nell’ampiezza dei punti di vista che verranno presi in considerazione”.
I dati nazionali disponibili sugli errori in sanità provengono da varie fonti (Anestesisti Ospedalieri, Assinform, Tribunale dei Diritti del Malato e altre) oppure sono proiezioni dalla letteratura internazionale (a partire dal rapporto Usa del 2000 ‘To err is human’) o ancora si riferiscono a studi e sperimentazioni condotti in grandi e piccoli centri di cura italiani. Queste ultime ricerche si concentrano però essenzialmente sul problema della tracciabilità e dell’erogazione di farmaci e dispositivi per evitare il tipico scambio di confezioni o la non applicazione dei protocolli, fattori che in oncologia – seconda area medica dove si registrano più eventi avversi dopo ortopedia – rappresentano il 40% degli errori secondo una recente indagine dell’Asl Roma C. “Quelli relativi al farmaco e alla corretta esecuzione dei protocolli terapeutici sono fra gli errori più frequenti in oncologia – spiega il prof. Francesco Cognetti, direttore scientifico dell’Istituto Regina Elena di Roma –. Dagli ultimi studi internazionali risulta però che in oncologia le controversie per errori medici sono in diminuzione. Ciò però non deve sollevare in alcun modo il clinico dai propri doveri e responsabilità: una maggiore chiarezza nel comunicare i limiti della medicina e gli eventuali errori non può che giovare al rapporto col paziente. Per evitare gli eventi avversi è necessario, come in ogni settore, imparare da essi. In questo senso, l’aderenza alle linee guida evidence-based, diventate largamente disponibili in oncologia, è la salvaguardia migliore contro ogni errore”. “Negli ultimi anni si sta assistendo a un incremento delle cause intentate contro i medici – aggiunge Giorgio Carlo Monti, Segretario Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale – al punto da spingere alcuni di loro a rifiutare ricoveri ‘estremi’, quelli cioè che possono generare successive cause legali intentate da familiari o pazienti che si sentono danneggiati. Negli anni passati queste controversie per ‘malpractice’ o per errori professionali venivano sollevate quasi esclusivamente nei confronti di specialisti. Ma negli ultimi anni si registra un trend al rialzo anche per le cause contro i medici di famiglia”.
Al termine della Consensus – organizzata da Altis, agenzia specializzata nel risk management – verrà steso un documento programmatico per la tutela del cittadino.