Entecavir ha dimostrato di poter sopprimere la replicazione del virus. L’antivirale, disponibile in classe H, arriva nel nostro Paese dopo il via libera dell’AIFA
Roma, 21 febbraio 2007 – Via libera dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per entecavir, nuovo trattamento orale contro l’infezione cronica da virus dell’epatite B, ora disponibile anche in Italia. Sviluppato nei laboratori della Bristol-Myers Squibb, entecavir, è il primo farmaco specificamente disegnato per bloccare la replicazione del virus responsabile dell’epatite B (HBV) ed è indicato nei pazienti adulti con epatite B cronica con malattia epatica compensata ed evidenza di replicazione virale attiva, persistente aumento dei livelli di aminotrasferasi nel sangue e malattia epatica istologicamente attiva. Entecavir ha un basso rischio di sviluppare resistenza. Sono necessarie almeno tre mutazioni differenti per generare un ceppo virale resistente ad entecavir: si tratta pertanto di un farmaco ad “alta barriera genetica”. Anche la comunità scientifica italiana e i pazienti dispongono ora di un nuovo potente farmaco per trattare l’epatite B cronica e abbassare la carica virale a livelli non rilevabili. Entecavir è reso disponibile attraverso il Servizio Sanitario Nazionale in classe H.
L’infezione cronica da epatite B è una minaccia potenziale per la vita dei pazienti e costituisce un serio problema di salute pubblica in tutto il mondo. In Italia, circa 900.000 persone sono contagiate dal virus dell’epatite B e quasi un terzo degli infetti risulta aver sviluppato la malattia cronica. In tutto il mondo sono più di 2 miliardi le persone contagiate e 350-400 milioni in forma cronica. L’epatite B è la decima causa di morte in tutto il mondo, con 1,2 milioni di decessi l’anno, e l’infezione cronica da epatite B è la causa principale del carcinoma epatocellulare, una forma di cancro del fegato. Il virus dell’epatite B è 100 volte più contagioso di quello dell’HIV, che causa l’Aids. La misurazione della quantità di virus dell’epatite B nel sangue, detta ‘carica virale’, può essere un modo significativo per prevedere la progressione verso malattie epatiche importanti quali il cancro del fegato. L’infezione cronica è considerata fattore responsabile dell’80% dei casi di cancro del fegato al mondo.