martedì, 30 maggio 2023
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24 Aprile 2008

EPATITE B CRONICA: FUNZIONA LA TERAPIA ANTIVIRALE CON ENTECAVIR. IN CINQUE ANNI NESSUNA RESISTENZA NEL 99% DEI CASI

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Il farmaco ha un’alta barriera genetica: per sfuggirgli, il virus dovrebbe mutare tre volte. Il prof. Alberti: “È una conferma importante per la cura a lungo termine”

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Milano, 24 aprile 2008 – II 99% dei pazienti in cura con entecavir, molecola di nuova generazione e antivirale orale per il trattamento dell’epatite B cronica, non ha sviluppato resistenza al virus nel corso di cinque anni di terapia. Il tasso di probabilità cumulativa di resistenza è infatti attorno all’1%, risultato mai raggiunto nella storia farmacologica di questa malattia cronica, nei pazienti che non hanno seguito alcun trattamento con antivirali orali in precedenza. I dati confermano l’alta barriera genetica di entecavir e il bassissimo rischio di sviluppare resistenza. Infatti, per sfuggire ad entecavir il virus dell’epatite B cronica deve sviluppare almeno tre mutazioni. Al contrario, per gli altri antivirali oggi disponibili la perdita di efficacia si sviluppa con una o due sole mutazioni del virus. Queste importanti notizie giungono dal più autorevole appuntamento di epatologia in Europa in corso a Milano, il 43° congresso della European Association for the Study of the Liver (EASL). Per Alfredo Alberti, professore di Medicina Interna e Gastroenterologia dell’Università di Padova, “I risultati confermano la potenza di entecavir e l’efficacia a lungo termine, dati essenziali per impostare una strategia iniziale di trattamento e superare i timori di insorgenza di resistenze comuni con le terapie disponibili fino ad oggi. Questo significa poter iniziare a trattare i pazienti prima e meglio, così da ridurre i rischi di insorgenza di cirrosi o di epatocarcinoma.”
Entecavir, disponibile dall’anno scorso in Italia in fascia H, è stato specificatamente sviluppato da Bristol-Myers Squibb contro il virus dell’epatite B.
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